Un amore felice. È normale?
È serio? È utile?
Che se ne fa il mondo di due esseri
che non vedono il mondo?
Innalzati l'uno verso l’altro senza alcun merito,
i primi qualunque tra un milione, ma convinti
che doveva andare così - in premio di che? Di nulla;
la luce giunge da nessun luogo -
Ciò offende la giustizia? Sì.
Ciò infrange i principi accumulati con cura?
Butta giù la morale dal piedistallo? Sì, infrange e butta giù.
Guardate i due felici:
se almeno dissimulassero un po’,
si fingessero depressi, confortando così gli amici!
Sentite come ridono - è un insulto.
In che lingua parlano - comprensibile all’apparenza.
E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,
quei bizzarri doveri reciproci che s’inventano -
sembra un complotto contro l’umanità!
È difficile immaginare dove si finirebbe
se il loro esempio fosse imitabile.
Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,
di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,
chi vorrebbe restare più nel cerchio?
Un amore felice. Ma è necessario?
Il tatto e la ragione impongono di tacerne
come d’uno scandalo nelle alte sfere della Vita.
Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.
Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,
capita, in fondo, di rado.
Chi non conosce l’amore felice
dica pure che in nessun luogo esiste l’amore felice.
Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire.
Wisława Szymborska (1923-2012) è stata una poetessa, saggista, traduttrice Polacca e vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1996.
Nata a Prowent (ora parte di Kórnik), risiedette a Cracovia fino alla fine della sua vita.
In Polonia, i libri della Szymborska hanno raggiunto vendite che rivaleggiano con quelle di importanti autori di prosa, anche se ha scritto in una poesia, "A qualcuno piace la poesia" ("Niektórzy lubią poezję"), che "forse" a due persone su mille piace la poesia.
Szymborska è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura nel 1996 "per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà".
True Love
True love. Is it normal
is it serious, is it practical?
What does the world get from two people
who exist in a world of their own?
Placed on the same pedestal for no good reason,
drawn randomly from millions but convinced
it had to happen this way - in reward for what?
For nothing.
The light descends from nowhere.
Why on these two and not on others?
Doesn't this outrage justice? Yes it does.
Doesn't it disrupt our painstakingly erected principles,
and cast the moral from the peak? Yes on both accounts.
Look at the happy couple.
Couldn't they at least try to hide it,
fake a little depression for their friends' sake?
Listen to them laughing - its an insult.
The language they use - deceptively clear.
And their little celebrations, rituals,
the elaborate mutual routines -
it's obviously a plot behind the human race's back!
It's hard even to guess how far things might go
if people start to follow their example.
What could religion and poetry count on?
What would be remembered? What renounced?
Who'd want to stay within bounds?
True love. Is it really necessary?
Tact and common sense tell us to pass over it in silence,
like a scandal in Life's highest circles.
Perfectly good children are born without its help.
It couldn't populate the planet in a million years,
it comes along so rarely.
Let the people who never find true love
keep saying that there's no such thing.
Their faith will make it easier for them to live and die.