"Washerwomen in Arles" - Van Gogh Museum, Amsterdam, Netherlands - was painted in that French town, where Paul Gauguin settled late in 1888 summoned by Vincent van Gogh, who hoped to found a community of artists there.
The work captures the painter’s concern in emphasising expressiveness over and above formalism, which entailed his final break with Impressionism.
This principle, for which Gauguin coined the term Syntheticism, was characterised by non-mimetic representations of nature, the rejection of the third dimension taken from Japanese prints and the separation of colour in broad contrasted planes by means of dark lines.
Paul Gauguin | The Washerwomen in Arles | Van Gogh Museum, Amsterdam
Paul Gauguin | Self-portrait at Lezaven, 1888
Exceptional features of the work are the abstract background, the impression of movement, the photographic framing that silhouettes certain elements, the flat shapes with dark contours and the areas of pure colour.
The distortion and rigidity of the figures betray the influence of the rough stone statuary in Breton churches.
In the last few decades of the nineteenth century Gauguin, who began to paint late in life, led the transformation of Impressionist principles into more subjective forms of expression.
His artistic language was determined by his trips to Pont-Aven and Arles, not to mention the South Seas.
The brightness of the colours and the light in Polynesia and the close ties between the indigenous society and nature caused a great impression on the painter; consequently, the exotic locations and primitive beliefs of Brittany and Tahiti, alongside the pictorial expressiveness of his friend Van Gogh became the references that helped materialise his ideas, which were also rendered in prints, ceramics and, in his last years on the island of Hiva-Oa, in sculpture. | © Museum of Fine Arts of Bilbao
Paul Gauguin | The Washerwomen in Arles, 1888 | MoMA
Paul Gauguin | Allée des Alyscamps, 1888
Paul Gauguin | The Little Washerwoman, 1887 | Van Gogh Museum, Amsterdam
"Le lavandaie di Arles" - Van Gogh Museum, Amsterdam, Netherlands - furono dipinte nella città francese, dove Paul Gauguin si stabilì alla fine del 1888 convocato da Vincent van Gogh, che sperava di fondarvi una comunità di artisti.
L'opera cattura la preoccupazione del pittore nell'enfatizzare l'espressività al di là del formalismo, che ha comportato la sua rottura finale con l'impressionismo.
Questo principio, per il quale Gauguin coniò il termine Sintetismo, era caratterizzato da rappresentazioni non mimetiche della natura, dal rifiuto della terza dimensione ripreso dalle stampe giapponesi e dalla separazione del colore in ampi piani contrastati mediante linee scure.
Caratteristiche eccezionali dell'opera sono lo sfondo astratto, l'impressione di movimento, l'inquadratura fotografica che disegna alcuni elementi, le forme piatte con contorni scuri e le aree di colore puro.
La distorsione e la rigidità delle figure tradiscono l'influenza della statuaria in pietra grezza nelle chiese bretoni.
Negli ultimi decenni del XIX secolo Gauguin, che iniziò a dipingere in tarda età, guidò la trasformazione dei principi impressionisti in forme di espressione più soggettive.
Il suo linguaggio artistico è stato determinato dai suoi viaggi a Pont-Aven e Arles, per non parlare dei mari del sud.
La brillantezza dei colori e della luce in Polinesia e gli stretti legami tra la società indigena e la natura hanno causato una grande impressione sul pittore; di conseguenza, i luoghi esotici e le credenze primitive della Bretagna e di Tahiti, accanto all'espressività pittorica dell'amico Van Gogh, divennero i riferimenti che aiutarono a materializzare le sue idee, che furono rese anche in stampe, ceramiche e, nei suoi ultimi anni sull'isola di Hiva -Oa, in scultura.
Paul Gauguin | Night café | Arles, 1888
Paul Gauguin | Bonjour Monsieur Gauguin, 1889 | National Gallery in Prague