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Leonardo da Vinci | Delle ombre

Trattato della Pittura
Parte quinta | Capitoli 591-620


Indice
591. Condizione degli obietti oscuri di ciascun'ombra.
592. Qual campo renderà le ombre più oscure.
593. Dove sarà più oscura l'ombra derivativa.
594. Delle ombre.
595. De' termini che circondano le ombre derivative nelle loro percussioni.


596. Come ogni corpo ombroso genera tante ombre quante sono le parti luminose che lo circondano.
597. Delle varie oscurità delle ombre circondatrici di un medesimo corpo ombroso.
598. Dell'ombra fatta da un corpo infra due lumi eguali.
599. Che quel corpo ch'è piú propinquo al lume fa maggior ombra, e perché.
600. Perché l'ombra maggiore che la sua cagione si fa di discordante proporzione.
601. Perché l'ombra maggiore che la sua cagione ha termini confusi.
602. Come l'ombra separata non sarà mai simile per grandezza alla sua cagione.
603. Che differenza è da ombra congiunta co' corpi ad ombra separata.
604. Natura dell'ombra derivativa.
605. Delle figure delle ombre.
606. Dell'ombra derivativa generata in altra ombra derivativa.
607. De' termini dell'ombra derivativa.
608. Dell'estensione dell'ombra derivativa.
609. Dove l'ombra derivativa è piú oscura.
610. Delle varietà delle ombre nel variare le grandezze de' lumi che le generano.
611. Del variare dell'ombra senza diminuzione del lume che la causa.
612. Dell'ombra che si converte in lume.
613. Del lume che si converte in ombra.
614. Dell'ombra derivativa creata da lume di lunga figura, che percuote l'obietto simile a sé.
615. Che le ombre debbono sempre partecipare del colore del corpo ombroso.
616. Delle cose bianche remote dall'occhio.
617. Delle ombre delle cose remote e lor colore.
618. Delle ombre, e quali sono quelle primitive che saranno piú oscure sopra il suo corpo.
619. Qual parte della superficie di un corpo s'imprime meglio del colore del suo obietto.
620. Qual parte della superficie di un corpo ombroso sarà dove i colori degli obietti si mischiano.

591. Condizione degli obietti oscuri di ciascun'ombra.

Infra gli obietti di eguale oscurità, figura e grandezza, quello aumenterà piú l'oscurità della contrapposta ombra, il quale le sarà piú vicino.

592. Qual campo renderà le ombre piú oscure.

Infra le ombre di eguale oscurità quella si dimostrerà piú oscura, la quale si genera in campo di maggiore bianchezza; seguita che quella parrà meno oscura, che sarà in campo piú oscuro. Provasi in una medesima ombra, perché la sua parte estrema, che da una parte confina col campo bianco, pare oscurissima, e dall'altra parte dov'essa confina con sé medesima, pare di poca oscurità. E sia l'ombra dell'obietto bd fatta sopra dc, la quale par piú nera in nc, perché confina col campo bianco ce, che in nd, che confina col campo oscuro nc.

593. Dove sarà piú oscura l'ombra derivativa.

Quell'ombra derivativa sarà di maggiore oscurità la quale sarà piú vicina alla sua causa, e quelle che sono remote si faranno piú chiare.
Quell'ombra sarà piú spedita e terminata, che sarà piú vicina al suo nascimento, e manco spedita è la piú remota.
L'ombra si dimostra piú oscura inverso gli estremi che inverso il mezzo suo.

594. Delle ombre.

Mai l'ombra avrà la vera similitudine del dintorno del corpo donde nasce, ancora che fosse sferica, se il lume non sarà della figura del corpo ombroso.
Se il lume è di lunga figura, la qual lunghezza si estenda in alto, le ombre de' corpi da quello illuminate si estenderanno in latitudine.
Se la lunghezza del lume sarà trasversale, l'ombra del corpo sferico si farà lunga nella sua altezza; e cosí per qualunque modo si troverà la lunghezza del lume, sempre l'ombra avrà la sua lunghezza in contrario intersecata ad uso di croce colla lunghezza del lume.

Se il lume sarà piú grosso e piú corto del corpo ombroso, la percussione dell'ombra derivativa sarà piú lunga e piú sottile che l'ombra primitiva.
Se il lume sarà piú sottile e piú lungo che il corpo ombroso, la percussione dell'ombra derivativa sarà piú grossa e piú corta che la primitiva.
Se la lunghezza e larghezza del luminoso saranno eguali alla lunghezza e larghezza del corpo ombroso, allora la percussione della derivativa ombra sarà della medesima figura ne' suoi termini che l'ombra primitiva.

595. De' termini che circondano le ombre derivative nelle loro percussioni.

Sempre i termini delle semplici ombre derivative sono nelle loro percussioni circondati del colore delle cose illuminate, che mandano i loro raggi dal medesimo lato del luminoso che illumina il corpo ombroso generatore della detta ombra.

596. Come ogni corpo ombroso genera tante ombre quante sono le parti luminose che lo circondano.

I corpi ombrosi generano tante sorta di ombre intorno alla loro base, e di tanti colori, quanti sono gli oppositi colori illuminati che li circondano; ma tanto piú potente l'una che l'altra, quanto il luminoso opposito sarà di maggior splendore, e questo c'insegnano diversi lumi posti intorno ad un medesimo corpo ombroso.

597. Delle varie oscurità delle ombre circondatrici di un medesimo corpo ombroso.

Delle ombre circondatrici di un medesimo corpo ombroso, quella sarà piú oscura, la quale sarà generata da piú potente luminoso.

598. Dell'ombra fatta da un corpo infra due lumi eguali.

Quel corpo che si troverà collocato infra due lumi eguali muoverà da sé due ombre, le quali si drizzeranno per linea ai due lumi, e se rimuoverai detto corpo e lo farai piú presso all'uno de' lumi che all'altro, l'ombra sua che si drizzerà a piú propinquo lume sarà di minore oscurità che se si drizzerà al piú lontano lume.

599. Che quel corpo ch'è piú propinquo al lume fa maggior ombra, e perché.

Se un obietto anteposto ad un particolar lume sarà di propinqua vicinità, vedrai a quello far ombra grandissima nella contrapposta parete; e quanto piú allontanerai detto obietto dal lume, tanto si diminuirà la forma di essa ombra.

600. Perché l'ombra maggiore che la sua cagione si fa di discordante proporzione.

La discordanza della proporzione dell'ombra grande piú che la sua cagione nasce perché il lume, essendo minore che l'obietto, non può essere di eguale distanza alle estremità di esso obietto, e quella parte ch'è piú propinqua piú cresce che le distanti; e però piú cresce.

601. Perché l'ombra maggiore che la sua cagione ha termini confusi.

Quell'aria che circoscrive il lume è quasi di natura di esso lume per chiarezza e per colore, e quanto piú si allontana, piú perde di sua similitudine; e la cosa che fa grand'ombra è vicina al lume, e trovasi illuminata dal lume e dall'aria luminosa, onde quest'aria lascia i termini confusi dell'ombra.

602. Come l'ombra separata non sarà mai simile per grandezza alla sua cagione.

Se i raggi luminosi sono, come l'esperienza conferma, causati da un solo punto, ed in corso circolare al suo punto si van disgregando e spargendo per l'aria, quanto piú si allontanano, piú si allargano, e sempre la cosa posta fra il lume e la parete è portata per ombra maggiore, perché i raggi che la toccano, giunto il loro concorso alla parete, son fatti piú larghi.

603. Che differenza è da ombra congiunta co' corpi ad ombra separata.

Ombra congiunta è quella che mai si parte dai corpi illuminati, come sarebbe una palla, la quale stante al lume sempre ha una parte di sé occupata dall'ombra, la quale mai si divide per mutazione di sito fatta da essa palla.
Ombra separata può essere e non essere creata dal corpo; poniamo ch'essa palla sia distante da un muro un braccio, e dall'opposita parte sia il lume; il detto lume manderà in detto muro appunto tanta dilatazione di ombra, quant'è quella che si trova sulla parte della palla che è volta a detto muro.
Quella parte dell'ombra separata che non appare, sarà quando il lume sarà di sotto alla palla, che la sua ombra ne va inverso il cielo, e non trovando resistenza pel cammino, si perde.

604. Natura dell'ombra derivativa.

L'ombra derivativa cresce e diminuisce secondo l'accrescimento o diminuzione della sua ombra primitiva.

605. Delle figure delle ombre.

Mai l'ombra derivativa sarà integralmente simile al corpo ombroso che la genera se il lume che cinge co' suoi raggi i termini di tal corpo non è della medesima figura di esso corpo.

606. Dell'ombra derivativa generata in altra ombra derivativa.

L'ombra derivativa nata dal sole può esser fatta sopra l'ombra derivativa generata dall'aria.Provasi, e sia l'ombra dell'obietto m, la quale è generata dall'aria ef nello spazio dcb; e sia che l'obietto n mediante il sole g faccia l'ombra abc; e del rimanente dell'ombra dm e che in tal sito non vede l'aria ef; né ancora vi vede il sole, adunque è ombra doppia perché è generata dai due obietti, cioè nm.

607. De' termini dell'ombra derivativa.

I termini dell'ombra derivativa sono meno sensibili ne' lumi universali che nei particolari.

608. Dell'estensione dell'ombra derivativa.

I termini delle ombre derivative si dilatano tanto piú dintorno al corpo ombroso, quanto il lume che le genera è di maggior grandezza.

609. Dove l'ombra derivativa è piú oscura.

Quella parte dell'ombra derivativa sarà piú oscura, la quale sarà piú vicina alla sua causa. Seguita il contrario, che dice: quella parte dell'ombra derivativa sarà di minore oscurità, la quale sarà piú remota dalla sua causa.

610. Delle varietà delle ombre nel variare le grandezze de' lumi che le generano.

Tanto cresce l'ombra ad un medesimo corpo, quanta è la diminuzione del lume che la genera senza mutazioni di sito.

611. Del variare dell'ombra senza diminuzione del lume che la causa.

Tanto cresce o diminuisce l'ombra di un medesimo corpo, quanto cresce o diminuisce lo spazio interposto infra il lume e l'obietto ombroso, il quale è in sé minore del corpo luminoso.

612. Dell'ombra che si converte in lume.

Il sito ombrato mediante il sole resterà illuminato dall'aria dopo la partita di esso sole, perché sempre il minor lume è ombra del lume maggiore.

613. Del lume che si converte in ombra.

Il sito illuminato dall'aria si farà ombroso se sarà circondato dalla percussione de' raggi solari; e questo nasce perché il maggior lume fa parere oscuro il lume di minor luce.

614. Dell'ombra derivativa creata da lume di lunga figura, che percuote l'obietto simile a sé.

Quando il lume che passa per spiracolo di lunga e stretta figura percuoterà l'obietto ombroso di figura e situazione simile a sé, allora l'ombra avrà la figura dell'obietto ombroso.Provasi, e sia lo spiracolo donde penetra il lume nel luogo oscuro ab, e l'obietto colonnale di figura eguale e simile alla figura dello spiracolo sia cd, ed ef sia la percussione del raggio ombroso del detto obietto cd; dico tale ombra non poter essere maggiore, né ancora minore di esso spiracolo in alcuna distanza, essendo il lume condizionato nel predetto modo. E questo resta provato per la quarta di questo, che dice che tutti i raggi ombrosi e luminosi sono rettilinei.

615. Che le ombre debbono sempre partecipare del colore del corpo ombroso.

Nessuna cosa pare della sua naturale bianchezza, perché i siti ne' quali essa è veduta la rendono all'occhio tanto piú o men bianca, quanto tal sito sarà piú o meno oscuro; e questo c'insegna la luna, che di giorno ci si mostra nel cielo di poca chiarezza e la notte con tanto splendore, ch'essa ci rende di sé il simulacro del sole e del giorno col suo scacciar delle tenebre.
E questo nasce da due cose: e prima è il paragone che in sé ha natura di mostrare le cose tanto piú perfette nelle specie de' loro colori, quanto esse sono piú disformi; la seconda è che la pupilla è maggiore la notte che il giorno, com'è provato; e maggiore pupilla vede un corpo luminoso di maggior quantità e di piú eccellente splendore che la pupilla minore, come prova chi guarda le stelle per un piccolo foro fatto nella carta.

616. Delle cose bianche remote dall'occhio.

La cosa bianca rimossa dall'occhio, quanto piú si rimuove, piú perde la sua bianchezza, e tanto piú quanto il sole l'illumina, perché partecipa del colore del sole misto col colore dell'aria che s'interpone infra l'occhio ed il bianco.
La quale aria, se il sole è all'oriente, si mostra torba e rosseggiante mediante i vapori che in essa si levano; ma se l'occhio si volterà all'oriente, vedrà solamente le ombre del bianco partecipare del colore azzurro.

617. Delle ombre delle cose remote e lor colore.

Le ombre delle cose remote parteciperanno tanto piú di colore azzurro, quanto esse saranno in sé piú oscure e piú remote; e questo accade per la interposizione della chiarezza dell'aria che s'intramette infra l'oscurità de' corpi ombrosi interposti infra il sole e l'occhio che la vede; ma se l'occhio si volta in opposito al sole, non vedrà simile azzurro.

618. Delle ombre, e quali sono quelle primitive che saranno piú oscure sopra il suo corpo.

Le ombre primitive si faranno piú oscure, che saran generate in superficie di corpo piú denso, e pel contrario piú chiare nelle superficie de' corpi piú rari; questo è manifesto, perché le specie di quegli obietti che tingono de' lor colori i contrapposti corpi s'imprimono con maggior vigore, le quali trovan piú densa e pulita superficie sopra essi corpi.
Provasi, e sia il corpo denso rs interposto infra l'obietto luminoso nm e l'obietto ombroso op; per la settima del nono, che dice: la superficie di ogni corpo partecipa del colore del suo obietto, diremo adunque che la parte dcr di esso corpo è illuminata, perché il suo obietto nm è luminoso: e per simil modo diremo la parte opposita abs essere ombrosa, perché il suo obietto è oscuro; e cosí è concluso il nostro proposito.

619. Qual parte della superficie di un corpo s'imprime meglio del colore del suo obietto.

Quella parte della superficie di un corpo denso partecipa piú intensamente del colore del suo obietto, la quale è men veduta da altri obietti di altri colori.
Adunque colla medesima figura ci serviremo al nostro proposito; e sia che la superficie del sopradetto corpo crd non sia veduta dall'oscurità op, essa sarà tutta privata di ombra, e similmente se la superficie asb non sarà veduta dal luminoso nm, essa sarà al tutto privata di luce.

620. Qual parte della superficie di un corpo ombroso sarà dove i colori degli obietti si mischiano.

Per tutta quella parte della superficie di un corpo ombroso, la quale è veduta dai colori di piú obietti, saran miste le specie de' predetti colori; adunque la parte del corpo ombroso cdab sarà mista di luce e di ombra, perché in tal luogo è veduta dal lume nm e dall'oscuro op.