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Leonardo da Vinci | Del dare i lumi..

Trattato della Pittura
Parte quinta | Capitoli 744-759


Indice
744. Regola del porre le debite ombre e i debiti lumi ad una figura, ovvero corpo laterato.
745. Regola del porre le vere chiarezze de' lumi sopra i lati del predetto corpo.
746. Perché pare piú chiaro il campo illuminato intorno all'ombra derivativa stando in casa che in campagna.
747. Del dare i lumi.


748. Del dare con artificiosi lumi ed ombre aiuto al finto rilievo della pittura.
749. Del circondare i corpi con varî lineamenti di ombra.
750. Modo di fare alle figure l'ombra compagna del lume e del corpo.
751. De' siti de' lumi e delle ombre delle cose vedute in campagna.
752. Se il sole è in oriente e l'occhio a settentrione, ovvero a meridie.
753. Del sole e dell'occhio posti all'oriente.
754. Del sole all'oriente e l'occhio all'occidente.
755. Ricordo al pittore.
756. Della convenienza delle ombre compagne de' loro lumi.
757. In che parte de' corpi ombrosi si dimostreranno i loro colori di piú eccellente bellezza.
758. Perché i termini de' corpi ombrosi si mostrano alcuna volta piú chiari o piú scuri che non sono.
759. Che differenza è dalla parte illuminata nella superficie de' corpi ombrosi alla parte lustra.

744. Regola del porre le debite ombre e i debiti lumi ad una figura, ovvero corpo laterato.

Tal sarà la maggiore o minore oscurità dell'ombra ovvero la maggiore o minor chiarezza di lume che ferirà sopra le faccie di un corpo laterato, qual sarà la maggiore o minore grossezza dell'angolo che si rinchiude, infra la linea centrale del luminoso che percuote sopra il mezzo del lato illuminato e la superficie di esso lato illuminato; come se il corpo illuminato fosse colonnato ottangolare, la fronte del quale è posta qui in margine; e sia che la linea centrale ra, la quale si estende dal centro del luminoso r al centro del lato sc; e sia ancora che la linea centrale rd si estenda dal centro di esso luminoso r al centro del lato cf; dico che tal proporzione sarà dalla qualità del lume che riceve da esso luminoso il lato sc a quella che dal medesimo luminoso riceve il secondo lato cf, qual sarà dalla grossezza dell'angolo bac alla grossezza dell'angolo edf.

745. Regola del porre le vere chiarezze de' lumi sopra i lati del predetto corpo.

Sia tolto un colore simile al colore del corpo che tu vuoi imitare, e sia tolto il colore del principale lume col quale vuoi illuminare esso corpo; dipoi, se tu trovi che il sopradetto maggiore angolo sia duplo all'angolo minore, allora tu torrai una parte del colore naturale del corpo che vuoi imitare, e dàgli due parti del lume che tu vuoi ch'esso riceva, ed avrai posto il lume duplo al lume minore; dipoi, per fare il lume subduplo, togli una sola parte di esso colore naturale del già detto corpo, ed aggiungigli solo una parte del detto lume, e cosí avrai fatto sopra un medesimo colore un lume il quale sarà doppio l'uno all'altro, perché sopra una quantità di esso colore è data una simile quantità di lume, ed all'altra quantità son date due quantità di tale lume.
E se tu vuoi misurare di punto esse quantità di colori, abbi un piccolo cucchiaro col quale tu possa pigliare le tue quantità eguali, com'è posto qui in margine.
E quando tu hai con esso tolto il tuo colore, tu lo radi colla piccola riga, come far si suole alle misure delle biade quando si vendono esse biade.

746. Perché pare piú chiaro il campo illuminato intorno all'ombra derivativa stando in casa che in campagna.

Il campo chiaro che circonda l'ombra derivativa è piú chiaro vicino ad essa ombra che nelle parti piú remote; e questo accade quando tal campo riceve il lume da una finestra, e non accade in campagna.
E come questo nasce sarà definito a suo luogo nel libro dell'ombra e lume.

747. Del dare i lumi.

Da' prima un'ombra universale per tutta la parte contenente che non vede il lume, poi dàgli ombre mezzane, e le principali a paragone l'una dell'altra, e cosí da' il lume contenente di mezzano lume, dandogli poi i mezzi e i principali similmente a paragone.


748. Del dare con artificiosi lumi ed ombre aiuto al finto rilievo della pittura.

Nell'aumentare la pittura nel suo rilievo userai fare, infra la finta figura e quella cosa visiva che riceve la sua ombra, una linea di chiaro lume che divida la figura dall'oscurato obietto; e nel medesimo obietto farai due parti chiare che mettano in mezzo l'ombra fatta nel muro dalla contrapposta figura.
Usa spesso fare quelle membra che tu vuoi che si partano alquanto dal loro corpo, e massime quando le braccia intraversano il petto, di fare che infra il battimento dell'ombra del braccio sul petto e la propria ombra del braccio resti alquanto di lume, che paia che passi nello spazio ch'è infra il petto ed il braccio.
E quando tu vuoi che il braccio paia piú distante dal petto, tanto piú fa detto lume maggiore, e sempre fa che tu t'ingegni di accomodare i corpi in campi che la parte di essi corpi ch'è oscura termini in campo chiaro, e la parte del corpo illuminata termini in campo oscuro.

749. Del circondare i corpi con varî lineamenti di ombra.

Fa che sempre le ombre fatte sopra la superficie de' corpi da varî obietti usino ondeggiare con varî torcimenti, mediante la varietà de' membri che fanno le ombre e della cosa che riceve essa ombra.

750. Modo di fare alle figure l'ombra compagna del lume e del corpo.

Quando fai una figura e che tu vuoi vedere se l'ombra è compagna del lume, ch'essa non sia o piú rossa o gialla che si sia la natura dell'essere del colore che tu vuoi adombrare, farai cosí: fa l'ombra col tuo dito sopra la parte illuminata, e se l'ombra accidentale da te fatta sarà simile all'ombra naturale fatta dal dito sopra la tua opera, starà bene, e puoi col dito piú presso o piú lontano fare ombre piú scure o piú chiare, le quali sempre paragona colla tua.


751. De' siti de' lumi e delle ombre delle cose vedute in campagna.

Quando l'occhio vede tutte le parti de' corpi veduti dal sole, esso vedrà tutti i corpi senz'ombra.
Provasi per la nona che dice: la superficie di ogni corpo opaco partecipa del colore del suo obietto.
Adunque, essendo il sole obietto di tutte quelle parti delle superficie de' corpi che lo vedono, esse parti di superficie partecipano della chiarezza del sole che li illumina.
Risguarderà essi corpi, ed è impossibile che possa vedere altra parte di tali corpi che si sia quella ch'è veduta dal sole.
Adunque non vedrà primitiva né derivativa di nessuno de' predetti corpi.

752. Se il sole è in oriente e l'occhio a settentrione, ovvero a meridie.

Quando il sole è all'oriente e l'occhio a settentrione o a meridie, allora l'occhio vedrà le ombre primitive de' corpi orientali ed i lumi de' corpi occidentali, ed esso essere appunto in mezzo ai lumi ed alle ombre de' corpi.

753. Del sole e dell'occhio posti all'oriente.

Quando il sole e l'occhio saranno all'oriente, allora tutte le parti delle superficie che vedono il sole si dimostreranno all'occhio illuminate, per la nona di questo.

754. Del sole all'oriente e l'occhio all'occidente.

Quando l'occhio di occidente vede il sole all'oriente, allora i corpi opachi interposti infra l'oriente e l'occidente mostreranno all'occhio le sue ombre. Seguita che un paese è mezzo chiaro e mezzo scuro.

755. Ricordo al pittore.

Adunque tu, o pittore, quando figuri i tuoi paesi o campagne col lume a destra o a sinistra, ricordati, per la sopradetta conclusione, come le ombre de' corpi hanno ad occupare con maggiore o minor quantità, quanto essi corpi sono piú vicini o piú remoti dalla causa che li illumina.

756. Della convenienza delle ombre compagne de' loro lumi.

In questa parte tu devi avere gran rispetto alle cose circostanti a que' corpi che tu vuoi figurare, per la prima del quarto, che prova che la superficie di ogni corpo ombroso partecipa del colore del suo obietto; ma si deve accomodare coll'arte a fare a riscontro delle ombre de' corpi verdi cose verdi, come prati e simili convenienze acciocché l'ombra, partecipando del colore di tale obietto, non venga a degenerare ed a parere ombra di altro corpo, che verde; perché se tu metterai il rosso illuminato a riscontro dell'ombra, la quale è in sé verde, questa tale ombra rosseggierà e farà colore di ombra, la quale sarà bruttissima e molto varia dalla vera ombra del verde; e quel che di tal colore si dice, s'intende di tutti gli altri.

757. In che parte de' corpi ombrosi si dimostreranno i loro colori di piú eccellente bellezza.

L'eccellente bellezza di qualunque colore che non abbia in sé lustro sarà sempre nell'eccellente chiarezza della parte piú illuminata di essi corpi ombrosi.

758. Perché i termini de' corpi ombrosi si mostrano alcuna volta piú chiari o piú scuri che non sono.


I termini de' corpi ombrosi si dimostrano tanto piú chiari o piú scuri che non sono, quanto il campo che con loro confina sarà piú scuro o piú chiaro del colore di quel corpo che lo termina.

759. Che differenza è dalla parte illuminata nella superficie de' corpi ombrosi alla parte lustra.

La parte del corpo ombroso che si illumina parrà tanto men luminosa quanto essa piú si avvicinerà al suo lustro; e questo è causato dalla gran varietà ch'è infra loro ne' loro confini, la quale è cagione che la parte men lucida pare oscura in tali confini, e la parte lucida del lustro pare chiarissima.
Ma queste tali superficie che ricevono le dette impressioni sono di natura di specchi confusi, i quali pigliano confusamente il simulacro del sole e del cielo che gli fa campo, e similmente del lume di una finestra e della oscurità della parete nella quale è fatta essa finestra.