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Leonardo da Vinci | Dove le ombre ingannano il giudizio..

Trattato della Pittura
Parte quinta | Capitoli 621-650


Indice
621. Qual parte è di mediocre ombra nella superficie di un corpo ombroso.
622. Qual parte della superficie illuminata sarà di maggior chiarezza.
623. Qual ombra principale nelle superficie de' corpi avrà minore o maggior differenza delle parti luminose.
624. Delle ombre fatte nelle parti ombrose de' corpi opachi.
625. Qual corpo piglia più quantità di ombra.
626. Qual corpo piglia più quantità di luce.


627. Qual corpo piglia più oscura ombra.
628. Della qualità dell'oscurità delle ombre.
629. Dell'ombra delle verdure de' prati.
630. Precetto di pittura.
631. Delle ombre che non sono compagne della parte illuminata.
632. Del lume de' corpi ombrosi che non sono quasi mai del vero colore del corpo illuminato.
633. Come son le ombre per lunga distanza.
634. Della larghezza delle ombre, e de' lumi primitivi.
635. Delle maggiori o minori oscurità delle ombre.
636. Dove le ombre ingannano il giudizio che dà sentenza della lor maggiore o minore oscurità.
637. Dove i lumi ingannano il giudizio del pittore.
638. Dell'ombra ne' corpi.
639. Delle qualità di ombre e di lumi.
640. Delle ombre e lumi, e colori.
641. De' lumi ed ombre, e colori di quelli.
642. Dell'ombra e lumi negli obietti.
643. De' termini insensibili delle ombre.
644. Delle qualità de' lumi ed ombre ne' corpi ombrosi.
645. Delle dimostrazioni de' lumi e delle ombre.
646. De' lumi.
647. De' lumi ed ombre.
648. De' lumi ed ombre che di sé tingono le superficie delle campagne.
649. Del lume derivativo.
650. De' lumi.

621. Qual parte è di mediocre ombra nella superficie di un corpo ombroso.

La parte della superficie di un corpo ombroso sarà di mediocre chiarezza e di mediocre ombrosità, nella quale egualmente è veduto dal chiaro e dall'oscuro; adunque nella linea hk sarà un'ombra tanto meno oscura che la sua semplice ombra primitiva asb, quanto essa è men chiara che il semplice lume primitivo crd.

622. Qual parte della superficie illuminata sarà di maggior chiarezza.

Quella parte del corpo illuminato sarà piú luminosa, la quale sarà piú vicina all'obietto che l'illumina.
Provasi, e sia la parte del corpo illuminato opc, e l'obietto che lo illumina sia ab; dico che il punto c è piú illuminato che alcuna altra parte di tal corpo, perché l'angolo acb, luminoso che la percuote, è piú grosso che alcun altro angolo che in tale superficie generar si possa.

623. Qual ombra principale nelle superficie de' corpi avrà minore o maggior differenza delle parti luminose.

L'ombra de'corpi neri, essendo principale, avrà minor differenza da' suoi lumi principali che nella superficie di alcun altro colore.

624. Delle ombre fatte nelle parti ombrose de' corpi opachi.

Le ombre fatte nelle ombre de' corpi opachi non hanno ad essere di quella evidenza che hanno quelle che son fatte nelle parti luminose de' medesimi corpi, né ancora hanno da essere generate dal lume primitivo, ma da derivativo.

625. Qual corpo piglia piú quantità di ombra.

Quel corpo sarà vestito di maggior quantità di ombra, il quale sarà illuminato da minor corpo luminoso. abcd sia il corpo ombroso, g è il piccolo luminoso, il quale solo illumina di esso ombroso la parte abc, onde la parte ombrosa adc resta molto maggiore che la parte luminosa abc.

626. Qual corpo piglia piú quantità di luce.

Maggior quantità di luce piglia quel corpo che da maggior lume sarà illuminato. abcd sia il corpo illuminato, ef è quel corpo che lo illumina; dico, che per essere tanto maggiore il luminoso che l'illuminato, la parte illuminata bcd sarà molto maggiore che la sua parte ombrosa bad, e questo è provato per la rettitudine de' raggi luminosi eg, fg.

627. Qual corpo piglia piú oscura ombra.

Quel corpo piglierà ombra di maggiore oscurità il quale sarà piú denso, ancoraché tali corpi sieno di un medesimo colore; dico che piú oscura sarà l'ombra di un panno verde, che quella di un albero fronzuto, ancoraché il verde del panno e delle foglie dell'albero sia di una medesima qualità; e questo causasi perché il panno non è trasparente com'è la foglia e non ha aria illuminata interposta infra le sue parti come ha la verdura delle piante, la quale abbia a confondere la parte ombrosa.

628. Della qualità dell'oscurità delle ombre.

Le oscurità delle ombre derivative sono variabili in infinito con tanta maggiore o minor potenza, quante sono le maggiori o minori distanze nelle quali le percussioni delle ombre derivative son causate.Provasi, e sia il sole a che genera l'ombra nphi, nella quale entra il lume dell'aria che circonda i raggi solari, cioè ebrs di sopra, e di sotto fcrs, e rischiara essa ombra, la quale è oscurissima nello spazio npo, dove non vede né sole, né aria, se non gli estremi suoi b c.

629. Dell'ombra delle verdure de' prati.

Le verdure de' prati hanno minima, anzi quasi insensibil ombra, e massime dove le erbe sono minute e sottili di foglie, e per questo le ombre non si posson generare, perché il grand'emisfero cinge in cerchio le minute festuche, e se non è cespo di larghe foglie, le ombre delle erbe sono di poca evidenza.

630. Precetto di pittura.

Ne' lumi universali le ombre occupano poco luogo nelle superficie de' loro corpi; e questo nasce perché la gran somma del lume del nostro emisfero cinge infino alle infime parti de' corpi ombrosi, se esso non è impedito col suo orizzonte, e massime se esso è sospeso dalla terra. f sia l'ombroso, e la terra; abcd è il nostro emisfero, ad è l'orizzonte di tale emisfero, di che, ancoraché l'oscurità della terra ux oscuri tanto del corpo ombroso quanto essa ne vede, l'orizzonte che vede le medesime parti illumina i medesimi luoghi e confonde le specie ombrose della predetta terra, la quale era in disposizione di fare tali ombre oscure nel disotto dell'obietto, s'essa non n'era impedita.

631. Delle ombre che non sono compagne della parte illuminata.

Rarissime sono quelle ombre de' corpi opachi che sieno vere ombre delle loro parti illuminate. Questa è provata per la settima del quarto, la quale dice che la superficie di ogni corpo ombroso partecipa del colore del suo obietto.
Adunque il colore illuminato de' volti, avendo per obietto un color nero, parteciperà di ombre nere, e cosí farà del giallo, verde ed azzurro, e di ogni altro colore ad esso contrapposto: e questo accade per causa che ogni corpo manda la similitudine sua per tutta la sua circostante aria, com'è provato in prospettiva, e come si vede per esperienza del sole, del quale tutti gli obietti ad esso anteposti partecipano della sua luce e quella riflettono agli altri obietti, come si vede della luna e delle altre stelle, le quali a noi riflettono il lume a lor dato dal sole: ed il medesimo fanno le tenebre, conciossiaché esse vestono della loro oscurità ciò che dentro ad esse si rinchiude.


632. Del lume de' corpi ombrosi che non sono quasi mai del vero colore del corpo illuminato.

Quasi mai potremo dire essere che la superficie de' corpi illuminati sia del vero colore di essi corpi.
La settima del quarto dice la causa di quello che ci è proposto, ed ancora ci dimostra che quando un volto posto in luogo oscuro sarà da una parte illuminato da un raggio dell'aria e da un altro dal raggio della candela accesa, senza dubbio parrà di due colori; ed avanti che l'aria vedesse tal volto, il lume della candela pareva suo debito colore; e cosí dell'aria interveniva.
Se terrai una lista bianca, e la metterai in luogo tenebroso, e le farai pigliare il lume per tre spiracoli, cioè dal sole, dal fuoco e dall'aria, tal lista sarà di tre colori.

633. Come son le ombre per lunga distanza.

Le ombre si perdono in lunga distanza, perché la grande quantità dell'aria luminosa, che si trova infra l'occhio e la cosa veduta, tinge l'ombra di essa cosa nel suo colore.

634. Della larghezza delle ombre, e de' lumi primitivi.

La dilatazione e retrazione delle ombre, ovvero la maggiore o minor larghezza delle ombre e de' lumi sopra i corpi opachi, saranno trovate nelle maggiori o minori curvità delle parti de' corpi dove si generano.

635. Delle maggiori o minori oscurità delle ombre.

Le maggiori o minori oscurità delle ombre si generano nelle piú curve parti de' membri, e le meno oscure saranno trovate nelle parti piú larghe.

636. Dove le ombre ingannano il giudizio che dà sentenza della lor maggiore o minore oscurità.

Infra le ombre di eguale oscurità quella si dimostrerà meno oscura, la quale sarà circondata da lumi di minore potenza, come sono le ombre che si generano infra lumi riflessi; adunque tu, pittore, pensa di non t'ingannare col variare tal ombra.


637. Dove i lumi ingannano il giudizio del pittore.

Infra i lumi di eguale chiarezza quello parrà piú potente, il quale sarà minore e sarà circondato da campo piú oscuro.


638. Dell'ombra ne' corpi.

Quando figuri le ombre oscure ne' corpi ombrosi, figura sempre la causa di tale oscurità, ed il simile farai de' riflessi, perché le ombre oscure nascono da oscuri obietti ed i riflessi da obietti di piccola chiarezza, cioè da lumi diminuiti; e tal proporzione è dalla parte illuminata de' corpi alla parte rischiarata dal riflesso, quale è dalla causa del lume di essi corpi alla causa di tale riflesso.

639. Delle qualità di ombre e di lumi.

Molto maggiore sarà la differenza de' lumi dalle loro ombre ne' corpi posti ai potenti lumi, che in quelli che sono posti ne' luoghi oscuri.

640. Delle ombre e lumi, e colori.

Quella parte del corpo ombroso si mostrerà piú luminosa, che da piú potente lume sarà illuminata.
Tanto sarà maggiore in sé la quantità delle ombre ne' corpi ombrosi che la sua quantità illuminata, quanto è maggiore la quantità della oscurità da lui veduta che quella dello splendore che lo illumina.

641. De' lumi ed ombre, e colori di quelli.

Nessun corpo si dimostrerà mai integralmente del suo natural colore.
Quello che si propone può accadere per due diverse cause, delle quali la prima accade per interposizione del mezzo che s'include infra l'obietto e l'occhio; la seconda è quando le cose che illuminano il predetto corpo non ritengano in sé qualità di alcun colore.

Quella parte del corpo si dimostrerebbe del suo natural colore, la quale fosse illuminata da luminoso senza colore, e che in tale illuminamento non vegga altro obietto che il predetto lume: questo non accade mai potersi vedere se non nel colore turchino posto per piano inverso il cielo sopra un altissimo monte, acciocché in tal luogo non possa vedere altro obietto, e che il sole sia occupato, nel morire, da bassi nuvoli, e che il panno sia del colore dell'aria.

Ma in questo caso io mi ridico, perché il rosato anch'esso cresce di bellezza, quando il sole che l'illumina nell'occidente rosseggia insieme co' nuvoli che gli s'interpongono; benché in questo caso si potrebbe ancora accettare per vero, perché se il rosato illuminato dal lume rosseggiante mostra piú che altrove bellezza, gli è segno che i lumi di altri colori anche rossi gli toglieranno la sua bellezza naturale.

642. Dell'ombra e lumi negli obietti.

La superficie di ogni corpo ombroso partecipa del colore del suo obietto.
Gran rispetto bisogna al pittore nel situare le cose sue infra obietti di varie potenze di lumi, e varî colori illuminati, conciossiaché ogni corpo da quelli circondato non si mostra mai integralmente del suo vero colore.

643. De' termini insensibili delle ombre.

Quella parte dell'ombra sarà piú oscura, che con men somma di lume s'infonde.

644. Delle qualità de' lumi ed ombre ne' corpi ombrosi.

Dico che le ombre sono di poca potenza nelle parti de' corpi che sono volte inverso la causa del lume, e cosí sono le ombre infra le ombre volte alla causa di esse ombre. Dimostransi di gran potenza le ombre ed i lumi che sono infra la causa delle ombre e la causa del lume.

645. Delle dimostrazioni de' lumi e delle ombre.

Quell'ombra si dimostrerà piú oscura che sarà piú vicina alla piú luminosa parte del corpo, e cosí di converso si dimostrerà meno oscura quella che sarà piú vicina alle piú oscure parti de' corpi.

646. De' lumi.

Quel lume si dimostrerà piú chiaro che si accosterà piú all'oscuro, e parrà men chiaro che sarà piú vicino alle parti piú luminose del corpo.

647. De' lumi ed ombre.

Ombra è diminuzione o privazione di luce.
L'ombra sarà di maggior quantità sopra il suo corpo ombroso, che da minor quantità di luce, sarà illuminato.
Da quanta maggior somma di luce il corpo sarà illuminato, tanto minore sarà la quantità dell'ombra che sopra esso corpo rimane. a è il corpo luminoso; bc è il corpo ombroso; b è la parte del corpo che si illumina; c è quella parte rimanente privata di luce, ed in questo è maggiore l'ombroso che il luminoso: f è il corpo luminoso maggiore che l'ombroso a sé opposito; fe è il corpo ombroso; f è la parte illuminata; g è la parte ombrata.

648. De' lumi ed ombre che di sé tingono le superficie delle campagne.

Le ombre e lumi delle campagne partecipano del colore delle lor cause, perché l'oscurità composta dalle grossezze de' nuvoli, oltre alla privazione de' raggi solari, tinge di sé ciò che per essa si tocca. Ma la circostante aria fuori de' nuvoli ed ombre vede ed illumina il medesimo sito, e lo fa partecipante di colore azzurro; e l'aria penetrata dai raggi solari che si trova infra l'oscurità della predetta ombra della terra e l'occhio di chi la vede, tinge ancora essa tale sito di color azzurro, come si prova l'azzurro dell'aria esser nato di luce e di tenebre.

Ma la parte delle campagne illuminate dal sole partecipa del colore dell'aria e del sole, ma assai partecipa dell'aria, perché fa ufficio di maggiore per essere l'aria piú propinqua, e si fa campo d'innumerabili soli inquanto all'occhio.
E queste campagne partecipano tanto piú di azzurro, quanto esse sono piú remote dall'occhio; e tanto piú esso azzurro si fa chiaro, quando s'innalza all'orizzonte, e questo esce dai vapori umidi.

Le cose son men note nelle ombre che ne' lumi, ed il lume universale cinge di sé i corpi ombrosi e li lascia con poco rilievo, quando l'occhio s'interpone infra l'ombroso, ed il lume.
L'ombra a tale occhio è invisibile, ma i corpi laterali in tal tempo mostreranno de' loro lumi con tanta maggiore o minor quantità, quanto tali corpi saranno piú vicini o remoti alla linea retta che si estende dall'uno all'altro orizzonte, passando per i due occhi veditori di tali campagne.

649. Del lume derivativo.

Il lume derivativo risulta da due cose, cioè lume originale e corpo ombroso.

650. De' lumi.

I lumi che illuminano i corpi opachi sono di quattro sorta, cioè universale, com'è quello dell'aria che è dentro al nostro orizzonte; e particolare, com'è quello del sole, o di una finestra, o porta, o altro spazio; il terzo è il lume riflesso; quarto è quello il quale passa per cose trasparenti, come tela o carta e simili, ma non trasparenti come vetri, o cristalli, od altri corpi, i quali fanno il medesimo effetto, come se nulla fosse interposto infra il corpo ombroso ed il lume che lo illumina, e di questi parleremo distintamente nel nostro discorso.