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155 anni dalla nascita di Ada Negri | I Sacrifici

Ricorre quest'oggi il 155esimo anniversario della nascita della poetessa e scrittrice ed insegnante Italiana Ada Negri (Lodi, 3 febbraio 1870 - Milano, 11 gennaio 1945).
Era il 3 febbraio del 1870, infatti, quando a Lodi, nacque Ada Negri, la prima ed unica donna ad essere ammessa all'Accademia d'Italia.
L'arte poetica della Negri, oltre ad essere apprezzata, le valse molti riconoscimenti a partire dal premio letterario "Giannina Milli" del 1894, alla candidatura al Nobel per la Letteratura del 1926 che però andò a Grazia Deledda, ai riconoscimenti: il Premio Mussolini ricevuto in Campidoglio nel 1931 ed il titolo di Accademica d'Italia nel 1940, primo caso di donna ammessa come membro di tale istituzione.

I - La Maestra

È una maestra. - Ha ne lo sguardo buono
La rassegnata calma pazïente
Di chi sa il vuoto, il pianto ed il perdono.

Henri-Jules-Jean Geoffroy | The teacher's touch

Con lungo amore, faticosamente,
I figli d'altri a l'avvenir prepara;
Insegna con austere voci e lente.

Ne la sua stanza fredda come bara
Ove mai riscaldò fiamma d'ebbrezza
La sconosciuta povertade amara,

Ove non fulse mai la giovinezza
D'un lieto sogno, morrà un giorno, sola,
Composta il volto a stanca tenerezza;

E su l'algide labbra di vïola
E nel vago stupor de gli occhi spenti
Morrà con essa l'ultima parola

Del suo delirio: «O bimbi, o bimbi.... attenti...»

II - La Madre

Vedova, lavorò senza riposo
Per la bambina sua, per quel suo bene
Unico, da lo sguardo luminoso;

Per essa sopportò tutte le pene,
Per darle il pan si logorò la vita,
Per darle il sangue si vuotò le vene. -

La bimba crebbe, come una fiorita
Di rose a Maggio, come una sovrana,
Da la dolce materna alma blandita;

Camille Pissarro

E così piacque a un uom quella sultana
Beltà, che al suo desìo la volle avvinta,
E sposa e amante la portò lontana!...

.... Batte or la pioggia dal rovaio spinta
Ai vetri de la stanza solitaria
Ove la madre sta, tacita, vinta:
Schiude essa i labbri, quasi in cerca d'aria;
Ma pensa: la Diletta ora è felice... -
E, bianca al par di statua funeraria,

Quella sparita forma benedice.

III - La Fidanzata

Egli le disse: «I monti e l'oceàno
Frapporre io devo fra il tuo bacio e il mio;
Oh, pensami, mentr'io sarò lontano.

Oh, attendimi!... Giammai sonno d'oblìo
Col tempo graverà sul nostro amore:
Serberà la distanza alto il desìo».

.... Ed ella attese. - Ed i minuti e l'ore
E i mesi e gli anni, i lunghi anni glaciali,
Passaron senza un raggio e senza un fiore

Alfonso Simonetti | E ancor non torna | Christie's

Su quei densi capelli verginali;
E quando cadder dal suo volto smorto
Le primavere e dal suo passo l'ali,

E una ruga ghignò sovra quel morto
Fascino (lenta pioggia il marmo scava)
Ei rïapparve alfin, come risorto.

Ma non confuser l'infocata lava
De' baci; non l'ebbrezze desïate;
Ella il padrone, egli guardò la schiava,

Per ritrovar le forme un giorno amate.
Per ritrovarle... - e poi stettero, fisso
Lo sguardo al suolo, querce fulminate;

E fra di lor si risquarciò l'abisso.

Ada Negri, Milano, 1914