Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
William Brymner | In the Orchard Spring, 1892
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Jules Adler | Paris seen from the Sacré Coeur, 1936 | Museum of Fine Arts, Dole, France
Eugenio Montale | I went down, giving you my arm, 1967
I went down, giving you my arm, at least one million of stairs
and now that you are no more here it’s the void on every step.
Also in such way our long journey has been short too.
Mine still goes on, and I need no more
coincidences, reservations,
traps, shames of those who think
that reality is that what you see.
I went down millions of stairs giving you my arm
not just because it’s better to see with four eyes than two.
With you I went down because I knew that between us
the only true pupils, though so much darkened,
were yours
Eugenio Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale è la poesia n. 5 di Xenia II di Eugenio Montale, poi inserita all'interno della raccolta Satura. È una delle più note liriche scritte in memoria della moglie Drusilla Tanzi, ed è stata composta nel novembre del 1967.
Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 - Milano, 12 settembre 1981) è stato un poeta, scrittore, traduttore, giornalista, critico musicale, critico letterario e pittore Italiano.
Tra i massimi poeti italiani del Novecento, già dalla prima raccolta Ossi di seppia (1925) fissò i termini di una poetica del negativo in cui il "male di vivere" si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.
Questa poetica viene approfondita nelle Occasioni (1939), dove alla riflessione sul male di vivere subentra una poetica dell'oggetto: il poeta concentra la sua attenzione su oggetti ed immagini nitide e ben definite che spesso provengono dal ricordo, tanto da presentarsi come rivelazioni momentanee destinate a svanire.
Dopo la raccolta La bufera ed altro (1956) che raccoglie le poesie degli anni della guerra (Bufera) e quelli immediatamente successivi, per un decennio non scrive quasi nulla.
Nel 1963 muore la moglie e ciò dà avvio a una nuova fase di poesia, dunque a nuovi temi e stile: Satura (1971), Diario del '71 e del '72 (1973) e Quaderno di quattro anni (1977).
Nel 1967 è nominato senatore a vita e nel 1975 riceve il premio Nobel per la letteratura. Muore nel 1981.