Giovanni Boldini | Blond Braid, 1891
Based on its messy and impulsive pictorial style, "Treccia bionda" is generally dated to the beginning of the 1890s, by which point Giovanni Boldini (1842 -1931) had already moved to Paris.
In addition to serving as an example of Impressionist painting from that time, the faintness of the strokes showcases an in-depth knowledge of Frans Hals' chiaroscuro technique; it seems that Boldini may have become close with him during a trip to Amsterdam in 1876.
Unlike many of the artist's female portraits, in which the entire figure functions as a means of showcasing all the details of the protagonists' elegant and elaborate dresses, this painting limits the appearance of the figure to the bust.
Giovanni Boldini | Treccia bionda, 1891 (detail) | GAM - Galleria d'Arte Moderna di Milano
The oval face of the girl - whose identity is not known-stands out thanks to the pink hues of her full-bodied complexion, while the background and clothes flake apart, the former into earthy shades and a pasty depiction of long strokes of color, the latter into semi-transparent, pearl-toned brushstrokes.
Other notable chromatic features include the woman's reddish-blond hair, from which the painting takes its name, and the bouquet of small white flowers that appears behind her.
The aristocratic and precious feminine elegance with which the artist portrays his subject draws parallels with the most renowned high-society portrait artists around the world, embodied by European and American painters such as John Singer Sargent, James Mc Neill Whistler, Giuseppe De Nittis, Max Liebermann, Franz von Lenbach and many more.
Giovanni Boldini, 1870 | Metropolitan Museum of Art
Basato sul suo stile pittorico disordinato ed impulsivo la "Treccia bionda" è generalmente datata agli inizi degli anni Novanta dell'Ottocento, periodo in cui Giovanni Boldini (1842 -1931) si era già trasferito a Parigi.
La vaghezza del tratto risente, oltre che dell’esempio della coeva pittura impressionista, della conoscenza approfondita della tecnica chiaroscurale di Frans Hals, al quale Boldini si deve essere avvicinato durante un viaggio ad Amsterdam del 1876.
A differenza di molti ritratti femminili dell’artista, in cui la figura intera è funzionale a mostrare tutti i dettagli degli eleganti ed elaborati abiti delle ritrattate, in questo dipinto la figura è limitata al solo busto.
Giovanni Boldini, 1926 | Bibliothèque nationale de France
Il volto ovale della fanciulla, di cui non conosciamo l’identità, emerge con forza nell’incarnato materico e corposo dai toni rosei; mentre lo sfondo e la veste si sfaldano, il primo in sfumature terrose e in una pittura pastosa a lunghe sciabolate di colore, la seconda in pennellate quasi trasparenti di tono madreperlaceo.
Altri elementi cromatici di risalto sono la capigliatura biondo-fulva della donna, che dà il titolo alla tela, e il mazzo di piccoli fiori bianchi alle sue spalle.
L’eleganza femminile aristocratica e preziosa, con cui Boldini ritrae il soggetto può essere assimilato a quello degli artisti della più eletta ritrattistica internazionale della high society, incarnata da pittori europei ed americani come John Singer Sargent, James Mc Neill Whistler, Giuseppe De Nittis, Max Liebermann, Franz von Lenbach e numerosi altri.
Giovanni Boldini | Treccia bionda, 1891 | GAM - Galleria d'Arte Moderna di Milano