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Le Quattro Stagioni | I Concerti ed i Sonetti di Antonio Vivaldi

Le Quattro Stagioni è un gruppo di quattro concerti per violino del compositore italiano Antonio Vivaldi (Compositore e violinista Barocco, 1678-1741), ognuno dei quali dà espressione musicale ad una stagione dell'anno.
Furono composti intorno al 1718-1720, quando Vivaldi era maestro di cappella alla corte di Mantova.
Furono pubblicati nel 1725 ad Amsterdam, in quella che all'epoca era la Repubblica delle Sette Province Unite, insieme ad altri otto concerti, con il titolo Il cimento dell'armonia e dell'invenzione.

Un ritratto anonimo ad olio conservato al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, generalmente ritenuto di Vivaldi, 1723

Antonio Vivaldi fu uno dei pionieri nell'introdurre la musica descrittiva e programmatica nei suoi concerti.
Attraverso le sue composizioni, Vivaldi riuscì ad evocare gli ambienti, i suoni e gli stati d'animo descritti nei sonetti.
Questa capacità di dipingere con la musica rende particolarmente importante trarre ispirazione da questi testi per comprenderne appieno il contenuto.

Esplorare i versi dei sonetti permette di immergersi nelle emozioni e nelle immagini evocate dalla musica stessa, conducendo il lettore in un viaggio sensoriale attraverso le diverse stagioni dell'anno.
Le parole dei sonetti e la musica di Vivaldi si intrecciano, creando un'esperienza sinestetica in cui le parole della poesia prendono vita attraverso le note dei concerti.

Pertanto, che siate appassionati di poesia od amanti della musica, esplorare i sonetti di Vivaldi vi permetterà di cogliere meglio la profondità e la bellezza delle sue composizioni.
Ogni concerto diventa un mondo a sé stante, una narrazione sonora che dipinge le atmosfere e i dettagli delle diverse stagioni, dalla calda vivacità della primavera alla malinconica contemplazione dell’inverno.

I quattro concerti, i Sonetti ed il loro significato

I quattro concerti sono accompagnati da quattro sonetti anonimi.
Alcuni storici credono che a scriverli sia stato lo stesso Vivaldi, mentre altri li ritengono di autore ignoto e che furono composti in un periodo successivo.
Sotto sono presenti i sonetti dei quattro concerti suddivisi nei relativi tre movimenti, che si distinguono con caratteristiche differenti le une dalle altre.

La primavera

I tre movimenti di cui è composta la Primavera descrivono tre momenti della stagione: il canto degli uccelli (allegro/a), il riposo del pastore con il suo cane (largo) e la danza finale (allegro/a).
Il violino solista rappresenta un pastore addormentato, le viole il latrato del suo fedele cane, mentre i restanti violini le foglie fruscianti.

Orazio Gentileschi | Young Woman with a Violin (Saint Cecilia), 1612 | Detroit Institute of Arts

L'estate

Per i suoi toni accesi e violenti, questo concerto riflette con maggiore efficacia rispetto agli altri la carica esplosiva della stagione.
La tempesta viene descritta passo passo nella sua manifestazione al pastore: dapprima si avvicina da lontano nella calura estiva (allegro non molto - allegro), quindi il pastore che si spaventa per l'impetuoso temporale (adagio) ed infine la violenza sprigionata dalla tempesta in azione (presto).

L'autunno

Vivaldi descrive la figura del dio romano Bacco: un'iniziale panoramica della vendemmia (allegro) è seguita dall'ebbrezza provocata dal vino, movimento dal titolo I dormienti ubriachi, in un clima trasognato e sereno (adagio molto).
L'ultimo movimento coincide con i martellanti ritmi della caccia (allegro).

L'inverno

L'inverno viene descritto in tre momenti: l'azione spietata del vento gelido (allegro non molto), la pioggia che cade lenta sul terreno ghiacciato (largo) e la serena accettazione del rigido clima invernale (allegro).

Vivaldi - Concerto No.1 in E major, "La primavera" (Spring)
I. Allegro


Giunt' è la Primavera e festosetti
La Salutan gl' Augei con lieto canto,
E i fonti allo Spirar de' Zeffiretti
Con dolce mormorio Scorrono intanto:
Vengon' coprendo l'aer di nero amanto
E Lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti
Indi tacendo questi, gl' Augelletti;
Tornan' di nuovo al lor canoro incanto:

II. Largo


E quindi sul fiorito ameno prato
Al caro mormorio di fronde e piante
Dorme 'l Caprar col fido can' à lato.

III. Allegro


Di pastoral Zampogna al suon festante
Danzan Ninfe e Pastor nel tetto amato
Di primavera all'apparir brillante.

Vivaldi - Concerto No. 2 in G minor, "L'estate" (Summer)
I. Allegro non molto


Sotto dura Staggion dal Sole accesa
Langue l' huom, langue 'l gregge, ed arde il Pino;
Scioglie il Cucco la Voce, e tosto intesa
Canta la Tortorella e 'l gardelino.
Zeffiro dolce Spira, mà contesa
Muove Borea improviso al Suo vicino;
E piange il Pastorel, perche sospesa
Teme fiera borasca, e 'l suo destino;

II. Adagio


Toglie alle membra lasse il Suo riposo
Il timore de' Lampi, e tuoni fieri
E de mosche, e mosconi il Stuol furioso!

III. Presto


Ah, che pur troppo i Suo timor Son veri
Tuona e fulmina il Ciel e grandinoso
Tronca il capo alle Spiche e a' grani alteri.

Vivaldi - Concerto No. 3 in F major, "L'autunno" (Autumn)
I. Allegro


Celebra il Vilanel con balli e Canti
Del felice raccolto il bel piacere
E del liquor de Bacco accesi tanti
Finiscono col Sonno il lor godere.

II. Adagio molto


Fà ch' ogn' uno tralasci e balli e canti
L' aria che temperata dà piacere,
E la Staggion ch' invita tanti e tanti
D' un dolcissimo Sonno al bel godere.

III. Allegro


cacciator alla nov'alba à caccia
Con corni, Schioppi, e cani escono fuore
Fugge la belva, e Seguono la traccia;
Già Sbigottita, e lassa al gran rumore
De' Schioppi e cani, ferita minaccia
Languida di fuggir, mà oppressa muore.

Vivaldi - Concerto No. 4 in F minor, "L'inverno" (Winter)
I. Allegro non molto


Agghiacciato tremar trà nevi algenti
Al Severo Spirar d'orrido Vento,
Correr battendo i piedi ogni momento;
E pel Soverchio gel batter i denti;

II. Largo


Passar al foco i dì quieti e contenti
Mentre la pioggia fuor bagna ben cento

III. Allegro


Caminar Sopra il giaccio, e à passo lento
Per timor di cader girsene intenti;
Gir forte Sdruzziolar, cader à terra
Di nuove ir Sopra 'l giaccio e correr forte

Sin ch' il giaccio si rompe, e si disserra;
Sentir uscir dalle ferrate porte
Sirocco, Borea, e tutti i Venti in guerra
Quest' é 'l verno, mà tal, che gioja apporte.