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Leonardo da Vinci | Del sole che illumina la foresta

Trattato della Pittura
Parte sesta | Capitoli 868-893


Indice
868. Dell'oscurità dell'albero.
869. Degli alberi.
870. Degli alberi posti sotto l'occhio.
871. Delle cime sparse degli alberi.
872. Delle remozioni delle campagne.
873. Dell'azzurro che acquistano gli alberi remoti.


874. Del sole che illumina la foresta.
875. Delle parti luminose delle verdure delle piante.
876. Delle piante che sono infra l'occhio e il lume.
877. Del colore accidentale degli alberi.
878. Della dimostrazione degli accidenti.
879. Quali termini dimostrino le piante remote dall'aria che si fa lor campo.
880. Delle ombre delle piante.
881. Delle ombre e trasparenze delle foglie.
882. Delle ombre delle foglie trasparenti.
883. Del non fingere mai foglie trasparenti al sole.
884. Dell'ombra della foglia.
885. Delle foglie oscure dinanzi alle trasparenti.
886. Delle piante giovani e loro foglie.
887. Del colore delle foglie.
888. Degli alberi che mettono i rami diritti.
889. Delle ombre degli alberi.
890. Degli alberi orientali.
891. Delle ombre delle piante orientali.
892. Delle piante meridionali.
893. De' prati.

868. Dell'oscurità dell'albero.

Molto piú oscura è quella parte dell'albero che termina nell'aria, che quella che termina nella selva, o monti, o colli.

869. Degli alberi.

Quando le piante saranno riguardate di verso il sole, per la trasparenza delle loro foglie esse inverso gli estremi si dimostreranno di piú bel verde che prima non era; inverso il mezzo parrà forte oscuro, e le foglie che non saranno trasparenti saranno quelle che ti mostreranno il loro dritto, e piglieranno lustri molto evidenti.
Ma se riguarderai le piante dall'opposita parte del sole, tu le vedrai con poche ombre ed assai lustri nelle foglie, se saranno dense.

870. Degli alberi posti sotto l'occhio.

Gli alberi posti sotto l'occhio, ancora ché sieno in sé di eguale altezza e di eguali colori e spessitudine di ramificazione, non resterà che in sé in ogni grado di distanza essi non acquistino oscurità; e questo nasce perché a quello che ti è piú vicino, per essergli tu di sopra, tu vedi quella parte di esso che si mostra al cielo illuminatore delle cose, onde tu vedi di esso la parte illuminata, e però si mostra con effetto piú chiara, e quella che t'è piú remota tu la vedi piú di sotto, ond'essa ti mostra di sé le parti piú ombrose, e per conseguenza sarà piú oscura, e se non fosse che maggior somma d'aria s'interpone infra l'occhio e la seconda che infra esso occhio e la prima che viene a rischiarare tale oscurità, la prospettiva de' colori scorterebbe per l'opposito.

871. Delle cime sparse degli alberi.

Le cime sparse degli alberi rari di rara ramificazione non pigliano sensibili ombre, perché i loro rami sono sottili e di rare e sottili foglie e le loro parti che non sono trasparenti restano illuminate.

872. Delle remozioni delle campagne.

L'estremità degli alberi ne' luoghi alquanto remoti le farai quasi insensibili e poco variate dal loro campo.

873. Dell'azzurro che acquistano gli alberi remoti.

L'azzurro che acquistano gli alberi ne' luoghi remoti si genera piú nell'oscurità che inverso le parti luminose; e questo nasce per la luce dell'aria interposta infra l'occhio e l'ombra, che si tinge in colore celeste; e le parti luminose degli alberi sono le ultime che mancano della loro verdura.

874. Del sole che illumina la foresta.

Quando il sole illumina la foresta, gli alberi delle selve si dimostreranno di terminate ombre e lumi, e per questo parranno essersi avvicinati a te, perché si fanno di piú cognita figura; e ciò che di loro non è veduto dal sole, pare oscuro egualmente, salvo le loro parti sottili che s'interpongono infra il sole e te, le quali si faranno chiare per la loro trasparenza; e questo accade il fare minor quantità di lumi negli alberi illuminati dal sole che dal cielo, perché maggiore è il cielo che il sole, e maggior causa fa maggiori effetti in questo caso.
Nel farsi minori le ombre delle piante, gli alberi parranno non essere piú rari, e massime dove hanno un medesimo colore, e che di loro natura sieno di rami rari e di foglie sottili, come persico, susino e simili; perché di loro l'ombra ritirandosi inverso il mezzo della pianta, essa pianta pare essere diminuita, ed i rami che del tutto restano fuori dell'ombra paiono un medesimo colore e campo.

875. Delle parti luminose delle verdure delle piante.

Le parti luminose delle verdure delle piante, nelle vicinità ch'esse hanno coll'occhio, mostrano ad esso occhio essere piú chiare che quelle delle piante remote, e le loro parti ombrose si mostrano piú scure che quelle di esse piante remote. Le piante remote mostrano le loro parti luminose piú scure che quelle delle piante vicine, e le loro parti ombrose si mostrano piú chiare che le parti ombrose di esse piante vicine; e questo nasce perché il concorso delle specie di esse piante ombrose e luminose si confondono e si mischiano per le grandi distanze che esse hanno dall'occhio che le vede.

876. Delle piante che sono infra l'occhio e il lume.

Delle piante che sono infra l'occhio e il lume, la parte dinanzi sarà chiara, la qual chiarezza sarà mista di ramificazioni di foglie trasparenti per essere vedute da rovescio, con foglie lustre vedute dal diritto, ed il loro campo di sotto e di retro sarà di verdura oscura per essere ombrata dalla parte dinanzi della detta pianta; e questo accade nelle piante piú alte dell'occhio.

877. Del colore accidentale degli alberi.

I colori accidentali delle fronde degli alberi sono quattro, cioè ombra, lume, lustro e trasparenza.

878. Della dimostrazione degli accidenti.

Delle parti accidentali delle foglie delle piante in lunga distanza si farà un misto, il quale parteciperà piú di quell'accidente che sarà di maggior figura.

879. Quali termini dimostrino le piante remote dall'aria che si fa lor campo.

I termini che hanno le ramificazioni degli alberi coll'aria illuminata, quanto piú sono remoti, piú si fanno in figura traente allo sferico, e quanto piú sono vicini, meno dimostrano di tale sfericità, come a albero primo, che per essere vicino all'occhio, dimostra la vera figura della sua ramificazione, la quale si diminuisce quasi in b, ed al tutto si perde in c, dove non che i rami di essa pianta si vedono, ma tutta la pianta con gran fatica si conosce.

Ogni corpo ombroso, il quale sia di qualunque figura si voglia, in lunga distanza pare essere sferico; e questo nasce perché, s'egli è un corpo quadrato, in brevissima distanza si perdono gli angoli suoi, e poco piú oltre si perdono i lati minori che restano; e cosí, prima che si perda il tutto, si perdono le parti per essere minori del tutto, come l'uomo ch'è in tale aspetto perde prima le gambe, le braccia e la testa che il busto; dipoi perde prima gli estremi della lunghezza che della larghezza, e quando son fatti eguali, sarebbe quadro, se gli angoli vi restassero, ma non vi restando, è tondo.

880. Delle ombre delle piante.

Le ombre delle piante poste ne' paesi non si dimostrano vestire di sé con medesima situazione nelle piante destre come nelle sinistre, e massime essendo il sole a destra od a sinistra. Provasi per la quarta che dice: i corpi opachi interposti infra il lume e l'occhio si dimostrano tutti ombrosi; e per la quinta: l'occhio interposto infra il corpo opaco ed il lume vede il corpo opaco tutto illuminato; e per la sesta: l'occhio ed il corpo opaco interposto infra le tenebre ed il lume sarà veduto mezzo ombroso e mezzo luminoso.

881. Delle ombre e trasparenze delle foglie.

Le foglie delle piante per essere trasparenti non mandano integrali tenebre alle foglie da loro ombrate, ma mandano ombre di piccola oscurità che acquistano bellezza di verde; e le terze foglie alle prime sottoposte pigliano doppia oscurità all'oscurità della seconda foglia, perché due sole foglie la ombrano, e cosí le terze e poi le quarte, sempre si vanno moltiplicando in oscurità, e cosí andrebbero in infinito.
però tu, pittore, quando fai le poste de' gran rami fronzuti, falle piú illuminate che la parte inverso il centro dell'albero, e le poste de' rami piú inverso il lume ancora piú illuminate, e le poste di esse poste ancora piú e le ultime foglie piú, e piú le parti ultime delle foglie disposte al lume.
Tutte le erbe e foglie dell'albero interposte infra l'occhio ed il sole sono vedute per trasparenza aiutata dal lume del sole, la qual trasparenza è in suo sommo grado di bellezza di verde, ed è di piú virtú de' raggi solari, che dall'opposita parte l'illuminano, che per suo naturale colore.

882. Delle ombre delle foglie trasparenti.

Le ombre che sono nelle foglie trasparenti, vedute da rovescio, sono quelle medesime ombre che sono dal dritto di esse foglie, le quali traspariscono da rovescio insieme colla parte luminosa, ove è il lustro che mai può trasparire.
Quando l'una verdura è dietro all'altra, i lustri delle foglie e le trasparenze si dimostrano di maggior potenza che quelle che confinano colla chiarezza dell'aria.
E se il sole illumina le foglie che s'inframmettono infra esso e l'occhio, senza che l'occhio veda il sole, allora i lustri delle foglie e le loro trasparenze sono eccessivi.

Molto è utile il fare alcune ramificazioni basse, le quali sieno scure e campeggino in verdure illuminate, che sieno alquanto remote dalle prime.
Delle verdure oscure vedute di sotto, quella parte è piú oscura ch'è piú vicina all'occhio, cioè ch'è piú distante dall'aria luminosa.

883. Del non fingere mai foglie trasparenti al sole.

Non fingere mai foglie trasparenti al sole perché sono confuse; e questo accade perché sopra la trasparenza di una foglia vi si stamperà l'ombra di un'altra foglia che le sta di sopra, la quale ombra è di termini spediti e di terminata oscurità, ed alcuna volta è mezza o terza parte di essa foglia che adombra, e cosí tale ramificazione è confusa, ed è da fuggire la sua imitazione.
I ramiculi superiori de' rami laterali delle piante si accostano piú al lor ramo maestro che non fanno quei di sotto.
Quella foglia è meno trasparente, che piglia il lume infra angoli piú disformi.
I rami piú bassi delle piante che fan grandi foglie e frutti gravi, come noci e fichi e simili, sempre si dirizzano alla terra.

884. Dell'ombra della foglia.

Alcuna volta la foglia ha tre accidenti, cioè ombra, lustro e trasparenza, come se il lume fosse in n alla foglia s e l'occhio in m, che vedrà a luminato, b ombrato, c trasparente.
La foglia di superficie concava veduta dal rovescio di sotto in su, alcuna volta si mostrerà mezzo ombrosa e mezzo trasparente; come: po sia la foglia ed il lume m e l'occhio n, il quale vedrà o adombrato, perché il lume non la percuote infra gli angoli eguali, né da diritto né da rovescio, e il p sarà il lume trasparente nel suo rovescio.

885. Delle foglie oscure dinanzi alle trasparenti.

Quando le foglie saranno interposte infra il lume e l'occhio, ina all'occhio sarà la piú oscura, e la piú remota sarà la piú chiara, non campeggiando nell'aria; e questo accade nelle foglie che sono dal centro dell'albero in là, cioè inverso il lume.

886. Delle piante giovani e loro foglie.

Le piante giovani hanno le foglie piú trasparenti e piú pulita scorza che le vecchie, e massime il noce, ed è piú chiaro di maggio che di settembre. Le ombre delle piante non sono mai nere, perché dove l'aria penetra non possono essere tenebre.

887. Del colore delle foglie.

Se il lume viene da m e l'occhio sia in n, esso occhio vede il colore delle foglie a b tutto partecipare del colore dell'm, cioè dell'aria, ed l b c saranno vedute da rovescio, trasparenti con bellissimo color verde partecipante di giallo.
Se m sarà il luminoso illuminatore della foglia s, tutti gli occhi che vedranno il rovescio di essa foglia la vedranno di bellissimo verde chiaro, per essere trasparente.
Molte sono le volte che le poste delle foglie saranno senza ombre, ed avranno il rovescio trasparente ed il diritto sarà lustro.

888. Degli alberi che mettono i rami diritti.

Il salice ed altre simili piante a cui si tagliano i rami ogni tre o quattro anni, mettono rami assai diritti, e la loro ombra è inverso il mezzo, dove nascono essi rami, ed inverso gli estremi fan poca ombra per le loro minute foglie ed i rari e sottili rami; adunque i rami che si levano inverso il cielo avranno poca ombra e poco rilievo, e que' rami che guardano dall'orizzonte in giú nascono nella parte oscura dell'ombra e vengonsi rischiarando a poco a poco insino ai loro estremi; e questi mostrano buon rilievo per essere in gradi di rischiaramento in campo ombroso.
Quella pianta sarà meno ombrata, che avrà piú rara ramificazione e rare foglie.

889. Delle ombre degli alberi.

Stando il sole all'oriente, gli alberi occidentali all'occhio si dimostreranno di pochissimo rilievo e quasi d'insensibile dimostrazione se l'aria che infra l'occhio ed esse piante s'interpone è molto fosca: per la settima di questo, e' son privati d'ombra, e, benché l'ombra sia in ciascuna divisione di ramificazione, egli accade che le similitudini dell'ombra e lume che vengono all'occhio sono confuse e miste insieme, e per la loro piccola figura non si possono comprendere.
Ed i lumi principali sono nel mezzo delle piante, e le ombre inverso gli estremi, e le loro separazioni son divise dalle ombre degl'intervalli di esse piante, quando le selve sono spesse di alberi, e nelle rare i termini poco si vedono.

890. Degli alberi orientali.

Stando il sole all'oriente, gli alberi veduti inverso esso oriente avranno il lume che li circonderà d'intorno alle sue ombre, eccetto di verso la terra, salvo se l'albero non fosse stato rimondo l'anno innanzi.
E gli alberi meridionali e settentrionali saranno mezzo ombrosi e mezzo luminosi, e piú o meno ombrosi o luminosi, secondoché saranno piú o meno orientali od occidentali.
L'occhio alto o basso varia le ombre ed i lumi negli alberi, imperocché l'occhio alto vede gli alberi con poche ombre ed il basso con assai ombre.
Tanto son varie le verdure delle piante, quanto son varie le loro specie.
Stando il sole all'oriente, i suoi alberi sono oscuri inverso il mezzo, ed i loro estremi sono luminosi.

891. Delle ombre delle piante orientali.

Le ombre delle piante orientali occupano gran parte della pianta, e sono tanto piú oscure quanto gli alberi sono piú spessi di foglie.

892. Delle piante meridionali.

Quando il sole è all'oriente, le piante meridionali e settentrionali hanno quasi tanto di lume quanto di ombre, ma tanto maggior somma di lume quanto esse sono piú occidentali, e tanto maggior somma di ombra quanto esse sono piú orientali.

893. De' prati.

Stando il sole all'oriente, le verdure de' prati e d'altre piccole piante sono di bellissima verdura per essere trasparenti al sole, il che non accade ne' prati occidentali; e le erbe meridionali e settentrionali sono di mediocre bellezza di verdura.