In tutte le culture la farfalla è stata assunta come segno di rinascita e rigenerazione, come simbolo dell’anima umana capace di rinnovarsi e trasformarsi.
Il particolare ciclo vitale della farfalla ha indubbiamente contribuito a tale associazione simbolica: la vita è rappresentata dallo stadio di bruco; la morte dallo stadio di crisalide inerte racchiusa nel bozzolo; la rinascita dalla farfalla che esce dall’involucro e vola via libera, immagine vivente della rinascita dello spirito, dell’anima liberata dall’involucro della materia, che lascia il corpo al momento della morte e diventa immortale.
Nella sua Historia animalium, scritta nel 344 a.C., Aristotele, dà alla farfalla il nome di "Psyche": non a caso, nella lingua greca, la parola psyche significa sia "anima" che "farfalla"; il mito in questione fu interpretato basandosi su questo doppio significato: Psyche dunque, premiata dagli dei con il dono dell'immortalità, è l’anima-farfalla che superati vari stadi di trasformazione e maturazione raggiunge la perfezione finale col divenire immortale ed eterna.
Al mito di
Amore e Psyche si ispirò lo scultore neoclassico
Antonio Canova (1757-1822) che scelse una farfalla per rappresentare l’anima di Psyche in una delicatissima opera in marmo.
La Farfalla bianca | Leggenda giapponese
In una casetta dietro al cimitero del tempio di Sazanji viveva un vecchio di nome Takahama.
Questi era molto abile e piaceva a tutti i suoi vicini, anche se molti di essi lo consideravano un po' pazzo.
A quanto sembra la sua pazzia consisteva semplicemente nel fatto che non si era mai sposato e non aveva mai mostrato desiderio di restare in intimità con una donna.
Un giorno di estate si ammalò tanto gravemente, che mandò a chiamare la cognata e il figlio di lei.