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Wislawa Szymborska | A few words on the soul / Qualche parola sull'anima

We have a soul at times.
No one's got it non-stop,
for keeps.

Day after day,
year after year
may pass without it.

Marc Chagall | Deux tetes

Sometimes
it will settle for awhile
only in childhood’s fears and raptures.

Sometimes only in astonishment
that we are old.

It rarely lends a hand
in uphill tasks,
like moving furniture,
or lifting luggage,
or going miles in shoes that pinch.

It usually steps out
whenever meat needs chopping
or forms have to be filled.

For every thousand conversations
it participates in one,
if even that,
since it prefers silence.

Just when our body goes from ache to pain,
it slips off-duty.

It’s picky:
it doesn’t like seeing us in crowds,
our hustling for a dubious advantage
and creaky machinations make it sick.

Joy and sorrow
aren’t two different feelings for it.
It attends us
only when the two are joined.

We can count on it
when we’re sure of nothing
and curious about everything.

Among the material objects
it favors clocks with pendulums
and mirrors, which keep on working
even when no one is looking.

It won’t say where it comes from
or when it’s taking off again,
though it’s clearly expecting such questions.

We need it
but apparently
it needs us
for some reason too.

Maria Wisława Anna Szymborska (1923-2012) was a Polish poet, essayist, translator and recipient of the 1996 Nobel Prize in Literature "for poetry that with ironic precision allows the historical and biological context to come to light in fragments of human reality".

Qualche parola sull'anima

L'anima la si ha ogni tanto.
Nessuno la ha di continuo
e per sempre.

Giorno dopo giorno,
anno dopo anno
possono passare senza di lei.

A volte
nidifica un po' più a lungo
sole in estasi e paure dell’infanzia.
A volte solo nello stupore
dell’essere vecchi.

Di rado ci da una mano
in occupazioni faticose,
come spostare mobili,
portare valige
o percorrere le strade con scarpe strette.

Quando si compilano moduli
e si trita la carne
di regola ha il suo giorno libero.

Su mille nostre conversazioni
partecipa a una,
e anche questo non necessariamente,
poiché preferisce il silenzio.

Quando il corpo comincia a dolerci e dolerci,
smonta di turno alla chetichella.

È schifiltosa:
non le piace vederci nella folla,
il nostro lottare per un vantaggio qualunque
e lo strepito degli affari la disgustano.

Gioia e tristezza
non sono per lei due sentimenti diversi.
E’ presente accanto a noi
solo quando essi sono uniti.

Possiamo contare su di lei
quando non siamo sicuri di niente
e curiosi di tutto.

Tra gli oggetti materiali
le piacciono gli orologi a pendolo
e gli specchi, che lavorano con zelo
anche quando nessuno guarda.

Non dice da dove viene
e quando sparirà di nuovo,
ma aspetta chiaramente simili domande.

Si direbbe che
così come lei a noi,
anche noi
siamo necessari a lei per qualcosa.