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James Ensor | The Oyster Eater / La mangiatrice di ostriche, 1882

"The Oyster Eater" is an oil painting executed in 1882 by the Belgian Expressionist artist James Ensor which is now in the collection of the Royal Museum of Fine Arts, Antwerp.

The genre work depicts the artist's sister Mitche eating oysters on her own at a well-appointed table replete with flowers, plates, wine and table linen.
Art critics were unapologetic about James Ensor's "The Oyster Eater".
"Offensive! Immoral! Vice!"
Yet there is not a streak of nudity to be seen, nor intimately entwined bodies.


So what was the problem?

The Flemish modernist had depicted a single young woman eating oysters.
Oysters were considered an aphrodisiac, leading moralists to suspect that the painter wanted to smuggle an erotic meaning into the work.
The painting was refused by the Antwerp Salon of 1882.

Yet the masterpiece also had its supporters.
Writer Emile Verhaeren considered it the first impressionist work in Flemish art history.

When also rejected by the alternative exhibitors l'Essor (an association of visual artists in Brussels, active from 1876-1891) the following year, James Ensor and his associates were provoked into establishing their own group, Les XX, to hold their own exhibitions of avant-garde works.


"La mangiatrice di ostriche" è un dipinto ad olio eseguito nel 1882 dall'artista espressionista Belga James Ensor, ora nella collezione del Museo Reale di belle arti di Anversa.
L'opera di genere raffigurava la sorella dell'artista, Mitche, che mangia ostriche da sola su un tavolo ben apparecchiato pieno di fiori, piatti e vino.
Ma i critici d'arte bocciarono immediatamente "La mangiatrice di ostriche" di James Ensor.
"Offensiva! Immorale! Vizio!"
Eppure non c'è una striscia di nudità da vedere, né corpi intimamente intrecciati.

Allora qual era il problema?

Il pittore modernista fiammingo aveva raffigurato una giovane donna single che mangiava ostriche.
Le ostriche erano considerate afrodisiache, inducendo i moralisti a sospettare che il pittore volesse introdurre di nascosto nell'opera un significato erotico.
Il dipinto fu di fatto rifiutato dal Salon di Anversa del 1882.
Ma il capolavoro ebbe anche dei sostenitori.
Lo scrittore Emile Verhaeren la considerava la prima opera impressionista nella storia dell'arte fiamminga.

Alla fine, quando l'opera fu rifiutata l'anno seguente anche dagli espositori alternativi dell'Essor (associazione di artisti visivi di Bruxelles, attiva dal 1876-1891), James Ensor ed i suoi soci furono spinti a fondare il loro gruppo, Les XX, per tenere le proprie mostre di opere d'avanguardia.

James Ensor Self-portrait with Flower Hat, 1883-88 | Museum of Modern Art, Ostend

Belgian painter and printmaker James Sidney Edouard, Baron Ensor (1860-1949) is considered to be an innovator in 19th-century art.
Although he stood apart from other artists of his time, he significantly influenced such 20th-century artists as Paul Klee, Emil Nolde, George Grosz, Alfred Kubin, Wols, Felix Nussbaum and other expressionist and surrealist painters of the 20th century.
He was associated with the artistic group Les XX.


Ensor's father, James Frederic Ensor, born in Brussels to English parents, was a cultivated man who studied engineering in England and Germany.
Ensor's mother, Maria Catherina Haegheman, was Belgian.
Ensor himself lacked interest in academic study and left school at the age of fifteen to begin his artistic training with two local painters.


From 1877-1880, he attended the Académie Royale des Beaux-Arts in Brussels, where one of his fellow students was Fernand Khnopff.
Ensor first exhibited his work in 1881.
From 1880-1917, he had his studio in the attic of his parents' house.
His travels were very few: three brief trips to France and two to the Netherlands in the 1880s, and a four-day trip to London in 1892.


During the late 19th century, much of Ensor's work was rejected as scandalous, particularly his painting Christ's Entry Into Brussels in 1889 (1888-89).


The Belgian art critic Octave Maus famously summed up the response from contemporaneous art critics to Ensor's innovative (and often scathingly political) work:
"Ensor is the leader of a clan. Ensor is the limelight.
Ensor sums up and concentrates certain principles which are considered to be anarchistic.
In short, Ensor is a dangerous person who has great changes. ...
He is consequently marked for blows.
It is at him that all the harquebuses are aimed.
It is on his head that are dumped the most aromatic containers of the so-called serious critics".


Some of Ensor's contemporaneous work reveals his defiant response to this criticism.
Ensor's paintings continued to be exhibited and he gradually won acceptance and acclaim.

In 1895 his painting The Lamp Boy (1880) was acquired by the Royal Museums of Fine Arts of Belgium in Brussels, and he had his first solo exhibition in Brussels.
By 1920 he was the subject of major exhibitions; in 1929 he was named a Baron by King Albert, and was the subject of the Belgian composer Flor Alpaerts's James Ensor Suite; and in 1933 he was awarded the band of the Légion d'honneur.


Alfred H. Barr Jr., the founding director of the Museum of Modern Art in New York, after considering Ensor's 1887 painting Tribulations of Saint Anthony (now in MoMA's collection), declared Ensor the boldest painter working at that time.
Even in the first decade of the 20th century, however, Ensor's production of new works was diminishing, and he increasingly concentrated on music - although he had no musical training, he was a gifted improviser on the harmonium, and spent much time performing for visitors.


Against the advice of friends, he remained in Ostend during World War II despite the risk of bombardment.
In his old age, he was an honored figure among Belgians, and his daily walk made him a familiar sight in Ostend.
He died there following a short illness, on 19 November 1949 at the age of 89. | Source: © Wikipedia





Il pittore e l'incisore Belga James Sidney Edouard, il Barone Ensor (1860-1949) è considerato un innovatore nell'arte del XIX secolo.
Sebbene si distinguesse dagli altri artisti del suo tempo, influenzò in modo significativo artisti del XX secolo come Paul Klee, Emil Nolde, George Grosz, Alfred Kubin, Wols, Felix Nussbaum ed altri pittori espressionisti e surrealisti del XX secolo.
È stato associato al gruppo artistico Les XX.


Introverso e misantropo, trascorse gran parte della sua vita nella sua città natale, dedicandosi ad una pittura che fu una delle manifestazioni più significative del periodo e che si pose al centro della cultura del tempo.
Nel 1877 s'iscrisse all'Accademia di belle arti di Bruxelles, dove rimase fino al 1880, entrando in contatto con gli ambienti anarchici ed intellettuali della città e dove, nel 1881, tenne la prima mostra personale.


Le opere di questo periodo, che arrivò fino al 1885 circa, formano il cosiddetto periodo scuro, in cui i colori sono profondi e cupi, con una luce attenuata ma vibrante; in questo si vede l'influenza del naturalismo tipico della tradizione fiamminga e dei realisti francesi, in particolare di Gustave Courbet.


I temi preferiti si rifanno alla tradizione fiamminga: nature morte, ritratti, interni borghesi intimi e malinconici, paesaggi dall'orizzonte piatto e basso, con una luce suggestiva che ricorda William Turner.
Queste opere si avvicinano parzialmente all'impressionismo di Édouard Manet, di Edgar Degas e di Claude Monet, senza tuttavia arrivare all'ariosa immediatezza, all'abbandono alla natura, alla luminosità che sfalda la forma.


Tra simbolismo ed espressionismo: la secessione

Verso il 1885, rielaborando l'uso del colore brillante degli impressionisti e la grottesca immaginazione dei primi maestri fiamminghi, come Hieronymus Bosch e Pieter Bruegel il Vecchio, Ensor si rivolse verso i temi e gli stili dell'avanguardia.
Si accostò così a suo modo al Simbolismo ed al Decadentismo, svolgendo un ruolo determinante nel rinnovamento dell'arte belga ed anticipando le correnti dei fauves e dell'Espressionismo.
Il distacco dalla visione naturalistica rivela nel pittore quella crisi del rapporto tra l'uomo e la natura, e quella tendenza all'allusione simbolica tipica di tutta l'arte postimpressionista.


Questo processo di trasfigurazione della realtà è basato su un linguaggio fatto di colori puri e aspri, con vibranti colpi di pennello interrotti che accrescono l'effetto violento dei suoi soggetti.
La tavolozza si schiarisce ed appaiono elementi inquietanti come maschere, scheletri, spettri e demoni, usati per mettere in satira gli aspetti più tipici del mondo borghese.
L'antica immagine della morte si nasconde dietro maschere spaventose, cariche di un simbolismo ambiguo ed ossessivo, tipico del clima decadente di fine secolo.


La vena grottesca oscilla tra ironia ed inquietudine, in una specie di incubo in cui sogno e realtà si confondono, anticipando il surrealismo. Per i suoi soggetti, Ensor prese spesso spunto dai vacanzieri di Ostenda, che lo riempivano di disgusto: ritraendo gli individui come pagliacci o scheletri, o sostituendo le loro facce con maschere di carnevale, rappresentò l'umanità come stupida, vana e ripugnante.


L'influsso di Ensor sull'arte del XX secolo

Il suo lavoro esercitò un importante influsso sulla pittura del XX secolo: i suoi soggetti aprirono la strada al Surrealismo e al Dadaismo, mentre la sua tecnica, in modo particolare l'uso del pennello e il senso del colore, condusse direttamente all'Espressionismo. Alla cultura del suo tempo Ensor non partecipò attivamente, anche perché le sue opere erano spesso rifiutate alle esposizioni, per la loro eccentricità; si limitò ad unirsi al gruppo di artisti d'avanguerdia, denominato La Chrysalide, poi al gruppo noto come Les XX e a pubblicare alcuni scritti violentemente polemici verso la critica ufficiale.


Molto importante è anche la sua produzione di incisioni e disegni, con paesaggi e scene di vita quotidiana: anche in queste opere l'intreccio di sogno e realtà precorre il Surrealismo.
Con il nuovo secolo i critici rivalutarono e apprezzarono il suo stile, ma la sua vena artistica aveva ormai perduto quella carica aggressivamente ironica e fantastica che ne aveva costituito il carattere più originale.

Morì il 19 novembre 1949 ad Ostenda.
Nella casa in cui ha passato gran parte della sua vita è oggi presente un museo dedicato al suo lavoro.