Jean-Baptiste Camille Corot (Parigi, 16 luglio 1796 – Parigi, 22 febbraio 1875) è una delle figure più significative della pittura di paesaggio. Le sue opere, infatti, attingono a piene mani dalla tradizione neoclassica ed, al contempo, anticipano le innovazioni en plein air dell'Impressionismo.
Claude Monet, nel 1897, avrebbe detto di lui: «Qui c'è un solo grande maestro: Corot. Non siamo nulla nei suoi confronti, nulla».
Né il suo contributo nella pittura di figura è meno importante: Edgar Degas, altro noto pittore impressionista, preferiva le sue figure rispetto ai suoi paesaggi, ed in tal senso Corot esercitò un'influenza che traspare persino nelle tele di Pablo Picasso.
Nella sua vita eseguì più di tremila dipinti ed era considerato dai contemporanei come uno dei massimi paesaggisti mai esistiti, a lato di nomi illustri come Claude Lorrain, John Constable e J. M. W. Turner.
I critici d'arte suddividono l'oeuvre di Corot in due periodi fondamentali, giocoforza vaghi considerando che egli spesso completava un quadro solo anni dopo averlo iniziato.
Nel suo periodo giovanile Corot realizzava quadri per lo più tradizionali, con una precisione quasi analitica nella definizione degli elementi pittorici, mediante l'adozione di spesse linee di contorno e di pennellate sobrie e sottili: non di rado, inoltre, preparava alla grossa l'opera d'arte prima della sua effettiva stesura con l'esecuzione di ébauche od abbozzi.
Dopo il suo cinquantesimo anno di età iniziò a caricare le proprie opere di una maggiore intensità lirica, utilizzando pennellate più brusche e vigorose e, talvolta, persino impressionistiche.
Notevole anche la bipartizione della sua opera, che risultava scandita in una produzione ufficiale, destinata ai Salon ed incentrata su paesaggi classicheggianti ricchi di ninfe e pastori, e una più intima e personale, libera dalle regole accademiche e animata dal calore della luce mediterranea o dalla vacuità delle atmosfere nebbiose, con dettagli nitidi, quasi fotografici.
Seppur sia spesso considerato un precursore della pratica impressionista, Corot maturò un rapporto con i paesaggi ancora spiccatamente tradizionale.
Se confrontata con la stagione impressionista, infatti, la tavolozza di Corot è molto sobria, dominata da marroni e neri («colori proibiti» tra gli Impressionisti) oltre che da verdi scuri ed argentei.
Sebbene appaiano alle volte rapide e spontanee, le sue pennellate sono generalmente molto caute e contenute, così come le sue composizioni pittoriche, ben studiate e rese in modo semplice e conciso, così da accrescere gli effetti poetici dell'immaginazione.
Tradizionale è anche il modo con cui egli si accostava ai soggetti: Corot, sebbene sia uno dei maggiori esponenti della pittura en plein air, dipingeva sostanzialmente in studio.
Egli, infatti, si limitava ad eseguire alcuni rapidi schizzi all'aperto, per poi rielaborarli in un nuovo dipinto più complesso nella comodità del suo atelier. | Fonte: © Wikipedia
Nel 1860, Jean-Baptiste-Camille Corot si interessò alla fotografia, scattando foto e conoscendo molti dei primi fotografi, che ebbe l'effetto di sopprimere ancora di più la sua tavolozza pittorica in sintonia con i toni monocromatici delle fotografie.
Ciò ebbe il risultato di rendere i suoi dipinti ancora meno drammatici ma un po 'più poetici, un risultato che fece sì che alcuni critici citassero una monotonia nelle sue opere successive.
Théophile Thoré scrisse che Corot "ha una sola ottava, estremamente limitata e in una chiave minore; direbbe un musicista. Sa poco più di una sola ora del giorno, la mattina e un solo colore, grigio chiaro".
Corot rispose: "Quello che c'è da vedere nella pittura, o piuttosto quello che sto cercando, è la forma, il tutto, il valore dei toni ... Ecco perché per me il colore viene dopo, perché amo più di ogni altra cosa il generale effetto, l'armonia dei toni, mentre il colore ti dà una specie di shock che non mi piace. Forse è l'eccesso di questo principio che induce le persone a dire che ho toni di piombo".
Nella sua avversione per il colore scioccante, Corot si scostò nettamente dagli impressionisti emergenti, che abbracciarono la sperimentazione con tonalità vivide.