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Leonardo da Vinci | Quali colori fan piú varietà di lumi alle ombre

Trattato della Pittura
Parte quinta | Capitoli 681-705


Indice
681. Qual colore di corpo farà ombra piú differente dal lume, cioè qual sarà piú oscura.
682. Qual parte di un corpo sarà piú illuminata da un medesimo lume in qualità.
683. Egualità di ombre in pari corpi ombrosi e luminosi in diverse distanze.
684. Qual luminoso è quello che mai vedrà se non la metà dello sferico ombroso.
685. S'egli è possibile che per alcuna distanza un corpo luminoso possa illuminare solamente la metà di un corpo ombroso minore di esso.


686. Delle varie oscurità delle ombre de' corpi in pittura contraffatte.
687. Quali colori fan piú varietà di lumi alle ombre.
688. Tutti i colori nelle lontane ombre sono ignoti ed indiscernibili.
689. De' colori delle specie degli obietti che tingono di sé le superficie de' corpi opachi.
690. Del color falso delle ombre de' corpi opachi.
691. Qual è in sé vera ombra de' colori de' corpi.
692. Qual obietto tinge piú della sua similitudine le superficie bianche de' corpi opachi.
693. Degli accidenti delle superficie de' corpi.
694. Del colore delle ombre, e quanto si oscurano.
695. De' colori de' lumi illuminatori de' corpi ombrosi.
696. Quel che fan le ombre co' lumi ne' paragoni.
697. Quali sono gli obietti delle carni che le fanno dimostrare le ombre compagne de' lumi.
698. Delle ombre de' visi che passando per le strade molli non paiono compagne delle loro incarnazioni.
699. Della qualità dell'aria alle ombre e ai lumi.
700. De' lumi piccoli.
701. Qual superficie fa minor differenza di chiaro e di scuro.
702. Dov'è maggior varietà dalle ombre ai lumi, o nelle cose vicine o nelle remote.
703. Quale sarà quel corpo che di pari colore e distanza dall'occhio men varia i suoi lumi dalle ombre.
704. Perché si conoscono le vere figure di qualunque corpo vestito e terminato nelle superficie.
705. Della discrezione delle ombre de' siti e delle cose poste in quelli.

Leonardo da Vinci | Vergine delle Rocce | National Gallery London

681. Qual colore di corpo farà ombra piú differente dal lume, cioè qual sarà piú oscura.

Quel corpo avrà le sue parti ombrose piú remote di chiarezza rispetto alle parti illuminate, il quale sarà di colore piú propinquo al bianco.

682. Qual parte di un corpo sarà piú illuminata da un medesimo lume in qualità.

Quella parte di un corpo che sarà illuminata da una qualità luminosa, sarà di piú intensa chiarezza di quella la quale è percossa da piú grosso angolo luminoso.Provasi, e sia l'emisfero rmc, il quale illumina la casa klof; dico che quella parte della casa sarà piú illuminata ch'è percossa da piú grosso angolo nato da una medesima qualità luminosa.
Adunque in f, dove percuote nfc, sarà piú intensa chiarezza di lume, che dove percuote l'angolo edc, e la proporzione de' lumi sarà la medesima che quella degli angoli, e la proporzione degli angoli sarà la medesima di quella della loro base nc ed ec, de' quali il maggiore eccede il minore in tutta la parte ne; e cosí in a, sotto la gronda del tetto di tal casa, sarà tanto minor luce che in d, quanto la base bc di tale angolo bac è minore della base ec; e cosí seguita sempre proporzionatamente, essendo il lume di una medesima qualità.

Ed il medesimo ch'è detto di sopra si conferma in qualunque corpo illuminato del nostro emisfero; e qui si manifesta nella parte dell'obietto sferico sotto l'emisfero k ed f, il quale nel punto b è illuminato da tutta la parte ace, e nella parte d dall'emisfero ef, ed in o dal gf, ed in n da mf, ed in h da sf, e cosí hai conosciuto dov'è il primo lume e la prima ombra in qualunque corpo.

Quella parte di un corpo ombroso sarà piú luminosa, che da maggior somma di lume sarà illuminata. Adunque, ponendo pel corpo ombroso il corpo abc ed idfn pel corpo luminoso, cioè l'emisfero illuminato, nella parte c ha il doppio piú lume che nella parte b, e tre quarti piú che in a, perché, c è illuminato dal cielo dgfe, e b dal df, ch'è la metà meno di de, e la parte a sarà solo illuminata dalla quarta parte di de, cioè da gd.

La superficie di ogni corpo opaco partecipa del colore del suo obietto. Sia d il corpo opaco, an sia il corpo luminoso, ac sia di un colore oscuro, cd sia il piano illuminato dall'emisfero afmn; per l'antidetta r sarà piú illuminata che o; o che s; s che t; e il simile faranno le parti che son volte ad ac, corpo oscuro, ed il simile quelle che son volte al luogo illuminato cd; e di qui nasce lume e ombra, e lume riflesso.

L'ombra che resta sotto gli sporti delle copriture degli edifici, la quale fa il sole, in ogni grado di altezza acquista oscurità.
La cosa veduta dentro alle abitazioni illuminate da lume particolare ed alto di qualche finestra dimostrerà gran differenza infra i lumi e le sue ombre, e massime se l'abitazione sarà grande o scura.
Quando il lume particolare illuminerà il suo obietto, il quale obietto abbia in opposita parte alcuna cosa illuminata dal medesimo lume, che sia di color chiaro, allora nascerà il controlume, cioè riflesso, ovvero riverberazione. Quella parte del lume riflesso che veste in parte la superficie de' corpi, sarà tanto men chiara che la parte illuminata dall'aria, quanto essa è meno chiara dell'aria.
E tu, pittore, che usi le istorie, fa che le tue figure abbiano tante varietà di lumi e di ombre, quanto son varî gli obietti che le hanno create, e non far maniera generale.

La parte della superficie di ogni corpo partecipa di tanti varî colori, quanti son quelli che gli stanno per obietto.
La campagna illuminata dal sole avrà le ombre di qualunque cosa di grande oscurità, e quel che la vedrà per l'opposita parte che la vede il sole, gli parrà oscurissima e le cose remote gli parranno propinque.
Ma quando tu vedrai le cose per la linea che le vede il sole, esse ti si mostreranno senza ombre, e le cose propinque ti si mostreranno remote ed incognite di figura.
La cosa che sarà illuminata dall'aria senza sole avrà quella parte piú oscura, che vedrà manco aria, e tanto piú oscura quanto essa sarà veduta da maggior somma di sito oscuro.

Le cose vedute alla campagna hanno poca differenza dalle loro ombre ai loro lumi, e le ombre saranno quasi insensibili e senza alcuna terminazione; anzi, a similitudine di fumi, s'andranno perdendo inverso le parti luminose, e sol quivi saranno piú oscure, dov'esse saranno private dell'obietto dell'aria.
La cosa veduta in luoghi poco luminosi, od in sul principiare della notte, ancora essa avrà poca differenza dai lumi alle ombre, e se sarà intera notte, la differenza infra i lumi e le ombre all'occhio umano è tanto insensibile, che perde la figura del tutto e solo si dimostra alle sottili viste degli animali notturni.

Le cose per distanza ti si mostrano ambigue e dubbiose; falle con tal confusione, se no esse non parranno della medesima distanza; non terminare i loro confini con certa terminazione, perché i termini sono linee o angoli, e per essere le ultime delle cose minime, non che di lontano, ma d'appresso, saranno invisibili.
Se la linea e cosí il punto matematico son cose invisibili, i termini delle cose, per essere ancora essi in linea, sono invisibili, essendo propinqui; adunque, tu, pittore, non terminerai le cose remote dall'occhio, nelle quali distanze, non ch'essi termini, ma le parti de' corpi sono insensibili.
Tutte le cose illuminate partecipano del colore del loro illuminante.

Le cose ombrate ritengono del colore della cosa che le oscura.
Quanto maggiore è il lume della cosa illuminata, tanto piú oscuro pare il corpo ombroso che in esso campeggia.

683. Egualità di ombre in pari corpi ombrosi e luminosi in diverse distanze.

Possibile è che un medesimo corpo ombroso pigli eguale ombra da luminosi di varie grandezze. fogr è un corpo ombroso, del quale l'ombra è fgo, generata dalla privazione dell'aspetto del luminoso de nella vera distanza, e dal luminoso bc nella distanza remota; e questo nasce che l'uno e l'altro luminoso è egualmente privato dell'aspetto ombroso fog mediante la rettitudine delle linee ab, pc. Il medesimo diremo di due luminosi in varie distanze da un ombroso, cioè il luminoso rs grande ed il luminoso ac piccolo, variamente remoti da esso ombroso nmoq.

684. Qual luminoso è quello che mai vedrà se non la metà dello sferico ombroso.

Quando lo sferico ombroso sarà illuminato dallo sferico luminoso di grandezza eguale allo sferico ombroso, allora la parte ombrosa e quella luminosa di esso corpo ombroso saranno infra loro eguali. Sia abcd lo sferico ombroso eguale allo sferico luminoso ef; dico la parte ombrosa abc dello sferico ombroso essere eguale alla parte luminosa abd.
E provasi cosí: le parallele e f s t son contingenti alle fronti dal diametro ab, cioè diametro dello sferico ombroso, il quale diametro passa pel centro di esso sferico, che, essendo diviso nel diametro detto, sarà diviso per eguali, e l'una parte sarà tutta ombrosa e l'altra sarà tutta luminosa.

685. S'egli è possibile che per alcuna distanza un corpo luminoso possa illuminare solamente la metà di un corpo ombroso minore di esso.

Impossibile è che per alcuna distanza un luminoso maggiore di un ombroso possa illuminare appunto la metà di esso ombroso. Quel ch'è detto si prova per le linee parallele, le quali si causano per essere equidistanti infra loro; ed infra linee equidistanti non s'include punto se non corpi sferici di quel diametro; adunque gli estremi di due sferici ineguali non saranno contingenti a due linee parallele.

686. Delle varie oscurità delle ombre de' corpi in pittura contraffatte.

La superficie di ogni corpo opaco partecipa del colore del suo obietto, e tanto piú o meno quanto l'obietto gli sarà piú vicino o remoto.Provasi la prima parte, e sia gbc la superficie del corpo opaco, il quale porremo che sia di superficie bianca, e che l'obietto rs sia nero, e l'obietto nm sia ancor esso bianco; e per la nona di questo, che prova che ogni corpo empie l'aria circostante delle specie del suo colore e della similitudine del corpo colorito, rs, obietto nero, empirà l'aria, che gli sta dinanzi, di colore oscuro, il quale terminerà in vgb, parte del corpo opaco gbc, la qual parte si tingerà nello stesso colore del suo obietto rs, ed il corpo bianco dell'altro obietto nm imbiancherà tutta la parte del corpo opaco in gbc; adunque nell'opaco si troverà tutto gv in semplice partecipazione di nero rs, ed in bc in semplice bianco, ed in gb ch'è veduto dall'obietto bianco e dall'obietto nero, sarà color composto di bianco e di nero, cioè superficie di color misto.

Per la seconda parte della detta proposizione molto sarà piú oscuro in g che in b, perché g è piú vicino al corpo nero rs, che non è b, e questo è manifesto per la definizione del cerchio in geometria, com'è figurato; ed oltre di questo nell'angolo b per essere il minore angolo che sia, com'è provato in geometria nell'angolo della contingenza, b non può vedere altro che l'estremo del corpo rs nel punto r, ed oltre questo si aggiunge in b la chiarezza dell'obietto bianco nm, il quale, ancoraché fosse nero, per essere piú remoto dal b che g dall'rs, com'è provato, b non sarebbe mai di tanta oscurità quanto è quella del g.Quel colore sarà veduto da piú distante luogo, che sarà piú remoto dal nero. E quello si dimostrerà in pari distanze di piú espediti termini, il quale sarà veduto in campo piú disforme in chiarezza od in oscurità di esso colore.

687. Quali colori fan piú varietà di lumi alle ombre.

Infra i colori sarà maggior differenza dalle loro ombre ai loro lumi, i quali saran piú simili alla bianchezza, perché il bianco ha piú chiara illuminazione e piú oscura ombrosità che altro colore, benché né il bianco né il nero sien nel numero de' colori.

688. Tutti i colori nelle lontane ombre sono ignoti ed indiscernibili.

Tutti i colori di lontano saranno nelle ombre ignorati, perché la cosa che non è tocca dal principale lume non è potente a mandare di sé all'occhio per l'aria piú luminosa la sua similitudine, perché il minore lume è vinto dal maggiore.
Esempio: noi vediamo, essendo in una casa, che tutti i colori i quali sono nelle pareti delle mura si veggono chiaramente ed espeditamente quando le finestre di detta abitazione sono aperte; e se noi usciremo fuori di essa casa e riguarderemo un poco di lontano per dette finestre le pitture fatte su dette mura, in iscambio di esse pitture vedremo una continuata oscurità.

689. De' colori delle specie degli obietti che tingono di sé le superficie de' corpi opachi.

Molte sono le volte che le superficie de' corpi opachi nel tingersi de' colori de' loro obietti pigliano colori che non sono in essi obietti. Provasi: cd sia il corpo opaco, ed ab sia il suo obietto, il quale porremo che sia di color giallo, ed il corpo opaco azzurro; dico che tutta la parte della superficie dnc di tal corpo opaco, che in sé è azzurro, si dimostrerà esser verde, ed il simile farebbe se l'opaco fosse giallo e l'obietto azzurro; e questo nasce perché i colori varî, quando sono misti, si trasmutano in un terzo colore, partecipante dell'uno e dell'altro; e per questo il giallo misto coll'azzurro fa verde, il qual verde è un composto de' suoi componenti, che manifestamente si comprende dal pittore speculativo.

690. Del color falso delle ombre de' corpi opachi.

Quando un opaco fa la sua ombra nella superficie di un altro opaco, il quale sia illuminato da due varî luminosi allora tale ombra non dimostrerà essere del medesimo corpo opaco, ma di altra cosa.Provasi: nde sia il corpo opaco, e sia bianco in sé, e sia illuminato dall'aria ab e dal fuoco cg, dipoi sia anteposto infra il fuoco e l'opaco l'obietto op, del quale l'ombra si taglierà nella superficie in dn; ora in esso dn non illumina piú il rossore del fuoco, ma l'azzurro dell'aria, onde in dn sarà partecipante di azzurro ed in nf vede il fuoco; adunque l'ombra azzurra termina di sotto col rossore del fuoco sopra tale opaco, e di sopra termina con colore di viola, cioè che in de è illuminato da un misto composto dell'azzurro dell'aria ab e del rossore del fuoco de, ch'è quasi colore di viola; e cosí abbiamo provato tale ombra esser falsa, cioè ch'essa non è ombra del bianco, né ancora del rossore che la circonda.

691. Qual è in sé vera ombra de' colori de' corpi.

L'ombra de' corpi non deve partecipare di altro colore, che quel del corpo dove si applica; adunque, non essendo il nero connumerato nel numero de' colori da esso si tolgono le ombre di tutti i colori de' corpi con piú o meno oscurità, che piú o men si richiede nel suo luogo, non perdendo mai integralmente il colore di detto corpo, se non nelle tenebre incluse dentro ai termini del corpo opaco.
Adunque tu, pittore, che vuoi ritrarre, tingi alquanto le pareti del tuo studio di bianco misto con nero, perché bianco e nero non è colore.

Leonardo da Vinci | Vergine delle Rocce (detail) | National Gallery London

692. Qual obietto tinge piú della sua similitudine le superficie bianche de' corpi opachi.

Quell'obietto tingerà piú della sua similitudine le superficie de' corpi bianchi opachi, il quale sarà di natura piú remoto dal bianco. Quel che qui si dimostra essere piú remoto dal bianco è il nero, e questo è quello in che la superficie del bianco opaco piú si tingerà che di nessun colore di altri obietti.

693. Degli accidenti delle superficie de' corpi.

La superficie di ogni corpo opaco partecipa del colore del suo obietto, il qual colore sarà sopra essa superficie tanto piú sensibile, quanto la superficie di tal corpo sarà piú bianca e quanto tal colore le sarà piú vicino.

694. Del colore delle ombre, e quanto si oscurano.

Siccome tutti i colori si tingono nell'oscurità delle tenebre della notte, cosí l'ombra di qualunque colore finisce in esse tenebre; adunque tu, pittore, non osservare che nelle ultime tue oscurità si abbia a conoscere i colori che confinano insieme, perché se natura nol concede, e che tu fai professione di essere imitatore di natura quanto nell'arte si concede, non ti dare ad intendere di racconciare i suoi errori, perché errore non è in essa, ma sappi ch'esso è in te; conciossia, dato un principio, egli è necessario che seguiti un mezzo ed un fine compagno di esso principio.

695. De' colori de' lumi illuminatori de' corpi ombrosi.

Il corpo ombroso posto infra propinque pareti in luogo tenebroso, il quale da un lato sia illuminato da un minimo lume di candela,e dall'opposita sua parte sia illuminato da un minimo spiracolo di aria, se sarà bianco, allora tal corpo si dimostrerà da un lato giallo e dall'altro azzurro, stando l'occhio in luogo illuminato dall'aria.

696. Quel che fan le ombre co' lumi ne' paragoni.

I vestimenti neri fan parere gli uomini piú rilevati che i vestimenti bianchi; e questo nasce per la terza del nono che dice: la superficie di ogni corpo opaco partecipa del colore del suo obietto.
Adunque seguita che le parti del volto che vedono e son vedute dagli obietti neri, si dimostrano partecipare di esso nero; e per questo le ombre saranno oscure e di gran differenza dalle parti di esso volto illuminate.
Ma i vestimenti bianchi faranno le ombre de' visi partecipanti di tal bianchezza, e per questo le parti del volto si dimostreranno di poco rilievo per avere il chiaro e lo scuro infra loro poca differenza di chiaro e di scuro; seguita che in questo caso l'ombra del viso non sarà vera ombra di tali carni.

697. Quali sono gli obietti delle carni che le fanno dimostrare le ombre compagne de' lumi.

Il lume di vetro incarnato e l'abitazione dell'uomo tinta nel medesimo incarnato, e cosí i vestimenti, faranno parere il volto co' veri lumi ed ombre delle sue carni, e questo modo è utilissimo per far parere la carni bellissime; ma tal precetto è contro ai precetti delle figure poste in campagna circuita da diversi colori, che essendo poi la figura posta in tal campagna, essa sarebbe contro alla terza del nono di questa.

698. Delle ombre de' visi che passando per le strade molli non paiono compagne delle loro incarnazioni.

Quello che si dimanda accade che spesse volte un viso sarà colorito o bianco e le ombre gialleggieranno, e questo accade che le strade bagnate piú gialleggiano che le asciutte, e che le parti del viso che sono volte a tali strade sono tinte della giallezza ed oscurità delle strade che gli stanno per obietto.

699. Della qualità dell'aria alle ombre e ai lumi.

Quel corpo farà maggiore differenza dalle ombre ai lumi, che si troverà esser visto da maggior lume, come lume di sole, o la notte il lume del fuoco; e questo è poco da usare in pittura, perché le opere rimangono crude e senza grazia.
In quel corpo che si troverà in mediocre lume sarà poca differenza dai lumi alle ombre; e questo accade sul far della sera, o quando è nuvolo; e queste opere sono dolci, ed havvi grazia ogni qualità di volto, sicché in ogni cosa gli estremi sono viziosi; il troppo lume fa crudo, il troppo scuro non lascia vedere; il mezzano è buono.

700. De' lumi piccoli.

Ancora i lumi fatti da piccole finestre fanno gran differenza dai lumi alle ombre, e massime se la stanza da quelle illuminata sarà grande; e questo non è buono da usare.

701. Qual superficie fa minor differenza di chiaro e di scuro.

La superficie nera, e quelle ancora che piú partecipano di essa nigredine, ha minor differenza infra le sue parti ombrose e luminose che alcun'altra, perché la parte illuminata si dimostra esser nera, e l'ombrata non può esser altro che nera, ma con poca varietà acquista alquanto di piú oscurità che la parte nera illuminata.

702. Dov'è maggior varietà dalle ombre ai lumi, o nelle cose vicine o nelle remote.

Quel corpo ombroso avrà men differenza infra i suoi lumi ed ombre, il quale sarà piú remoto dall'occhio, e cosí di converso essendo vicino ad esso occhio per causa della chiarezza dell'aria luminosa la quale s'interpone con maggior grossezza infra l'occhio ed esso corpo ombroso quando è remoto ch'essendo vicino.

703. Quale sarà quel corpo che di pari colore e distanza dall'occhio men varia i suoi lumi dalle ombre.

Quel corpo mostrerà men differenza dalle sue ombre a' suoi lumi, il quale sarà in aria di maggiore oscurità; e cosí di converso essendo in aria di maggior splendore; come ci mostran le cose poste nelle tenebre, le quali non si possono conoscere, e le cose anteposte allo splendore del sole, che le ombre paiono tenebrose rispetto alle parti percosse dai raggi solari.

704. Perché si conoscono le vere figure di qualunque corpo vestito e terminato nelle superficie.

Le ombre e i lumi sono certissima causa a far conoscere le figure di qualunque corpo, perché un colore di eguale chiarezza od oscurità non può dimostrare il suo rilievo, ma fa ufficio di superficie piana, la quale con egual distanza in tutte le sue parti sia egualmente distante dallo splendore che lo illumina.

705. Della discrezione delle ombre de' siti e delle cose poste in quelli.

Se il sole sarà nell'oriente e guarderai inverso occidente, vedrai tutte le cose illuminate essere interamente private di ombra, perché tu vedi ciò che vede il sole; e se riguarderai a mezzodí o tramontana, vedrai tutti i corpi essere circondati da ombra e lume, perché tu vedi quello che vede e non vede il sole; e se riguarderai verso il cammino del sole, tutti i corpi ti mostreranno la loro parte ombrata, perché quella parte che tu vedi non può esser veduta dal sole.

Leonardo da Vinci | Vergine delle Rocce (detail) | National Gallery London