In tutte le culture la farfalla è stata assunta come segno di rinascita e rigenerazione, come simbolo dell’anima umana capace di rinnovarsi e trasformarsi.
Il particolare ciclo vitale della farfalla ha indubbiamente contribuito a tale associazione simbolica: la vita è rappresentata dallo stadio di bruco; la morte dallo stadio di crisalide inerte racchiusa nel bozzolo; la rinascita dalla farfalla che esce dall’involucro e vola via libera, immagine vivente della rinascita dello spirito, dell’anima liberata dall’involucro della materia, che lascia il corpo al momento della morte e diventa immortale.
Nella sua Historia animalium, scritta nel 344 a.C., Aristotele, dà alla farfalla il nome di "Psyche": non a caso, nella lingua greca, la parola psyche significa sia "anima" che "farfalla"; il mito in questione fu interpretato basandosi su questo doppio significato: Psyche dunque, premiata dagli dei con il dono dell'immortalità, è l’anima-farfalla che superati vari stadi di trasformazione e maturazione raggiunge la perfezione finale col divenire immortale ed eterna.
Al mito di Amore e Psyche si ispirò lo scultore neoclassico Antonio Canova (1757-1822) che scelse una farfalla per rappresentare l’anima di Psyche in una delicatissima opera in marmo.
La Farfalla bianca | Leggenda giapponese
In una casetta dietro al cimitero del tempio di Sazanji viveva un vecchio di nome Takahama.
Questi era molto abile e piaceva a tutti i suoi vicini, anche se molti di essi lo consideravano un po' pazzo.
A quanto sembra la sua pazzia consisteva semplicemente nel fatto che non si era mai sposato e non aveva mai mostrato desiderio di restare in intimità con una donna.
Un giorno di estate si ammalò tanto gravemente, che mandò a chiamare la cognata e il figlio di lei.
Louise Abbéma | A butterfly fairy
I due arrivarono e fecero tutto ciò che potevano per dargli sollievo nelle sue ultime ore.
Mentre lo vagliavano Takahama si addormentò.
Poco dopo una grande farfalla bianca volò dentro la stanza e si posò sul cuscino del vecchio.
Il ragazzo cercò di cacciarla via, ma quella tornò tre volte, come se fosse riluttante ad abbandonare il malato.
Alla fine il nipote di Takahama riuscì a farla uscire in giardino e a farla attraversare il cancello fino a farla entrare nel cimitero, dove si posò sulla tomba, di una donna e misteriosamente scomparve.
Osservando la tomba, il giovane trovò il nome "Akiko" scritto su di essa, insieme ad un epitaffio che raccontava come Akiko era morta all'età di diciotto anni.
Benché la tomba fosse ricoperta di muschio e sembrasse costruita decenni prima, il ragazzo notò che era circondata di fiori e che il piccolo serbatoio dell' acqua era stato riempito di recente.
Quando il giovane tornò a casa, Takahama era ormai morto.
Si rivolse alla madre e le raccontò quello che aveva visto al cimitero.
A quel punto mormorò la madre:" Quando tuo zio era giovane, fu fidanzato con Akiko.
La ragazza morì di tubercolosi proprio il giorno prima delle nozze. Quando lasciò questo mondo, tuo zio decise che non si sarebbe mai più sposato e che avrebbe vissuto per sempre vicino alla sua tomba. Per tutti questi anni ha mantenuto la sua promessa che ha conservato nel cuore tutti i dolci ricordi del suo unico amore".
Tutti i giorni Takahama si recava nel cimitero, sia che l' aria fosse profumata dalla brezza dell' estate, sia che fosse appesantita dalla neve che cadeva di inverno.
Tutti i giorni pregava che lei fosse felice bagnava la tomba con le sue lacrime e portava dei fiori.
Adesso che Takahama stava morendo e non poteva più svolgere il suo compito amoroso, Akiko è venuta per lui.
Quella farfalla bianca era la sua anima dolce e innamorata".
The white Butterfly | Japanese Legend
An old man named Takahama lived in a little house behind the cemetery of the temple of Sozanji. He was extremely amiable and generally liked by his neighbors, though most of them considered him to be a little mad. His madness, it would appear, entirely rested upon the fact that he had never married or evinced desire for intimate companionship with women.
One summer day he became very ill, so ill, in fact, that he sent for his sister-in-law and her son. They both came and did all they could to bring comfort during his last hours.
While they watched, Takahama fell asleep; but he had no sooner done so than a large white butterfly flew into the room and rested on the old man's pillow.
The young man tried to drive it away with a fan; but it came back three times, as if loath to leave the sufferer.
At last Takahama's nephew chased it out into the garden, through the gate, and into the cemetery beyond, where it lingered over a woman's tomb, and then mysteriously disappeared.
On examining the tomb the young man found the name "Akiko" written upon it, together with a description narrating how Akiko died when she was eighteen.
Though the tomb was covered with moss and must have been erected fifty years previously, the boy saw that it was surrounded with flowers, and that the little water tank had been recently filled.
When the young man returned to the house he found that Takahama had passed away, and he returned to his mother and told her what he had seen in the cemetery.
"Akiko?" murmured his mother.
"When your uncle was young he was betrothed to Akiko.
She died of consumption shortly before her wedding day. When Akiko left this world your uncle resolved never to marry, and to live ever near her grave.
For all these years he has remained faithful to his vow, and kept in his heart all the sweet memories of his one and only love.
Every day Takahama went to the cemetery, whether the air was fragrant with summer breeze or thick with falling snow.
Every day he went to her grave and prayed for her happiness, swept the tomb and set flowers there. When Takahama was dying, and he could no longer perform his loving task, Akiko came for him.
That white butterfly was her sweet and loving soul".