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Leonardo da Vinci | De' paesi in pittura

Trattato della Pittura
Parte sesta | Capitoli 894-916


Indice
894. Delle erbe de' prati.
895. Dell'ombra della verdura.
896. De' paesi in pittura.
897. Perché le ombre de' rami fronzuti non si dimostrano potenti vicino alle loro parti luminose come nelle parti opposite.
898. Qual parte del ramo della pianta sarà piú oscura.
899. Della veduta degli alberi.
900. De' paesi.


901. Pittura della nebbia che cuopre i paesi.
902. De' paesi.
903. De' paesi nelle nebbie o nel levare o nel porre del sole.
904. Degli alberi veduti di sotto.
905. Descrizione dell'olmo.
906. Delle foglie del noce.
907. Degli aspetti de' paesi.
908. Della trasforazione delle piante in sé.
909. Degli alberi che occupano le trasforazioni l'un dell'altro.
910. Precetti di piante e verdure.
911. Del comporre in pittura il fondamento de' colori delle piante.
912. Precetto.
913. Precetto delle piante.
914. Delle erbe.
915. Delle foglie.
916. Precetto del contraffare il color delle foglie.

894. Delle erbe de' prati.

Delle erbe che pigliano l'ombra delle piante che nascono infra esse, quelle che sono di qua dall'ombra hanno le festuche illuminate in campo ombroso, e le erbe che loro hanno ombrato hanno le festuche oscure in campo chiaro, cioè nel campo ch'è di là dall'ombra.

895. Dell'ombra della verdura.

Sempre l'ombra delle verdure partecipano dell'azzurro, e cosí ogni ombra di ogni altra cosa, e tanto piú ne piglia quanto essa è piú distante dall'occhio, e meno, quanto essa è piú vicina.

896. De' paesi in pittura.

Gli alberi ed i monti de' paesi fatti in pittura debbono mostrare le loro ombre da quel lato donde viene il lume,
e debbono mostrare le parti illuminate da quel lato donde vengono le ombre; e mostrino il lume e le ombre in quelli che l'occhio vede dove vede il lume e le ombre; provasi per la figura in margine.

897. Perché le ombre de' rami fronzuti non si dimostrano potenti vicino alle loro parti luminose come nelle parti opposite.

La parte illuminata de' rami degli alberi in lunga distanza confonde le parti ombrose che infra le particole illuminate di essi rami si trovano.
Questo accade perché le parti illuminate in lunga distanza crescono di lor figura, e le ombrose diminuiscono in tanta quantità, ch'esse non sono sensibili all'occhio, ma solo si dimostrano nelle loro similitudini, che vengono all'occhio, una cosa confusa, perché tali specie ombrose e luminose fanno insieme un misto, e per essersi piú mantenute tali parti luminose, il composto di queste due qualità si dimostra essere di quella natura che apparisce la maggior parte del ramo.

898. Qual parte del ramo della pianta sarà piú oscura.

Quella parte del ramo della pianta sarà piú oscura, che sarà piú remota da' suoi estremi, essendo l'albero di uniforme spartimento di ramificazione.

899. Della veduta degli alberi.

Farai infra le piante che sono negli argini delle strade le loro ombre solari tutte discontinuate, a similitudine delle poste delle frasche, onde derivano.

900. De' paesi.

Sono i paesi chiari in sul principio, perché tu vedi infra le cime degli alberi e prati ed altri spazi ed intervalli delle piante.
Ma quando tu cominci per la distanza a perdere essi intervalli, tu vedi solo le ramificazioni degli alberi, le quali, ancorch'esse sieno del medesimo colore de' prati, pigliano piú ombra verso il centro dell'albero, che non fa il prato per la loro spessitudine e diminuzione; onde per questo accade tale oscurità, la quale ancor essa poi per distanza si rischiara e convertesi nel colore dell'orizzonte.

901. Pittura della nebbia che cuopre i paesi.

Le nebbie che si mischiano per l'aria, quanto piú si abbassano, piú s'ingrossano, in modo che i raggi solari in quella piú risplendono, essendo essa interposta infra il sole e l'occhio; ma se l'occhio s'interpone infra il sole e la nebbia, essa nebbia pare oscura, la quale oscurità è tanto piú potente, quanto essa è piú bassa, com'è provato; e l'una e l'altra nebbia restano oscure come nuvola, quando essa nuvola s'interpone infra il sole e la nebbia; ma la nebbia interposta infra il sole e l'occhio, per alquanto spazio rimossa dall'occhio, partecipa assai dello splendore del sole, e tanto piú, quanto essa sarà piú vicina al corpo solare; e gli edifici delle città si dimostreranno in tal caso tanto piú oscuri, quanto e' saranno posti in piú lucente nebbia, perché allora saranno piú vicini al sole, e perché è detto essa nebbia essere di grossezza uniformemente disforme, cioè ch'è tanto piú grossa quanto essa piú s'avvicina alla terra, e piglia tanto maggior splendore dal sole quant'essa è piú bassa; per la qual cosa gli edifici paralleli, cioè torri e campanili che in essa si trovano, si dimostrano tanto men grossi, quanto essi saranno piú vicini alla loro base; e questo è necessario, perché quel corpo oscuro si dimostra minore ch'è posto in piú lucente aria; la ragione è posta nella trentaduesima della mia prospettiva.

902. De' paesi.

Le parti ombrose de' paesi remoti partecipano piú di colore azzurro che le parti illuminate. Provasi per la definizione dell'azzurro in che si tinge l'aria privata di colore; la quale, se non avesse le tenebre sopra di sé resterebbe bianca, perché in sé l'azzurro dell'aria è composto di luce e di tenebre.

903. De' paesi nelle nebbie o nel levare o nel porre del sole.

Dico de' paesi all'occhio tuo orientali; nel levare del sole, ovvero colle nebbie od altri vapori grossi interposti infra il sole e l'occhio, dico ch'essi saranno molto piú chiari inverso il sole e manco splendidi nelle parti opposite, cioè occidentali;
ma s'egli è senza nebbia o vapori, la parte orientale, ovvero quella parte che si interpone infra il sole e l'occhio, sarà tanto piú oscura, quanto essa è all'occhio piú vicina; e tale accidente accadrà in quella parte che sarà piú vicina al sole, cioè che parrà piú sotto il sole; e nelle parti opposite farà il contrario a tempo chiaro, ed a tempo nebuloso farà il contrario de' tempi belli.

904. Degli alberi veduti di sotto.

Degli alberi veduti di sotto e contro al lume l'uno dopo l'altro vicinamente, la parte ultima del primo sarà trasparente e chiara in gran parte, e campeggierà nella parte oscura dell'albero secondo, e cosí faranno tutti successivamente,
che saranno situati con le predette condizioni. s sia il lume, r sia l'occhio, cdn sia l'albero primo, abc sia il secondo; dico che r, occhio, vedrà la parte cf in gran parte trasparente e chiara, per il lume s che la vede dall'opposita parte, e la vedrà in campo oscuro bc, perché tale oscurità è l'ombra dell'albero abc. Ma se l'occhio è situato in f, esso vedrà op oscuro nel campo chiaro ng.
Delle parti ombrose trasparenti degli alberi la piú vicina a te è piú oscura.

905. Descrizione dell'olmo.

Questa ramificazione dell'olmo ha il maggior ramo nella sua fronte, e i minori sono il primo e il penultimo, quando la maestra è dritta. Il nascimento dell'una foglia all'altra è la metà della maggior lunghezza della foglia, alquanto manco, perché le foglie fanno intervallo, ch'è circa il terzo della larghezza di tal foglia.
L'olmo ha le sue foglie piú presso alla cima del suo ramo che al nascimento, e le loro larghezze poco variano dal risguardare ad un medesimo aspetto. Nelle composizioni degli alberi fronzuti sii avvertito di non replicare troppe volte un medesimo colore di una pianta, che campeggi sopra il medesimo colore dell'altra pianta, ma variale con verdura piú chiara, o piú scura, o piú verde.

Sempre la foglia volge il suo dritto inverso il cielo, acciò possa meglio ricevere con tutta la sua superficie la rugiada, che con lento moto discende dall'aria; e tali foglie sono in modo compartite sopra i loro rami, che l'una occupa l'altra meno che sia possibile coll'intrecciarsi l'una sopra dell'altra, come si vede fare all'edera che cuopre i muri; e tale intrecciamento serve a due cose, cioè a lasciare gl'intervalli perché l'aria ed il sole possano penetrare infra loro; la seconda, che le goccie che cadono dalla prima foglia possano cadere anco sopra la quarta e la sesta degli altri rami.

906. Delle foglie del noce.

Le foglie del noce sono compartite per tutto il ramiculo di quell'anno, e sono tanto piú distanti l'una dall'altra e con maggior numero, quanto il ramo dove tal ramiculo nasce è piú giovane, e sono tanto piú vicine ne' loro nascimenti e di minor numero, quanto il ramiculo dove nascono è nato in ramo piú vecchio.
Nascono i suoi frutti in estremo del suo ramiculo, ed i rami maggiori sono disotto al lor ramo, dove nascono; e questo accade, perché la gravità del suo umore è piú atta a discendere che a montare, e per questo i rami che nascono sopra di loro, che vanno inverso il cielo, son piccoli e sottili, e quando il ramiculo guarda inverso il cielo, le foglie sue si dilatano dal suo estremo con eguali partizioni colle loro cime; e se il ramiculo guarda all'orizzonte, le foglie restano spianate; e questo nasce perché le foglie universalmente tengono il rovescio loro volto alla terra.

907. Degli aspetti de' paesi.

Quando il sole è all'oriente, tutte le parti illuminate delle piante sono di bellissima verdura; e questo accade perché le foglie illuminate dal sole dentro alla metà dell'orizzonte, cioè la metà orientale, sono trasparenti.
E dentro al semicircolo occidentale le verdure hanno tristo colore all'aria umida e torba di color cenere scura, per non essere trasparente come l'orientale, la quale è lucida, e tanto piú, quanto essa è piú umida.

908. Della trasforazione delle piante in sé.

La trasforazione dell'aria ne' corpi delle piante, e la trasforazione delle piante infra l'aria in lunga distanza non si dimostrano all'occhio, perché, dove con fatica si comprende il tutto, con difficoltà si conoscono le parti, ma si fa un misto confuso, il quale partecipa piú di quel ch'è maggior somma.
I traforamenti dell'albero sono di particole di aria illuminata, le quali sono assai minori della pianta, e però prima si perdono di notizia ch'essa pianta; ma non resta per questo che esse non vi sieno, onde per necessità si fa un misto di aria e dell'oscuro dell'albero ombroso, il quale insieme concorre all'occhio che vede.

909. Degli alberi che occupano le trasforazioni l'un dell'altro.

Quella parte dell'albero sarà men trasforata, alla quale si oppone di dietro infra l'albero e l'aria maggior somma di altro albero;
come nell'albero a non si occupa trasforazione, né in b, per non esservi alberi di dietro; ma in c vi è sol la metà trasforato; cioè co occupato dall'albero d, occupato dall'albero e; e poco piú oltre tutta la trasforazione corporale degli alberi è persa.
L'occhio posto di dietro alla fuga del vento non vedrà mai nessuna foglia di qualunque pianta, se non da rovescio, salvo quelle di que' rami che sotto il vento risguardano esso vento, o le foglie de' lauri o d'altre piante, che han forte appiccatura.

910. Precetti di piante e verdure.

Molto piú chiari paiono gli alberi ed i prati risguardando quelli di dietro alla fuga del vento, che inverso il suo avvenimento; e questo nasce perché ciascuna foglia è piú pallida da rovescio che dal suo dritto; chi le guarda di dietro alla fuga del vento, le vede da rovescio, e chi le risguarda incontro all'avvenimento del vento, le vede ombrose, perché i loro estremi si piegano e adombrano inverso il loro mezzo, ed oltre a questo si veggono per il verso del loro diritto.
La somma dell'albero sarà piú piegata dalla percussione del vento, la quale ha i rami piú sottili e lunghi, come salici e simili.

Se l'occhio sarà infra l'avvenimento e la fuga del vento, gli alberi gli mostreranno piú spessi i loro rami di vêr l'avvenimento di esso vento che di vêr la fuga; e questo nasce perché il vento, che percuote le cime di essi alberi ad esso volte, le appoggia agli altri rami piú potenti, onde quivi si fanno spessi e di poca trasparenza; ma i rami oppositi percossi dal vento che penetra per la trasforazione dell'albero, si rimovono dal centro della pianta e si rarificano.
Delle piante di eguale grossezza ed altezza, quella sarà piú piegata dal vento, della quale gli estremi de' suoi rami laterali manco sono rimossi dal mezzo di tal pianta; e questo è causato perché la remozione de' rami non fa scudo al mezzo della pianta contro all'avvenimento o percussione del vento.

Quegli alberi sono piú piegati dal corso del vento i quali sono piú alti.
Le piante che saranno piú spesse di foglie piú saranno piegate dalla percussione del vento.
Nelle grandi selve e nelle biade e prati saranno vedute le onde fatte dal vento non altrimenti che si veggono nel mare o nei pelaghi.
Quella pianta farà piú oscura ombra, che sarà di piú spesse e grosse foglie, come il lauro e simili.
Le diritture de' rami, che non son vinti dal peso delle foglie o de' frutti, tutte si drizzano al centro della loro ramificazione.

Tutte le grossezze de' rami che ciascun albero mette anno per anno, essendo ciascuno annale per sé messo insieme, saranno eguali al primo pedale.
I pedali delle vecchie piante nate in luoghi umidi ed ombrosi sempre saranno vestiti di verde lanugine.
L'albero piú giovane ha piú pulita scorza che il vecchio. I rami superiori delle piante saranno piú copiosi di foglie che gl'inferiori.
Le parti esteriori delle selve hanno le piante piú copiose di foglie che le interiori. I fondi di quelle selve saranno manco erbosi, le quali saranno piú spesse.

911. Del comporre in pittura il fondamento de' colori delle piante.

Modo di comporre in pittura i fondamenti de' colori delle piante che campeggiano nell'aria: falle come tu le vedi di notte a poco chiarore, perché tu le vedrai egualmente di un colore oscuro trasforate dal chiarore dell'aria; e cosí vedrai la loro semplice figura spedita senza impedimento di varî colori di verde chiaro o scuro.

912. Precetto.

Delle ramificazioni delle piante, alcune ne sono acute, alcune rotonde.
Le piú grosse cime delle ramificazioni degli alberi mettono maggiori foglie, o maggior quantità, che nessun altro estremo di ramo.
Sempre le cime delle ramificazioni sono quelle che prima si empiono di foglie.
Le piú grosse cime de' rami sempre sono le maestre de' maggiori rami degli alberi; e cosí di converso le piú sottili cime di essi rami sono piú remote da esse maestre di tali rami.

913. Precetto delle piante.

De' rami, ovvero delle loro piante, alcune ne sono integralmente condotte dalla natura, ed alcune sono impedite per mancamento naturale; e queste si seccano per sé o tutte o in parte, ed alcune mancano di loro naturale quantità per tagliamenti fatti dagli uomini, ed alcune per rompimenti di saette o di venti, od altre tempeste.
Gli alberi che nascono presso alle marine che sono scoperte ai venti son tutti piegati dal vento, e cosí piegati crescono e cosí restano.

914. Delle erbe.

Delle erbe, alcune ne sono all'ombra ed alcune al lume; e se l'occhio è di verso le ombre, vedrà le erbe ombrose avere per campo la chiarezza delle erbe illuminate; e se l'occhio è di verso il lume, vedrà le erbe illuminate aver per campo l'oscurità delle erbe ombrose.

915. Delle foglie.

Della chiarezza delle foglie, alcuna n'è per la sua trasparenza, perché sono interposte infra l'occhio ed il lume, ed alcuna n'è della semplice illuminazione dell'aria, ed alcuna è che riceve lustro.
La foglia trasparente mostra piú bel colore che non il suo naturale; l'illuminata dall'aria lo mostra di piú vero colore; il lustro partecipa piú del colore dell'aria che si specchia nella densità della superficie della foglia che del suo natural colore.
Quella foglia che è di superficie pelosa non riceve lustro.
Quel cespo sarà manco ombroso che sarà piú raro e di ramificazione piú sottile. Delle foglie delle erbe, quella sarà piú frappata che sarà piú presso alla sua semenza, e la men frappata sarà piú vicina al suo nascimento.

916. Precetto del contraffare il color delle foglie.

Quelli che si vogliono non integralmente fidare del loro giudizio nel contraffare i veri colori delle foglie debbono pigliare una foglia di quell'albero che si vuol contraffare e sopra di quella fare le loro mistioni; e quando essa mistione non sarà conosciuta in differenza dal colore di tal foglia, allora tu sarai certo che tal colore è d'intera imitazione della foglia; e cosí puoi fare nelle altre che vuoi imitare.