The Posthumous Papers of the Pickwick Club (also known as The Pickwick Papers, 1836) is the first novel by English author Charles Dickens.
The book became a publishing phenomenon, with bootleg copies, theatrical performances, Sam Weller joke books, and other merchandise.
The Pickwick Papers was published in 19 issues over 20 months, and it popularised serialised fiction and cliffhanger endings.
Charles Dickens | The Pickwick Papers, 1836
Chapter 28
And numerous indeed are the hearts to which Christmas brings a brief season of happiness and enjoyment.
How many families, whose members have been dispersed and scattered far and wide, in the restless struggles of life, are then reunited, and meet once again in that happy state of companionship and mutual goodwill, which is a source of such pure and unalloyed delight; and one so incompatible with the cares and sorrows of the world, that the religious belief of the most civilised nations, and the rude traditions of the roughest savages, alike number it among the first joys of a future condition of existence, provided for the blessed and happy!
How many old recollections, and how many dormant sympathies, does Christmas time awaken!
Charles Dickens illustrated by Roberto Innocenti (Italian, 1940)
We write these words now, many miles distant from the spot at which, year after year, we met on that day, a merry and joyous circle.
Many of the hearts that throbbed so gaily then, have ceased to beat; many of the looks that shone so brightly then, have ceased to glow; the hands we grasped, have grown cold; the eyes we sought, have hid their lustre in the grave; and yet the old house, the room, the merry voices and smiling faces, the jest, the laugh, the most minute and trivial circumstances connected with those happy meetings, crowd upon our mind at each recurrence of the season, as if the last assemblage had been but yesterday!
Happy, happy Christmas, that can win us back to the delusions of our childish days; that can recall to the old man the pleasures of his youth; that can transport the sailor and the traveller, thousands of miles away, back to his own fireside and his quiet home!
Robert William Buss | Dickens's Dream, 1875 | Charles Dickens Museum, London
Charles Dickens illustrated by Roberto Innocenti (Italian, 1940)
Il Circolo Pickwick (The Posthumous Papers of the Pickwick Club, abbreviato in The Pickwick Papers, 1836) fu il primo romanzo dello scrittore Britannico Charles Dickens.
Viene considerato uno dei capolavori della letteratura britannica.
Il romanzo fu pubblicato a fascicoli, come molte altre opere dell'epoca, sia di Dickens che di altri autori.
La pubblicazione dei fascicoli divenne una sorta di evento: nelle famiglie, nei cortili, si aspettava che chi ne aveva i mezzi, comperasse il fascicolo e lo leggesse a chi non ne aveva la possibilità.
Dickens, con umorismo e sagacia, inventa un ritratto eccentrico e nostalgico di un'Inghilterra umana e cordiale, immagine che verrà capovolta nei successivi romanzi, più drammatici, che rappresenteranno invece tutto il cinismo della società del suo tempo.
Charles Dickens | Il circolo Pickwick, 1836
Capitolo 28 | Che è un giocondo capitolo natalizio
E veramente innumerevoli sono quei cuori cui reca il Natale una breve stagione di gaudio e di felicità.
Quante e quante famiglie, sparse e disseminate di qua e di là dalle lotte assidue della vita, si riuniscono in quel giorno, s’incontrano di nuovo in quella cara compagnia, in quella vicendevole affettuosità, che è sorgente di tanta purissima gioia e che così poco s’accorda con le cure e i dolori del mondo, che la credenza religiosa delle più civili nazioni e le rozze tradizioni dei popoli più selvaggi l’annoverano fra le prime delizie di una vita futura, preparata per gli eletti!
Charles Dickens illustrated by Roberto Innocenti (Italian, 1940)
Quante vecchie memorie, quante simpatie sopite non desta il Natale!
Noi scriviamo ora queste parole, molte miglia lontani dal luogo dove, tutti gli anni, ci troviamo quel giorno in lieta e cara compagnia.
Tanti di quei cuori, che battevano allora così giocondi, hanno cessato di battere; tanti di quegli sguardi, che splendevano allora di tanta luce, si sono spenti; le mani che stringevamo son divenute gelide; gli occhi che cercavamo hanno nascosto il loro raggio nel sepolcro; e nondimeno la vecchia casa, la camera, le voci squillanti, le facce sorridenti, i giuochi, il riso, le più minute e volgari circostanze di quei felici ritrovi, ci si affollano alla mente ad ogni ritorno della stagione, come se l’ultimo ritrovo fosse stato ieri.
Caro, caro Natale, che hai il potere di ricondurci alle illusioni della fanciullezza, che ricordi al vecchio i piaceri della sua gioventù, che riconduci da mille miglia lontano il viaggiatore e il navigante al suo focolare, fra le pareti tranquille della sua casa!
Angus McBrid (British, 1931-2007) | A Christmas Carol by Charles Dickens