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Xavier Bueno | Modern painter of Reality

Xavier Bueno (1915-1979) was an Italian painter of Spanish origin.
Xavier Bueno was born in Vera de Bidasoa, son of the writer and journalist Javier Bueno, who was a correspondent in Berlin of the Madrid newspaper ABC.
In 1925 the family settled in Geneva; five years later, Xavier enrolled at the Academy of Fine Arts showing a precocious talent.
After a return with his mother to Spain, in Madrid, he attended the Academy of San Fernando and followed a painting course held by Vazquez Diaz.



In 1937 he moved to Paris and presented his works, characterized by a strong imprint of “Spanish” realism, at the “Salon des Tuileries”, the “Salon d’Automne”, the “Salon des Indépendants” and the "Salon d'Art Mural".
He also exhibited at the Spanish Pavilion of the Universal Exhibition in New York.

His main models were the Spanish classical authors, such as Velazquez, Murillo, Zurbaràn and Goya, and his painting is characterized by a social and sometimes political commitment.
In 1938 Xavier was joined in Paris by his brother Antonio, three years younger and also devoted to painting.
From this moment, and for a period of about ten years, a total, artistic and material partnership was established between the two.

In January 1940 he moved to Italy with his brother Antonio and his mother Hannah.
What should have been just a temporary stay turned into a definitive and totalizing life experience, because they spent the rest of their lives in Florence.
In 1947, together with Antonio Bueno, Pietro Annigoni and Gregorio Sciltian, he founded the group of “Modern Painters of Reality”, whose manifesto proposes an “objective” observation of truth, of nature and its faithful reproduction as possible.


At the end of the forties, coinciding with the crisis of the group, the relations between Xavier and his brother Antonio began to change, after years of common path.
The causes are to be found in the progressive diversification of their respective artistic personalities; however, it was a question of a stylistic-conceptual dissent rather than a human-personal one.

The 1953 represented an important turning point for Xavier’s career: it was the year of explicit adherence to the poetics of socialist realism, adhesion that came after a personal itinerary, which saw him practicing “committed” painting since the pre-war period.
Another milestone in Xavier’s career was the trip to Brazil in 1954: the artist returned from this experience full of enthusiasm and with a series of ink works whose main protagonists are children, teenagers, laborers.


From this moment on, the theme of childhood became more and more recurrent, little by little the characters will be depicted motionless, in a sort of unreal fog, devoid even of depth, of perspective rigor, in which they emerge as evoked.
The evolution and research carried out the day after the trip to Brazil led him towards a further thickening of the material, thickened by the addition of sand to the paint; moreover, the use of collage, already very frequent in still lifes, became conspicuous also in the figurative-portrait field.

Between 1959 and 1964 Xavier created the cycle of “Children”, suffering and melancholy images, symbolic works of a humiliated and oppressed humanity, presented at the “España libre” review and which will characterize him in a very personal and distinctive way throughout his life.
The artist suddenly died on the night of July 17, 1979 in his home in Fiesole.
















Xavier Bueno nasce a Vera de Bidasoa il 16 gennaio 1915.
La professione del padre giornalista Javier fa sì che la famiglia di Xavier, comprendente anche i fratelli Guy ed Antonio, sia sempre in viaggio ed impegnata in frequenti trasferimenti.
Nel 1925 la famiglia si stabilisce a Ginevra, cinque anni più tardi Xavier è già iscritto all'Accademia di Belle Arti manifestando un precoce talento.
Dopo un ritorno con la madre in Spagna, a Madrid, frequenta l'Accademia di S. Fernando e segue un corso di pittura tenuto da Vazquez Diaz.


Nel 1937 si trasferisce a Parigi e presenta le sue opere, caratterizzate da una forte impronta di realismo "spagnolo", al "Salon des Tuileries", al "Salon d'Automne", al "Salon des Indépendants" ed al "Salon d'Art Mural"; inoltre espone al Padiglione Spagnolo della Mostra Universale di New York.
I suoi principali modelli sono gli autori classici spagnoli, come Velazquez, Murillo, Zurbaràn e Goya, e la sua pittura si contraddistingue per un impegno sociale e talora politico.
Nel 1938 Xavier viene raggiunto a Parigi dal fratello Antonio, di tre anni più giovane e anch’egli definitivamente votato alla pittura.
Da questo momento, e per un periodo della durata di circa dieci anni, tra i due si instaura un sodalizio totale, artistico e materiale.


Nel gennaio del 1940 si trasferisce in Italia insieme al fratello Antonio ed alla madre Hannah.
Quello che avrebbe dovuto essere solo un soggiorno temporaneo - il classico voyage in Italie che ogni artista europeo desidera compiere - si trasforma per loro in un’esperienza di vita definitiva e totalizzante, perché a Firenze trascorrono il resto della loro vita.

Nel 1947 insieme ad Antonio Bueno ed a Pietro Annigoni e Gregorio Sciltian fondano il gruppo dei "Pittori Moderni della Realtà" il cui manifesto propone un'osservazione “oggettiva” del vero, della natura e la sua riproduzione il più possibile fedele ed ha intenti esplicitamente polemici nei confronti della critica del tempo post-impressionista.


Alla fine degli anni quaranta, in concomitanza con la crisi del gruppo, i rapporti fra Xavier ed il fratello Antonio cominciano a mutare, dopo anni di percorso comune.
Le cause sono da ricercarsi nella progressiva diversificazione delle loro rispettive personalità artistiche; si tratta tuttavia di un dissenso più stilistico-concettuale che non umano-personale.
Il 1953 rappresenta una svolta importante per la carriera di Xavier: è l'anno dell’esplicita adesione alle poetiche del realismo socialista, adesione che giunge dopo un itinerario personale, che lo vede praticare pittura “impegnata” fin dall’anteguerra, con netto anticipo sull’arte di sinistra italiana.


Altra tappa fondamentale nella carriera di Xavier è il viaggio in Brasile del 1954: l'artista torna da questa esperienza pieno di entusiasmo e con una serie di chine i cui principali protagonisti sono bambini, ragazzi, braccianti.
Da questo momento la tematica dell’infanzia diviene sempre più ricorrente, un po' per volta i personaggi verranno raffigurati immobili, in una sorta di nebbia irreale, priva persino di profondità, di rigore prospettico, nella quale essi emergono come evocati.


Tra il 1959-1964 Xavier creò il ciclo dei "Bambini", immagini sofferenti e malinconiche opere simboliche di un'umanità avvilita ed oppressa, che l'artista presentò alla rassegna "España libre".
Per quanto riguarda la tecnica, l’evoluzione e la ricerca condotta all'indomani del viaggio in Brasile lo conducono verso un ulteriore ispessimento della materia, addensata dall’aggiunta della sabbia alla vernice; inoltre il ricorso al collage, già frequentissimo nelle nature morte, diventa cospicuo anche in ambito figurativo-ritrattistico.

La materia dei suo quadri è ormai tale per cui non si sa se sia ancora pertinente parlare di pittura, tanto che si ricorre spesso alla definizione di “affresco su tela”.
Xavier si spenge improvvisamente nella notte del 17 luglio 1979 nella sua casa, a Fiesole. | Fonte: Associazione Culturale Bueno