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Vittore Carpaccio | Mannerist painter

Vittore Carpaccio (1460/1465-1525) was an Italian painter of the Venetian school who studied under Gentile Bellini.
Carpaccio was largely influenced by the style of the early Italian Renaissance painter Antonello da Messina (1430-1479), as well as Early Netherlandish painting.
Although often compared to his mentor Gentile Bellini, Vittore Carpaccio's command of perspective, precise attention to architectural detail, themes of death, and use of bold color differentiated him from other Italian Renaissance artists.



Many of his works display the religious themes and cross-cultural elements of art at the time; his portrayal of St. Augustine in His Study from 1502, reflects the popularity of collecting "exotic" and highly desired objects from different cultures.
Carpaccio's works ranged from single pieces painted on canvas to altarpieces and large pictorial cycles.


Several of the altarpieces, including St. Thomas Aquinas Enthroned (1507), Presentation of Christ in the Temple (1510) and Martyrdom of the Ten Thousand (1515), were commissioned by churches in Venice, while the pieces following the year 1510 were primarily commissioned by individual patrons in Venice.
One of his largest pictorial series, The Legend of Saint Ursula, was begun in 1490.


He is perhaps known best for his large urban scenes, such as the Miracle of the Relic of the Cross at the Ponte di Rialto. This work offers some of the best impressions of Venice at the height of its power and wealth, illustrating the strong sense of civic pride among its citizens.
In other paintings he demonstrates a sense of fantasy that seems to look back to medieval romance, rather than sharing in the pastoral vision of the next generation.


By about 1510 Carpaccio's style was perceived by contemporaries as too conservative, showing little influence from the Humanist trends that transformed Italian Renaissance painting during his lifetime.
Scholarship in English dedicated to his biography and works remains meager when compared with the scholarship about his Venetian contemporaries, such as Giovanni Bellini or Giorgione. | Source: © Wikipedia















La pittura di Vittore Carpaccio (1460/66-1525/26) celebra fantasticamente Venezia al volgere del XV secolo, quando la Serenissima dominava un vasto impero marittimo-commerciale e fioriva come grande centro di cultura.
Infatti Carpaccio, regista-scenografo, con la sua particolare propensione per il poetico e il fantastico, trasporta le storie sacre dei cicli narrativi realizzati per varie confraternite nella vita vera, all’interno di fantastici scenari arricchiti di infiniti dettagli e riferimenti contemporanei all’ambiente e alla società della sua straordinaria città.


Così le sue opere, forse più di quelle di altri artisti veneziani del Rinascimento, ci restituiscono l’essenza stessa della “venezianità”, ossia lo spettacolo sfarzoso e la mitologia della Repubblica Serenissima, al suo apogeo economico e culturale.
Carpaccio fu un inventivo pittore per soggetti religiosi di destinazione pubblica e privata (dipinti d’altare, portelle d’organo, Madonne col Bambino, profonde meditazioni sulla Passione di Cristo ecc.); ma anche di opere per l’ambito civile, sia istituzionale che domestico (ritratti, mobili dipinti nonché singolari arredi, come la porta a soffietto di cui era parte la famosa tavola con le Due dame del Museo Correr, in mostra ricongiunta eccezionalmente alla Caccia in valle che la completava superiormente).


Pur con tutto ciò, riscoperta e valorizzata l’opera di Carpaccio dagli storici dell’arte tra fine Ottocento e prima metà del Novecento, nell’ultimo mezzo secolo essa è stata piuttosto trascurata dalla storiografia, specie nella ricostruzione critica degli sviluppi stilistici che procedono da Giovanni Bellini fino a Giorgione ed a Tiziano; ciò è confermato dal fatto che a Carpaccio non sia stata più dedicata un’esposizione monografica dal 1963, anno della storica mostra a Palazzo Ducale.


Oggi, finalmente - specie in seguito a recenti scoperte e nuove attribuzioni, nonché a restauri straordinariamente rivelatori proprio dei maggiori cicli narrativi tuttora conservati a Venezia - si sente necessaria un’aggiornata rilettura storico-critica della pittura di Carpaccio e della sua evoluzione.
Con tali essenziali obiettivi, dalla collaudata collaborazione di Fondazione Musei Civici di Venezia e National Gallery of Art di Washington, con la cura scientifica di Peter Humfrey - riconosciuto studioso specialista del pittore e del suo contesto - è nato il progetto della mostra nelle due sedi di Washington e Venezia, fondata su una selezione mirata delle migliori opere dell’artista. | Fonte: © Palazzo Ducale di Venezia