Lord Alfred Bruce Douglas, soprannominato "Bosie" (1870-1945), è stato un poeta, scrittore e traduttore Britannico, ricordato soprattutto per il fatto di essere stato il compagno dello scrittore Oscar Wilde, nonché un poeta uraniano.
Douglas incontrò Oscar Wilde nel 1891 e subito iniziò una relazione con lui. Quando suo padre, il marchese di Queensberry (con il quale Alfred aveva già rapporti di odio reciproco a causa del carattere intrattabile di entrambi), scoprì il legame del figlio insultò pubblicamente Wilde con un biglietto sgrammaticato lasciato al club dello scrittore dublinese.
Paul Cadmus (American painter, 1904-1999)
Wilde, su istigazione insistente di Alfred e della sua famiglia, querelò allora il marchese per diffamazione. Il confronto diventò inevitabile e in molti credettero che Alfred spingesse Wilde a combattere suo padre per il puro desiderio di vederlo in carcere (De profundis).
Wilde, strumentalizzato dal giovane, venne infine accusato formalmente di "oscena indecenza", eufemismo per indicare ogni atto omosessuale, pubblico o privato, reato all'epoca per il quale fu sottoposto a processo.
Wilde fu condannato a due anni di carcere e di lavori forzati, imprigionato dapprima nel carcere di Wandsworth e successivamente in quello di Reading.
Durante la sua permanenza nel carcere di Reading Wilde scrisse una lunga lettera all'amico "Bosie", composta nei primi mesi del 1897 e pubblicata, postuma, in edizione ridotta nel 1905 da uno dei più grandi amici di Wilde, il giornalista Robert Ross, sotto il titolo di De profundis.
Una delle due copie della lettera originale fu inviata allo stesso Douglas, che negò di averla mai ricevuta. Dopo la scarcerazione di Wilde i due convissero per breve tempo in Italia. A Napoli Douglas abbandonò definitivamente Wilde, forse temendo di essere diseredato dalla famiglia.
La poesia di Douglas del 1892 Two Loves ("Due Amori") fu usata contro Wilde al processo per il famoso verso che definisce l'omosessualità "the Love that dare not speak its name" ("l'Amore che non osa pronunciare il proprio nome").
Sognai di stare su un piccolo colle
e un piano ai miei piedi s’apriva simile
a vasto giardino che a suo talento fioriva
di fiori e boccioli. V’erano stagni sognanti
placidi e cupi, e candidi gigli,
sparuti, e crochi, e violette
purpuree e pallide, fritillarie sinuose,
rade presenze fra l’erba in rigoglio, e tra le verdi maglie
occhi blu di vergognose pervinche brillanti nel sole.
E strani fiori v’erano, mai prima saputi,
tinti dai chiari di luna, che Natura
formò con accorto capriccio, e qui uno
che bevve nei toni sfumanti
d’ un attimo breve al tramonto, steli
d’erba che in centurie di primavere
le stelle nutrirono in guise lente e squisite,
bagnati da odorosa rugiada adunata in coppe
di gigli, che nei raggi di sole hanno visto
solo la gloria di Dio, perché mai un tramonto rovina
l’aria luminosa del cielo. Oltre, inatteso,
un grigio muro di pietra coperto di morbido muschio
s’alzava; e in lunga contemplazione rimasi, affatto stranito
a vedere un luogo sì insolito, dolce, bello,
e mentre io stavo stupito, ecco! Attraverso
il giardino un giovane venne, levò in alto una mano
a schermirsi dal sole, i suoi capelli mossi dal vento
intrecciati di fiori, e nella mano portava
un grappo sanguigno d’uva rigonfia, chiari i suoi occhi
come cristallo, nudo,
bianco come la neve su inaccessibili vette gelate,
rosse le labbra quasi sparse di vino rosso che macchia
suolo di marmo, di calcedonio la fronte.
Oscar Wilde and Alfred Douglas, May 1893 | British Library
E venne accanto a me, con labbra socchiuse
e gentili, mi prese la mano e la bocca baciò,
e uva mi diede a mangiare, e disse "Dolce amico,
vieni, ti mostrerò le ombre del mondo
e le immagini della vita. Vedi, da Sud
avanza pallido corteo che non ha mai fine".
Ed ecco! Nel giardino del mio sogno
due giovani scorsi che camminavano su un piano brillante
di luce dorata. Uno pareva gioioso
e bello e fiorente, e una dolce canzone
moveva dalle sue labbra; cantò di graziose fanciulle
e l’amore gioioso di avvenenti ragazzi e ragazze,
luminosi i suoi occhi, e fra gli steli danzanti
dell’erba dorata i suoi piedi per gioia avanzavano in tremito;
e in mano reggeva un liuto d’avorio
con auree corde come chiome di donna,
e cantava con melodiosa voce di flauto
e attorno al suo collo tre ghirlande di rose.
Ma accanto il suo compagno veniva;
triste e dolce, e gli ampi suoi occhi
erano strani d’ un chiarore mirabile, sbarrati
in contemplazione e molti sospiri mandava
che mi commossero, e le sue gote erano bianche ed esangui
come pallidi gigli, e rosse le labbra
come papaveri, e le mani
continuamente serrava, e il capo
era intrecciato di margherite pallide come labbra di morte.
Un panno purpureo indossava trapunto d’oro
segnato da un grande serpente il cui respiro
era fiamma di fuoco: quando lo vidi,
scoppiai in lacrime e gridai: "Dolce giovane,
dimmi perché, triste ed ansante, tu vaghi
per questi reami di sogno, ti prego il vero di dirmi,
qual è il tuo nome?" Rispose: "Amore è il mio nome".
Poi, subito, il primo a me si rivolse
E gridò: "Mente: il suo nome è Vergogna.
Ma io sono Amore, ed ero solito stare
da solo in questo giardino, sin quando egli venne,
inatteso, la notte; io sono Amore verace e riempio
i cuori a fanciulli e fanciulle di reciproco ardore".
Poi fra sospiri l’altro mi disse: "Fa’ ciò che vuoi,
io sono l’Amore che non osa dire il suo nome".
Paul Cadmus (American painter, 1904-1999)
Two Loves
Lord Alfred Bruce Douglas (1870-1945) was an English poet and journalist, and a lover of Oscar Wilde.
At Oxford he edited an undergraduate journal, The Spirit Lamp that carried a homoerotic subtext, and met Wilde, starting a close but stormy relationship.
Douglas's father, the Marquess of Queensberry, abhorred it and set out to humiliate Wilde, publicly accusing him of homosexuality. Wilde sued him for criminal libel, but some intimate notes were found and Wilde was later imprisoned.
On his release, he briefly lived with Douglas in Naples, but they had separated by the time Wilde died in 1900. Douglas married a poet, Olive Custance, in 1902 and had a son, Raymond.
On converting to Roman Catholicism in 1911, he repudiated homosexuality and in a High-Catholic magazine, Plain English, expressed openly anti-Semitic views, but rejected the policies of Nazi Germany. He was jailed for libelling Winston Churchill over claims of World War I misconduct.
Douglas wrote several books of verse, some in a homoerotic Uranian genre. The phrase "The love that dare not speak its name" appears in one, (Two Loves), though widely misattributed to Wilde.
I dreamed I stood upon a little hill,
And at my feet there lay a ground, that seemed
Like a waste garden, flowering at its will
With buds and blossoms. There were pools that dreamed
Black and unruffled; there were white lilies
A few, and crocuses, and violets
Purple or pale, snake-like fritillaries
Scarce seen for the rank grass, and through green nets
Blue eyes of shy peryenche winked in the sun.
And there were curious flowers, before unknown,
Flowers that were stained with moonlight, or with shades
Of Nature's willful moods; and here a one
That had drunk in the transitory tone
Of one brief moment in a sunset; blades
Of grass that in an hundred springs had been
Slowly but exquisitely nurtured by the stars,
And watered with the scented dew long cupped
In lilies, that for rays of sun had seen
Only God's glory, for never a sunrise mars
The luminous air of Heaven. Beyond, abrupt,
A grey stone wall. o'ergrown with velvet moss
Uprose; and gazing I stood long, all mazed
To see a place so strange, so sweet, so fair.
And as I stood and marvelled, lo! across
The garden came a youth; one hand he raised
To shield him from the sun, his wind-tossed hair
Was twined with flowers, and in his hand he bore
A purple bunch of bursting grapes, his eyes
Were clear as crystal, naked all was he,
White as the snow on pathless mountains frore,
Red were his lips as red wine-spilith that dyes
A marble floor, his brow chalcedony.
And he came near me, with his lips uncurled
And kind, and caught my hand and kissed my mouth,
And gave me grapes to eat, and said, "Sweet friend,
Come I will show thee shadows of the world
And images of life. See from the South
Comes the pale pageant that hath never an end".
And lo! within the garden of my dream
I saw two walking on a shining plain
Of golden light. The one did joyous seem
And fair and blooming, and a sweet refrain
Came from his lips; he sang of pretty maids
And joyous love of comely girl and boy,
His eyes were bright, and "mid the dancing blades
Of golden grass his feet did trip for joy;
And in his hand he held an ivory lute
With strings of gold that were as maidens" hair,
And sang with voice as tuneful as a flute,
And round his neck three chains of roses were.
But he that was his comrade walked aside;
He was full sad and sweet, and his large eyes
Were strange with wondrous brightness, staring wide
With gazing; and he sighed with many sighs
That moved me, and his cheeks were wan and white
Like pallid lilies, and his lips were red
Like poppies, and his hands he clenched tight,
And yet again unclenched, and his head
Was wreathed with moon-flowers pale as lips of death.
A purple robe he wore, o"erwrought in gold
With the device of a great snake, whose breath
Was fiery flame: which when I did behold
I fell a-weeping, and I cried, "Sweet youth,
Tell me why, sad and sighing, thou dost rove
These pleasent realms? I pray thee speak me sooth
What is thy name?" He said, "My name is Love".
Then straight the first did turn himself to me
And cried, "He lieth, for his name is Shame,
But I am Love, and I was wont to be
Alone in this fair garden, till he came
Unasked by night; I am true Love, I fill
The hearts of boy and girl with mutual flame".
Then sighing, said the other, "Have thy will,
I am the love that dare not speak its name".
Paul Cadmus (American painter, 1904-1999) | Male figure