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Charlie Chaplin | Speech to Humanity, 1940

The Great Dictator is a 1940 American political satire, and black comedy film written, directed, produced, scored by, and starring British comedian Sir Charles Spencer Chaplin KBE (1889-1977).
Chaplin spent many months drafting and re-writing the speech for the end of the film, a call for peace from the barber who has been mistaken for Hynkel.
Regrettably Chaplin’s words are as relevant today as they were in 1940.


Charlie Chaplin | The Final Speech from "The Great Dictator", 1940

I’m sorry, but I don’t want to be an emperor. That’s not my business.
I don’t want to rule or conquer anyone.
I should like to help everyone - if possible - Jew, Gentile - black man - white.
We all want to help one another. Human beings are like that.
We want to live by each other’s happiness - not by each other’s misery.
We don’t want to hate and despise one another.
In this world there is room for everyone. And the good earth is rich and can provide for everyone.
The way of life can be free and beautiful, but we have lost the way.

Greed has poisoned men’s souls, has barricaded the world with hate, has goose-stepped us into misery and bloodshed.
We have developed speed, but we have shut ourselves in.
Machinery that gives abundance has left us in want.
Our knowledge has made us cynical.
Our cleverness, hard and unkind. We think too much and feel too little.
More than machinery we need humanity.
More than cleverness we need kindness and gentleness.
Without these qualities, life will be violent and all will be lost…

The aeroplane and the radio have brought us closer together.
The very nature of these inventions cries out for the goodness in men - cries out for universal brotherhood - for the unity of us all.
Even now my voice is reaching millions throughout the world - millions of despairing men, women, and little children - victims of a system that makes men torture and imprison innocent people.

To those who can hear me, I say - do not despair.
The misery that is now upon us is but the passing of greed - the bitterness of men who fear the way of human progress.
The hate of men will pass, and dictators die, and the power they took from the people will return to the people. And so long as men die, liberty will never perish…

Soldiers! don’t give yourselves to brutes - men who despise you - enslave you - who regiment your lives - tell you what to do - what to think and what to feel!
Who drill you - diet you - treat you like cattle, use you as cannon fodder.

Don’t give yourselves to these unnatural men - machine men with machine minds and machine hearts!

You are not machines!
You are not cattle!
You are men!

You have the love of humanity in your hearts!

You don’t hate! Only the unloved hate - the unloved and the unnatural! Soldiers!
Don’t fight for slavery!
Fight for liberty!

In the 17th Chapter of St Luke it is written: "the Kingdom of God is within man" - not one man nor a group of men, but in all men! In you!
You, the people have the power - the power to create machines.
The power to create happiness! You, the people, have the power to make this life free and beautiful, to make this life a wonderful adventure.

Then - in the name of democracy - let us use that power - let us all unite.
Let us fight for a new world - a decent world that will give men a chance to work - that will give youth a future and old age a security.
By the promise of these things, brutes have risen to power.
But they lie! They do not fulfil that promise.

They never will!

Dictators free themselves but they enslave the people!
Now let us fight to fulfil that promise!
Let us fight to free the world - to do away with national barriers - to do away with greed, with hate and intolerance.
Let us fight for a world of reason, a world where science and progress will lead to all men’s happiness.
Soldiers! in the name of democracy, let us all unite!


Charlie Chaplin | Discorso finale da "Il grande dittatore"

Il grande dittatore (The Great Dictator) è un film statunitense del 1940 scritto, diretto, musicato, prodotto ed interpretato da Sir Charles Spencer Chaplin (1889-1977) - il Suo primo film con dialoghi.
Rappresenta una forte parodia satirica del nazismo e prende di mira direttamente Adolf Hitler e il suo movimento, contemporanei al film, ma era anche simbolicamente diretto contro il potere statale degli Stati Uniti ed il militarismo in generale.
Film più costoso e di maggiore successo di Chaplin, è considerato uno dei suoi capolavori ed uno dei più celebri della storia del cinema.


Mi dispiace, ma io non voglio fare l'Imperatore: non è il mio mestiere; non voglio governare né conquistare nessuno.
Vorrei aiutare tutti, se possibile - Ebrei - Ariani - Neri - Bianchi.
Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l'un l'altro.
In questo mondo c'è posto per tutti.
La natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato.

L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca a far le cose più abbiette.
Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi.

La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l'avidità ci ha resi duri e cattivi; pensiamo troppo e sentiamo poco.

Più che macchinari, ci serve umanità; più che abilità, ci serve bontà e gentilezza.
Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto.
L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti; la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione dell'umanità.
Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
A coloro che mi odono, io dico: non disperate!

L'avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e, qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.

Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie.
Non vi consegnate a questa gente senza un'anima, uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore.

Voi non siete macchine, voi non siete bestie: siete uomini!

Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l'amore altrui.
Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà!
Ricordate nel Vangelo di San Luca è scritto: "Il Regno di Dio è nel cuore dell'uomo".
Non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini.
Voi! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità.
Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera; di fare di questa vita una splendida avventura.

Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza.
Uniamoci tutti!
Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore!
Che dia a tutti gli uomini lavoro; ai giovani un futuro; ai vecchi la sicurezza.
Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere.

Mentivano!

Non hanno mantenuto quelle promesse, e mai lo faranno!
I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo.

Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere; eliminando l'avidità, l'odio e l'intolleranza.
Combattiamo per un mondo ragionevole.
Un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
Soldati, nel nome della democrazia, siate tutti uniti!