Marco d'Oggiono (1470-1549) was an Italian Renaissance painter and a chief pupil of Leonardo da Vinci, many of whose works he copied.
He was born at Oggiono near Milan.
Of the details of his life, we know almost nothing - not even the date of his important series of frescoes painted for the church of Santa Maria della Pace in Milan. He probably died in Milan.
Luigi Lanzi gave 1530 as the date of his death, but various writers in Milan say it took place in 1540, and now the best accepted date is 1549.
Figure of Marco d'Oggiono at the pedestal of Leonardo da Vinci monument | Milan, Piazza della Scala | Sculptor: Pietro Magni
He was a hard-working artist, but his work has since been criticized by some for paintings are wanting in vivacity of feeling and purity of drawing, while, in his composition, it has been well said that "intensity of color does duty for intensity of sentiment".
He copied Leonardo's Last Supper repeatedly, and one of his best copies is in the possession of the Royal Academy of Arts.
The Hungarian art critic Paul George Konody, in examining the Isleworth Mona Lisa, wrote of that painting:
"The hands, with their careful and somewhat hard drawing and terra cotta coloring, suggest at once the name of Leonardo's pupil, Marco d'Oggionno; whereas the inimitably soft and lovely painting of the head and bust, the exquisite subtlety of the expression, the golden glow of the general coloring, can be due only to Leonardo".
His two most notable pictures - one in the Pinacoteca di Brera (representing St. Michael), and the other in the private gallery of the Bonomi family (representing the Madonna) - are signed with his name in Latin, "Marcus".
Other works by d'Oggiono can be seen at Berlin, Paris, St. Petersburg and Turin, the one in Russia being a clever copy of the Last Supper by Leonardo.
The Catholic Encyclopedia said of d'Oggiono, "[h]e cannot be regarded as an important artist, or even a very good copyist, but in his pictures the sky and mountains and the distant landscapes are always worthy of consideration, and in these we probably get the painter's best original work". | Source: © Wikipedia
Marco d'Oggiono (Oggiono, 1470 circa – Milano, 1524 circa) è stato un pittore Italiano esponente del Rinascimento lombardo, allievo di Leonardo da Vinci.
Nacque, con ogni probabilità a Milano, tra il 1465 e il 1470, da Cristoforo, orefice benestante, nativo di Oggiono.
Documentato come artista indipendente nella bottega di Leonardo da Vinci fin dal 1490, Marco d'Oggiono eseguì nel 1493-1494, insieme a Giovanni Antonio Boltraffio, la pala Grifi con la Resurrezione di Cristo con i Santi Leonardo e Lucia, per l'oratorio di San Leonardo, annesso alla chiesa milanese di San Giovanni sul Muro, dipinta probabilmente sotto la supervisione del Maestro.
Di questa pala rimane soltanto il pannello centrale, un olio su tavola di 230 x 183 centimetri, attualmente conservato a Berlino presso lo Staatliche Museen Gemäldegalerie.
All'inizio del nuovo secolo eseguì una serie di lavori, oggi in parte perduti (due monumentali tele e disegni per gli stalli del coro) per la cattedrale di Savona su commissione del cardinale Giuliano della Rovere, il futuro papa Giulio II (1501-1502); risalgono a questi anni anche le sue tele, perdute, per la confraternita dei milanesi a Venezia e gli affreschi per la chiesa milanese di Santa Maria della Pace (staccati e collocati alla Pinacoteca di Brera), mentre la pala con i Tre arcangeli (anch'essa a Brera) e un polittico firmato, conservato al Castello di Blois, vanno datati ad un momento successivo (1516 circa).
Fu autore di una delle più celebri copie a grandezza naturale del Cenacolo di Leonardo, di committenza francese, nel castello di Ecouen), e di una piccola copia della prima Vergine delle Rocce del maestro fiorentino, alla pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano.
Ottenne commissioni di grande prestigio, dalla potente famiglia Trivulzio (San Francesco d'Assisi e Bona Trivulzio Bevilacqua, Sant'Antonio da Padova e Giulia Trivulzio entrambe a Milano, Brera) e per i Bagarotti, per i quali realizzò la cappella funeraria in Santa Maria della Pace, poi distrutta, i cui affreschi staccati sono conservati in varie collezioni milanesi (Morte della Vergine e gli Apostoli al Museo della scienza e della tecnica, Adamo ed Eva a Brera, le Nozze di Cana presso la Pinacoteca del Castello Sforzesco; per l'altare della cappella, la tavola con l'Assunzione della Vergine, conservata a Brera).
Negli anni successivi le sue opere appaiono più vicine agli sviluppi pittorici dell'Italia centrale e romani in particolare, esito forse di un soggiorno a Roma (così negli affreschi di Santa Maria della Pace e nella Pala dell'Assunzione a Brera), unendosi ad accenti di sensibile patetismo negli ultimi anni di vita come nell'Estasi della Maddalena in Palazzo Vecchio a Firenze.
Le opere successive agli anni venti sono caratterizzate, secondo la critica prevalente, da una stanca ripetizione di motivi del repertorio leonardesco, con sempre minori spunti innovativi, come la Sacra Famiglia e i ss. Elisabetta, Zaccaria e Giovannino (Parigi, Louvre) o la Madonna col Bambino e i ss. Giovanni Battista, Eufemia, Senatore, Caterina d'Alessandria e tre angeli musicanti, pala d'altare della Basilica di Sant'Eufemia (Milano).
È dibattuta l'attribuzione a Marco d'Oggiono di alcune delle più celebri opere leonardesche, quali il Ritratto di giovane della famiglia Archinto, della National Gallery di Londra, il Cristo giovinetto del Museo Lázaro Galdiano di Madrid, il Ritratto di giovane di Brera e svariati altri.
Morì di peste nel 1524 a Milano, titolare di un'affermata bottega che contava numerosi allievi e di consistenti proprietà , frutto della lunga e fortunata carriera del pittore.