Oltre ai suoi autoritratti e ad un ritratto fattogli dal Gaulli (Roma, Gall. Corsini), il Bernini è stato descritto fisicamente e moralmente da numerosi autori: basti ricordare lo Chantelou, ed il figlio Domenico, che lo disse "aspro di natura, fisso nelle operazioni, ardente nell'ira".
Egli fu l'artista più intimamente legato al cattolicesimo risorgente nella temperie postridentina, e non può esserci dubbio sulla sua convinzione religiosa; pare che negli anni successivi al 1630 la sua fede si fosse approfondita e che nell'ultimo periodo della sua vita frequentasse assiduamente gesuiti e oratoriani: era amico intimo dei padre G. P. Oliva, gesuita, per il quale disegnò il frontespizio al secondo volume delle Prediche (1664) e ebbe come consigliere spirituale anche un suo nipote, padre Marchesi, oratoriano.