Tra i più grandi protagonisti dell'epopea impressionista, Alfred Sisley fu uno degli interpreti più lucidi e risoluti dei principi in base ai quali era nato il movimento: da «vero impressionista», come disse di lui Camille Pissarro, egli rinunciò alle pennellate fluide e lungamente studiate distintive dei dipinti accademici e adottò tocchi virgolati rapidi e staccati, idonei per cogliere l'estrema mobilità della luce e degli effetti cromatici.
Partendo dal presupposto scientifico che la luce era l'elemento indispensabile della visione, infatti, Sisley comprese che ogni paesaggio assume una gamma cromatica più o meno vivida in relazione alla quantità di luce che lo colpisce ed alla presenza o meno di altri colori che, a loro volta, si accostano o si mescolano, smorzandosi reciprocamente o reciprocamente esaltandosi.