One of the most famous paintings of all time has its home in Dresden. Like Leonardo's "Mona Lisa" in Paris or Botticelli's "Birth of the Venus" in Florence, Raphael's "Sistine Madonna" was memorized in our cultural memory.
"The Sistine Madonna", also called "The Madonna di San Sisto", is an oil painting by the Italian artist Raphael. The canvas was one of the last Madonnas painted by Raphael.
Giorgio Vasari called it "a truly rare and extraordinary work".
The painting was moved to Dresden from 1754 and is well known for its influence in the German and Russian art scene. After World War II, it was relocated to Moscow for a decade before being returned to Germany.
The commission: The "Sistine Madonna" was almost certainly commissioned directly by Pope Julius II.
In July 1512 the Vatican received the news that the northern Italian town of Piacenza had joined the Papal States. It is assumed that this event prompted the Pope to commission the painting.
The "Sistine Madonna" was intended for the monastery church of San Sisto in Piacenza, with which the Pope was associated on account of close family contacts.
Raphael had probably already been completed the work by the time of the Pope's death in February 1513.
The painting: The "Sistine Madonna" is one of the world's most famous Renaissance masterpieces. It depicts a vision appearing to saints in the clouds.
In the centre of the picture the Virgin strides towards the earthly realm whilst holding the Christ Child in her arms.
Out of the expanse of the heavens, intimated by the countless heads of angels painted in sky blue, she carries the Christ Child into the world. Pope Sixtus II, a martyr from the third century, kneels on the left-hand side of the picture, showing her the way.
On the right-hand side is the meekly kneeling figure of St. Barbara, who also suffered martyrdom in the third century.
These two saints were venerated at the high altar of the monastery church of San Sisto in Piacenza, which is why the artist included them in the painting.
The two cute cherubs perching on the balustrade at the bottom of the picture were added by Raphael at the very end of the painting process, primarily for compositional reasons.
La Madonna Sistina è un dipinto a olio su tela (265x196 cm) di Raffaello, databile al 1513-1514 circa e conservato nella Gemäldegalerie di Dresda.
Insolito per Raffaello in quegli anni è il supporto su tela, che ha dato adito a varie ipotesi: secondo Rumohr l'opera era destinata anche ad essere usata come stendardo processionale. La datazione si basa su dati stilistici ed è in genere legata ai primi anni del pontificato di Leone X, prima dell'Estasi di Santa Cecilia.
Vasari testimonia come l'opera fosse stata dipinta per il convento di San Sisto a Piacenza, come conferma la presenza di due santi ivi particolarmente venerati.
Un'altra ipotesi, meno seguita, è quella che vuole il dipinto eseguito per la tomba di Giulio II, come farebbero pensare i santi Sisto, protettore di Sisto IV e quindi dei della Rovere, e Barbara, confortatrice nell'estrema ora, ed i due angioletti spiegati come genietti funerari.
Esiste anche una tradizione tardo-settecentesca (dal monaco locale Oddone Ferrari in poi) che vuole la tela acquistata dai monaci piacentini dalla vendita dei beni di papa Giulio dopo la sua morte.
In realtà sono ben noti i progetti michelangioleschi richiesti dal papa e dai suoi eredi per la sepoltura del pontefice, e in nessuno di questi si parla dell'inserimento di un'ancona.
Secondo la stessa testimonianza settecentesca la Madonna avrebbe le sembianze della Fornarina, il papa quelle di Giulio II (con le ghiande roveresche ricamate sul piviale) e santa Barbara quelle di sua nipote Giulia Orsini.
La somiglianza col papa venne confermata da Cavalcaselle, Stüber e Filippini, mentre per santa Barbara venne fatto anche il nome di Lucrezia Della Rovere, altra nipote del pontefice.
Per quanto riguarda il modello della Madonna, gli storici, a partire dal Passavant, riconducono la figura della Vergine al ritratto della Velata.
L'ipotesi più seguita dalla critica moderna è quella della Putscher (1955), che lega il dipinto alla sede piacentina fin dalle sue origini, che era costruita in quegli stessi anni, e dove doveva simulare una finta finestra al centro dell'abside. Altri hanno invece ipotizzato che fosse destinata all'altare maggiore.
Il dipinto venne ceduto nel 1754 ad Augusto III di Polonia, che offrì anche una copia di Giuseppe Nogari da collocare nella sede originaria.
Il monarca, essendo a titolo originario elettore di Sassonia col nome di Federico Augusto II, integrò la tela alla collezione che costituì il nucleo dell'attuale Gemäldegalerie Alte Meister ed al suo arrivo a Dresda avrebbe accolto il dipinto nella sala del trono esclamando: "Fate posto per il grande Raffaello".
Nel secondo dopoguerra il dipinto fu trafugato e trasferito a Mosca nel 1945, ma fece ritorno a Dresda nell'ottobre 1955.
La Madonna Sistina è uno dei dipinti più ammirati, citati e studiati da filosofi e poeti. Dostoevskij la menzionò nei Demoni, dove Stepan Trofimovitch è incapace di spiegare la profondità che vede nel dipinto, ma anche in Delitto e castigo e ne L'Adolescente. A Vasilij Grossman ispirò il racconto della Madonna di Treblinka. | © Wikipedia