The collection of the Pinacoteca di Brera includes some of the greatest masterpieces of Italian and foreign art from the 13th to the 20th century.
The works are displayed on the first floor of the building, where the Academy of Fine Arts is also located.
The Pinacoteca museum, which opened in 1809 thanks to Napoleon Bonaparte, was born as a collection of the finest works of art and was dedicated to the education of students.
The collection included Italian art masterpieces taken from churches and monasteries that were suppressed at the time when Milan was the capital city of the Kingdom of Italy. | Source: © Pinacoteca di Brera
Antonio Canova (Italian, 1757-1822) | Napoleone come Marte pacificatore / Napoleon as Mars the peacemaker, 1811 (detail) | Pinacoteca di Brera
Francesco Hayez | The Kiss, 1859
The canvas was shown at the Brera Exhibition of 1859 which, held a few months after the entry of Victor Emanuel II and Napoleon III into Milan, celebrated the successful conclusion of the struggles of the Risorgimento, but did not enter the Pinacoteca until 1886, as a legacy from Alfonso Maria Visconti, who had commissioned the picture.
It is one of the emblematic images of the Pinacoteca and perhaps the most widely reproduced Italian painting of the whole of the 19th century, created with the aim of symbolizing the love of the motherland and thirst for life on the part of the young nation that had emerged from the Second War of Independence and which now placed so many hopes in its new rulers.
It proved an immediate and resounding success both for its patriotic values and for the medieval inspiration of the subject, typical of the Romantic taste of the time; the public was enthusiastic about the daring kiss but also recognised the patriotic message enshrined in the colours: the red stockings, green lapel on the cloak and blue and white gown allude to the flags of Italy and France.
Hayez painted other versions of it, now in various European collections. | Source: © Pinacoteca di Brera
Francesco Hayez (Italian, 1791-1882) | The Kiss, 1859 | Pinacoteca di Brera
La tela fu esposta all'Esposizione di Brera del 1859 che, tenutasi pochi mesi dopo l'ingresso di Vittorio Emanuele II e Napoleone III a Milano, celebrava la felice conclusione delle lotte del Risorgimento, ma non entrò in Pinacoteca prima del 1886, come lascito di Alfonso Maria Visconti, che ne aveva commissionato l'opera.
È una delle immagini emblematiche della Pinacoteca e forse il dipinto italiano più riprodotto di tutto l'Ottocento, realizzato con lo scopo di simboleggiare l'amore per la patria e la sete di vita della giovane nazione uscita dalla seconda guerra d'indipendenza e che ora riponeva tante speranze nei suoi nuovi governanti.
Riscosse un immediato e clamoroso successo sia per i suoi valori patriottici sia per l'ispirazione medievale del soggetto, tipica del gusto romantico dell'epoca; il pubblico fu entusiasta dell'audace bacio, ma riconobbe anche il messaggio patriottico racchiuso nei colori: le calze rosse, il risvolto verde del mantello e l'abito blu e bianco alludono alle bandiere di Italia e Francia.
Hayez ne dipinse altre versioni, ora in varie collezioni europee. | Fonte: © Pinacoteca di Brera
Giovanni Bellini | Pietà, 1460
The panel, dated to the years between 1465 and 1470, marks an evident emancipation of the artist from the influence of Andrea Mantegna, to whom he was linked not just by cultural affinities but also by close ties of kinship (they were brothers-in-law).
The lesson of the Paduan artist is clearly visible in the incisiveness of the outlines and the sculptural plasticity of the figures, brought into the foreground to invade the space of the observer.
Yet Bellini immerses the scene in an atmosphere of natural light, softening the tones and concentrating not so much on the construction of a rigorous perspective as on conveying the sorrowful humanity of the protagonists.
In this way he creates a new language that will become, in the years to come, his personal and unmistakable stylistic mark.
Propertius, the great poet of the Augustan age whose verses are referred to on the strip along the sill, speaks of the capacity of an image to provoke tears – an effect observed with certain works, including this one.
The work, which used to be in the Sampieri collection in Bologna, was donated to Brera in 1811 by the viceroy of Italy, Eugène de Beauharnais. | Source: © Pinacoteca di Brera
Giovanni Bellini (Italian, 1430-1516) | Pietà, 1460 | Pinacoteca di Brera
La tavola, datata agli anni sessanta del Quattrocento, segna un evidente affrancamento dell’artista dalla lezione di Andrea Mantegna, cui egli era legato non solo da affinità culturali ma anche da stretti vincoli di parentela (ne era il cognato).
L’esempio dell’artista padovano è ben visibile nell’incisività delle linee di contorno e nella plasticità scultorea delle figure, trascinate in primo piano a invadere lo spazio dello spettatore; tuttavia, Bellini immerge la scena entro un’atmosfera fatta di luce naturale, ammorbidendo i toni e concentrandosi, più che sulla costruzione di un rigoroso spazio prospettico, sulla rappresentazione della dolente umanità dei protagonisti; egli crea così un linguaggio nuovo che diverrà, negli anni successivi, la sua personale e inconfondibile cifra stilistica.
Properzio, il grande poeta di età augustea, fa allusione alla capacità dell’immagine di provocare il pianto nello spettatore, e ai suoi versi si rifà quanto è scritto nel cartiglio. Questa è tra le opere d’arte che producono un tale effetto.
Il dipinto, che faceva parte della collezione Sampieri di Bologna, fu donato a Brera nel 1811 dal viceré d’Italia Eugenio di Beauharnais. | Fonte: © Pinacoteca di Brera
Guercino | Abraham Casting out Hagar and Ishmael, 1657
Guercino sets the story of Abraham, aged 100, casting out the slave Hagar and their son Ishmael to comply with his first wife Sarah’s demands on a stage conjuring up the world of melodrama which also inspires the figures’rhetorical gestures.
Formerly in the Sampieri collection along with other masterpieces of Bolognese painting now in the Brera, this painting was commissioned from Guercino by the Cento Community in 1657 as a gift fot Lorenzo Imperiali, the cardinal legate of Ferrara. | Source: © Pinacoteca di Brera
Guercino (Giovan Francesco Barbieri, 1591-1666) | Abramo ripudia Agar e Ismaele, 1657 | Pinacoteca di Brera
La narrazione biblica del centenario Abramo che ripudia la schiava Agar ed il loro figlio Ismaele per volere della prima moglie Sara, viene da Guercino trasportata in una scena dal taglio teatrale che risente del mondo del melodramma, cui si ispira anche la retorica dei gesti.
Già nella collezione Sampieri come altri capolavori della pittura bolognese oggi a Brera, la tela era stata commissionata nel 1657 al Guercino dalla comunità di Cento per donarla a Lorenzo Imperiali, cardinale Legato di Ferrara. | Fonte: © Pinacoteca di Brera
Francesco Hayez | Melancholy, 1841-1842
The work, executed between 1840 and 1842, is full of erudite references to the Italian and European pictorial tradition: from reflections on the 16th-century painting of the Veneto exemplified by the treatment of the clothing, which echoes the textural effects of Savoldo and Titian, to the citation of Flemish still lifes.
Painted for Marquis Filippo Ala Ponzoni, a patron of the arts, patriot and follower of Giuseppe Mazzini, this picture owed its popularity both to its outstanding quality and to its emblematic value, making it a symbol of the restlessness of Romanticism.
The subject belongs to the half-figure category inspired by the 17th century Emilian school’s Sibyllas and Cleopatras which Hayez revisited with a greater focus on the figures’ moods.
The wilting flowers also remind us of the transcience of human affairs.
The painting was bequeathed to Brera in 1889 by Marchese Ala Ponzoni. | Source: © Pinacoteca di Brera
Francesco Hayez (Italian, 1791-1882) | Malinconia, 1841-1842 | Pinacoteca di Brera
L’opera, eseguita tra il 1840-1842, è intessuta di riferimenti coltissimi alla tradizione pittorica italiana ed europea: dalle riflessioni sulla pittura veneta del Cinquecento esemplificate dalla trattazione della veste, che riporta agli effetti materici di Savoldo e Tiziano, alla citazione delle nature morte fiamminghe.
Dipinta per il marchese Filippo Ala Ponzoni, mecenate, patriota e seguace di Giuseppe Mazzini, l’opera divenne popolare per la straordinaria qualità pittorica e per il valore emblematico che l’ha resa il simbolo dell’inquietudine del Romanticismo.
Il soggetto rientra nella tipologia delle mezze figure, ispirate alle Sibille ed alle Cleopatre della pittura emiliana del Seicento, che Hayez rielabora dando maggiore risalto agli stati d’animo: anche i fiori appassiti ricordano lo sfiorire delle cose umane.
Il dipinto giunse a Brera nel 1889 per donazione testamentaria del marchese Ala Ponzoni. | Fonte: © Pinacoteca di Brera
La Pinacoteca di Brera, aperta al pubblico nel 1809, raccoglie capolavori dell’arte italiana e straniera dal XIII al XX secolo, allestiti al piano nobile dell’omonimo palazzo, sede anche dell’Accademia di Belle Arti.
Il museo nasce invece per volontà di Napoleone Bonaparte, come raccolta di opere esemplari da destinarsi alla formazione degli studenti, che radunasse capolavori di pittura italiana, prelevati da chiese e conventi soppressi negli anni di Milano capitale del Regno Italico.