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Lettere d'amore | Eleonora Duse a Gabriele D’Annunzio: "Eccoti l’anima mia"

Eleonora Duse (1858-1924) incontra per la prima volta Gabriele D'Annunzio (Scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista, 1863-1938) nel 1882, a Roma: quest'ultimo è un giovane affascinante, venuto da poco dagli Abruzzi, ma già potendo vantare la pubblicazione di tre sue opere.
Compare davanti alla Duse e le propone, tout court, di andare a letto con lui.
Eleonora lo congeda con sdegno, ma forse anche con un segreto compiacimento (in quel giorno lo descrive: Già famoso e molto attraente, con i capelli biondi e qualcosa di ardente nella sua persona).

Vittorio Matteo Corcos | Portrait of actress Eleonora Duse | Christie's

Eleonora Duse, soprannominata la divina, è considerata la più grande attrice teatrale della sua epoca ed una delle più grandi di tutti i tempi, simbolo indiscusso del teatro moderno, anche nei suoi aspetti più enfatici da diva; il critico contemporaneo Hermann Bahr la definì «la più grande attrice del mondo».

"Vedo il sole", scrisse Eleonora Duse nel primo biglietto per Gabriele d'Annunzio, e parlava di lui, che definirà il loro incontro "un incantesimo solare".
Momento fondamentale sia nella vita privata sia nella carriera artistica di Eleonora Duse fu un altro incontro con D'Annunzio, a Venezia nel 1894.

Il tempestoso legame sentimentale ed artistico che si stabilì tra l'attrice ed il poeta durò una decina d'anni e contribuì in modo determinante alla fama di D'Annunzio.
Eleonora Duse, già celebre ed acclamata in Europa ed oltre oceano, portò infatti sulle scene i drammi dannunziani (Il sogno di un mattino di primavera, La Gioconda, Francesca da Rimini, La città morta, La figlia di Iorio), spesso finanziando ella stessa le produzioni ed assicurando loro il successo e l'attenzione della critica anche fuori dall'Italia.

La Duse ispirò una parte molto importante dell'opera dannunziana, tale da essere la musa ispiratrice della raccolta poetica Alcyone, la più celebre delle raccolte poetiche dannunziane.
Infatti, durante la loro relazione, D'Annunzio scriveva circa 6000 versi al mese.

Agli anniversari della morte di Eleonora, il poeta si ritirava nella "Stanza del Lebbroso" (al Vittoriale) esclusivamente per meditare su di lei.
Inoltre, spesso affermava di vedere l'attrice in sogno.
Egli annotò: "Nessuna donna mi ha mai amato come Ghisola, né prima, né dopo" (Ghisola era il nome con cui d'Annunzio aveva ribattezzato la Duse, insieme con Ghisolabella, Isa, Perdita e Nomade).


Eleonora Duse a Gabriele D'Annunzio, Capri, 6 aprile 1897

… a te
Per te
Eccoti la mano, salda, intera.
Eccoti l’anima mia, tutta accolta, tutta verso la tua.
… Così doveva essere! Così l’anima mia voleva! -

Eccoti la pietra bianca - ah! La più bianca pietra per segnare il voto (come tu dicesti) di tutta questa mia bella e povera vita.
Quale altra cosa poteva darti l’anima mia? -

Così tutto.
Dopo la sera del gran pianto di ritorno da Segni (ricordi?) scrissi avallare
(laggiù)

Ilya Efimovich Repin | Portrait of actress Eleonora Duse, 1891

Accogli! Accogli!
Che il dono non t’attristi!
accogli! Accogli!1 -
e’ così - così voleva questa mia anima.
le cose non sono più…
che non sono più”.

… E’ notte mentre ti scrivo, sono arrivata nell’isola da poche ore. - La prima notte - E tu? -
Non ti bacio parlandoti stanotte, non piango, ma tutta la forza d’ogni forza senti nella mia vita, ora.

Ora sorridimi e mai più, mai più, ora, ti parlerò di me.
Alcuna promessa neppure da parte tua.
Noi, ora, vediamo, e sappiamo il valore di tanta vita, e, soli, verso il gran sogno il sogno che solo tu possiedi, che io sola (per ora, per un solo giorno!) posso trasmettere al mondo per bocca tua.

Eleonora Duse, 1885

Così, così sia! -

Io ti starò accanto, ora (io lo so! Io lo so!) tutta una notte intera, e né baci, né pianto ma luce dell’anima tua in dimestichezza alla mia!

Oh amore! Benedici! Benedici.

Benedici, tu, che sei benedetto, tu, che dal primo bacio ho benedetto, io, poveretta, con tanta profondità d’augurio di bene!
Ahi! Che non so dirti!
Io sapevo che così soltanto era possibile, alla mia anima la gioia e la vita.

Accogli, accogli!
Dimmelo che mi accogli!

Eleonora
E nulla, tu, devi promettere!


Eleonora Duse a Gabriele D'Annunzio, Capri, 7 aprile 1897, verso giorno

Ecco la notte è passata.
… e l’alba s’innamora!
La vedo.

La notte è stata profonda di silenzi, ma senza sonno.
La pioggia contro i vetri tutta la notte… Qualcuno forse piange nell’aria?

Ecco la luce, e il mare.
Oh! Sapessi dirti!
Anch’io so l’amore!