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Gian Lorenzo Bernini | David, 1623-1624

David is one of the four sculptures executed by the young Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) for Cardinal Scipione Borghese.
The artist worked on the statuary groups for the Villa on the Pincio for seven crucial years during which his brilliance, freedom, narrative bent, and delight in amazement blossomed and then developed in all their power.
The work had been commissioned from Bernini by Cardinal Montalto for his villa in 1623.
The cardinal’s untimely death blocked the commission, but Scipione Borghese decided to take it over.
Bernini interrupted his work on the Apollo and Daphne, dedicating himself to this new sculpture, which - according to Baldinucci, one of the artist’s first biographers - he finished in only seven months of work.

Gian Lorenzo Bernini | David, 1623-1624 | Galleria Borghese

The only one of the four Borghese sculptures that has a Biblical subject, it represents the moment in which the young hero is about to hurl the stone at the giant Goliath.
Traditionally, David was portrayed standing, often with Goliath’s head at his feet.
Even Michelangelo had represented his David standing firmly as he is preparing to face the enemy.
Bernini, instead, changed the then current iconography, portraying David in action, with his body twisted and unbalanced.

Defying the static limits of marble, Bernini shifts the center of mass onto the right leg, which becomes the pivot of the rotation.
The entire body is straining with palpable tension culminating in the sling, which is stretched as far as it can go: so stretched that viewers facing the statue exactly in Goliath’s place feel emotionally involved and "see" the launch of the stone in their imagination.

A superb narrator, Bernini manages to summarize the entire biblical story in a single image. In effect, between David’s legs we see the armor that Saul, the King of Israel, had given him to protect himself from the giant, but the youth is not wearing it; it is cumbersome, and therefore has been left lying on the ground.
In this position, the armor also has a static function.
Bernini uses it to give the statue a third foothold and to balance the daring pose.

Next to David’s feet is the cithara on which, after his victory, he will strike up a psalm of thanksgiving to God.
The instrument is decorated with an eagle’s head.
Since the eagle and the dragon were the Borghese family’s armorial animals, this detail can be interpreted as a reference to Bernini’s patron, Cardinal Scipione, and his desire to revive his family’s glory after the papacy of Gregory XV Ludovisi, who had not been very favorable to it, and who died in July 1623, only a few months after the statue had been commissioned.

Determined and tense from straining, David’s face is Bernini’s self-portrait. Baldinucci recounts that Cardinal Maffeo Barberini - the future Urban VIII - delighted in holding the mirror with which the artist was portraying himself.
The sculptor’s identification with the biblical hero is deeply significant. Bernini portrays himself as a determined, leonine fighter who challenges a giant and defeats him.
He not only challenges the block of stone - transforming it into flesh, tendons, and rope - but also the cyclopean shadow of Michelangelo and his David, which Bernini assailed with his innovative furor and his ambition. | Source: © Galleria Borghese, Rome

Gian Lorenzo Bernini | Self-portrait, 1623

Il David è una delle quattro sculture eseguite dal giovane Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) per il cardinale Scipione Borghese.
L’artista lavorò ai gruppi statuari per la Villa Pinciana per sette anni della sua vita.
Anni cruciali, in cui la sua genialità, la libertà, l’estro narrativo e il gusto per la meraviglia sbocciarono e poi maturarono in tutta la loro potenza.

L’opera era stata inizialmente commissionata a Bernini dal cardinal Montalto per la sua villa nel 1623.
La morte precoce del cardinale bloccò però la commissione, ma Scipione Borghese decise di rilevarla.
Bernini interruppe i lavori per l’Apollo e Dafne e si dedicò a questa nuova scultura, che fu terminata in soli sette mesi di lavoro, come attesta il Baldinucci, uno dei primi biografi di Bernini.

E’ l’unica fra le quattro sculture borghesiane che abbia un soggetto biblico: rappresenta il giovane eroe nel momento in cui sta per scagliare la pietra contro il gigante Golia.
Tradizionalmente David veniva raffigurato stante, spesso con la testa di Golia ai suoi piedi.
Perfino Michelangelo aveva rappresentato il suo David in piedi, saldo sulle gambe mentre si prepara a fronteggiare il nemico.
Bernini invece cambia l’iconografia corrente e raffigura David in azione, con il corpo sbilanciato e in torsione.

Sfidando le possibilità statiche del marmo, Bernini sposta il baricentro sulla gamba destra, che diventa il perno della rotazione.
Tutto il corpo è in tensione, una tensione palpabile che trova il suo culmine nella fionda tesa allo stremo.
Così tesa che lo spettatore, che si trova di fronte alla statua esattamente al posto di Golia, si sente emotivamente coinvolto e "vede" con l’immaginazione il lancio del sasso.

Gian Lorenzo Bernini | David, 1623-1624 (detail) | Galleria Borghese

Bernini è un grandissimo narratore e in un’unica immagine riesce a sintetizzare tutto il racconto biblico.
Fra le gambe del David si trova infatti una corazza: è quella che Saul, re d’Israele, aveva donato a David perchè si proteggesse dal gigante, ma il giovane non la ha indossata, è ingombrante e quindi è stata abbandonata a terra.
In questa posizione la corazza ha anche una funzione statica, serve a Bernini a fornire alla statua un terzo punto di appoggio e a bilanciare la posa ardita.

Accanto ai piedi del David c’è la cetra con cui dopo la vittoria intonerà un salmo di ringraziamento a Dio.
Lo strumento è decorato con una testa d’aquila: poiché aquila e drago erano gli animali araldici dei Borghese, si può ravvisare in questo dettaglio un richiamo al committente, il cardinal Scipione, ed al suo desiderio di rinverdire le glorie familiari dopo il pontificato di Gregorio XV Ludovisi, che era stato poco favorevole ai Borghese e che morì nel luglio 1623.
La commissione della statua risale a pochi mesi prima.

Il volto del David, volitivo e contratto dallo sforzo, è l’autoritratto di Bernini.
Sempre il Baldinucci racconta che il cardinal Maffeo Barberini -il futuro Urbano VIII- si dilettava a reggere lo specchio con cui l’artista si ritraeva.
L’autoidentificazione dello scultore con l’eroe biblico è densa di significato.
Bernini si rappresenta come un lottatore determinato, leonino, che sfida un gigante e lo vince: sfida il blocco di pietra, che viene trasformato in carne, tendini, vello, corda; ma anche l’ombra ciclopica di Michelangelo e del suo David, contro cui Bernini si scaglia con il suo furor innovativo e la sua ambizione. | Fonte: © Galleria Borghese, Rome