"The only true and supreme purpose of the art of painting has been and will always be that of obtaining the illusion of reality" - Gregorio Sciltian.
Gregorio Sciltian / Գրիգոր Շիլտյան (Nakhicevan, Armenia 1900 - Rome 1985) was an Italian-Armenian painter, designer, and medallist.
Sciltian is well known for his portraiture and trompe-l'œil compositions.
He was born into an Armenian family in Nakhichevan-on-Don (now part of Rostov-on-Don, Russia).
After finishing the gymnasium in Moscow, he studied art at the studied at the Saint Petersburg Academy and made his debut at a very early age with works influenced by the Russian avant-garde of the turn of the century.
He emigrated from Russia to Austria, where the museums of Vienna turned him in the direction that would definitively mark his artistic career.
He soon adopted the Italian Renaissance as his source of inspiration, and after a stay in Berlin in 1922 he arrived in Italy in 1923.
After a stay in Belgium and a protracted period in Milan from 1934 to 1941, he lived and worked in Rome.
His orientation to Caravaggio and his followers translated into a kind of realism that combined immense technical and academic expertise with extreme attention to the most minute detail.
He participated in the Biennale of Rome in 1925 and the Biennale of Venice in 1926.
He was a constant practitioner of trompe-l’oeil.
The genres most characteristic of Sciltian’s opus are portraiture and sumptuous still lifes.
He died in 1985 in Rome.
His neo-Caravaggian approach led Roberto Longhi, who would in fact devote years of work to the study of Caravaggio, to offer him a critical acclaim that was confirmed abroad in shows in Belgium, Germany and Britain.
Gregorio Sciltian, italianizzazione di Grigorij Ivanovič Šiltjan (Nakhichevan-na-Donu, 20 agosto 1900 - Roma, 1º aprile 1985), è stato un pittore, costumista ed illustratore Italo-Armeno.
Nacque nell'insediamento armeno di Nakhichevan-na-Donu, che più tardi si fuse con la città russa di Rostov sul Don, nel 1900 da un avvocato e da una discendente di una benestante famiglia armena di industriali.
Si forma all'Accademia di San Pietroburgo e sull'influsso di Beardsley, esordendo a Rostov appena quindicenne con opere attente alle novità delle avanguardie cubofuturiste.
Nel 1919 a seguito della Rivoluzione d'ottobre lascia la Russia e si stabilisce a Costantinopoli.
Ma con gli anni Venti ritorna alla figurazione classica, studiando all'Accademia e nei Musei di Vienna le opere del Rinascimento italiano.
È a Berlino nel '22; nel 1923 sposa Elena Boberman e si trasferisce in Italia; apre uno studio a Roma e partecipa alla II Biennale romana nel '25.
Roberto Longhi presenta la sua personale alla casa d'arte Bragaglia.
Il critico fa il punto sulla peculiarità di una pittura che recupera la tradizione caravaggesca e fiamminga con un realismo di impressionante fedeltà fotografica: una perfezione lenticolare raggiunta con una materia dalla cromìa compatta e tecnica mutuata dalla pittura antica.
Dopo aver partecipato alla Biennale di Venezia del 1926, Sciltian si stabilisce a Parigi dove espone al Salon des Indépendants.
In una personale alla Galérie de la Renaissance una sua opera viene acquisita dal Museo del Lussemburgo.
Nel 1928 partecipa all'Exposition de l'Art Russe al Palais des Beaux Arts di Bruxelles.
Una sua opera entra al Museo Reale del Belgio. Tema costante della sua pittura è la natura morta trattata a 'Trompe-l'œil'.
Rientra in Italia nel 1934, stabilendosi a Milano fino al 1941, lavorando anche come ritrattista.
Invia opere ad esposizioni estere (Liegi, Berlino, Londra).
Allestisce una personale milanese alla Galleria Scopinich, recensita da Carlo Carrà su 'L'Ambrosiano' e una da Van Leer a Parigi nel 1933, al Circolo della Stampa di Bologna nel 1937, di nuovo a Milano da Gianferrari nel 1938.
Espone nel Padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia del 1936 il dipinto 'Bacco all'osteria', acquistato dalla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma.
Nel 1940 esegue con Fabrizio Clerici un trompe l'oeil per la VII Triennale di Milano.
Nel 1942 personale milanese alla Galleria del Milione e sala alla Biennale di Venezia.
Dopo la guerra allestisce uno studio milanese in palazzo Trivulzio.
Nel 1947 espone alla galleria dell'Illustrazione a Milano nella mostra di 'Pittura del gruppo di pittori moderni della realtà' con i fratelli Bueno, Acci, Carlo Guarienti, Serri e Pietro Annigoni.
Con lo stesso gruppo espone nel 1948 alla galleria La Margherita.
Approfondisce lo studio del manierismo mentre lavora d'estate a Gardone Riviera sul Lago di Garda dove possiede un'abitazione (la vedova nel 1988 donerà 16 tele ed altri quadri della collezione privata al Vittoriale degli Italiani dove sono tuttora esposti a Villa Mirabella).
Espone alla mostra del Ritratto alla Galleria Cherubini di Firenze nel 1949.
Nel 1950 espone un gruppo d'opere alla XXV Biennale di Venezia ed alla rassegna parigina alla Galérie Martoren 'Exposition Internationale des Peintres de la Réalité'.
Esce a Milano il volume di Waldemar George 'Sciltian: la magia della realtà'.
Nel 1953 espone a Milano in un locale alla moda di via Montenapoleone.
Ulteriori presenze a Parigi da Drouet nel 1958 e da Bernheim Jeune nel 1974.
Antologica romana a Palazzo Venezia nel 1970.
Negli anni '70 frequentò il giovane e noto pittore Generoso Romano, allievo di Saro Mirabella e Carlo Socrate.
Dagli anni '50 lavora realizza costumi per il Maggio Musicale Fiorentino e per il Teatro alla Scala; dagli anni '60 lavora su soggetti religiosi; illustra opere per l'editoria.
Pubblica i libri autobiografici 'Mia avventura' e 'La realtà di Sciltian. Trattato sulla pittura'.
Antologiche a Milano nel 1980 (in catalogo scritti di I.Faldi, M.Fagiolo dell'Arco, F.Miele) ed a Mosca nel 1983.
Muore a Roma il 1º aprile 1985 e viene sepolto presso il Cimitero acattolico di Roma.
Sulla lapide è riportato il suo aforisma:
"L'unico vero e supremo scopo dell'arte della pittura è stato e sarà sempre quello di ottenere l'illusione della realtà".
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