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Pietro da Cortona | Baroque painter

Pietro da Cortona (1596-1669), original name Pietro Berrettini, Italian architect, painter, and decorator, an outstanding exponent of Baroque style.
Pietro studied in Rome from about 1612 under the minor Florentine painters Andrea Commodi and Baccio Ciarpi and was influenced by antique sculpture and the work of Raphael.



The most important of his earliest paintings were three frescoes (1624-26) in Santa Bibiana, Rome. In the 1620s he designed the Villa del Pigneto near Rome and possibly another villa at Castel Fusano, both for his patrons, the Sacchetti family.
His fame reached its climax in the 1630s with the design of the church of SS. Luca e Martina, Rome (1635-50), and the ceiling fresco "Allegory of Divine Providence" (1633-39) in the Barberini Palace there.

The design of SS. Luca e Martina derives more from Florentine than Roman sources, resulting in a different type of Baroque architecture from that of either Bernini or Borromini.
The ceiling of the Great Hall in the Barberini Palace, now the National Gallery, was conceived as a painted glorification of the Barberini pope, Urban VIII, and is treated illusionistically.
Its strong colour and steep perspective recall Veronese, whose work Cortona may have seen in Venice in 1637.

Pietro da Cortona | Il trionfo della Divina Provvidenza | Palazzo Barberini, Roma


Also in 1637 Pietro visited Florence, where he began painting the frescoes representing the Four Ages of Man for Grand Duke Ferdinand II of Tuscany in the Pitti Palace.
In 1640 he returned to finish these and paint the ceilings of a suite of apartments in the palace named after the planets.
He treated the entire surface as a single spatial unit, adding a wealth of real stucco decoration, partly gilt, in the carvings.
He returned to Rome in 1647, where he painted the vault frescoes of Santa Maria in Vallicella and the ceiling of the long gallery of the Pamphili Palace in Piazza Navona (1651-54) for Pope Innocent X.

Pietro da Cortona | Fresco of Assumption of Virgin Mary | Chiesa Santa Maria in Vallicella, Rome


His chief architectural works of this period were the facades of Santa Maria della Pace (1656-57) - perhaps his most ingenious conception  -and Santa Maria in Via Lata in Rome (1658-62).
He also produced designs for the modernization of the Pitti Palace and the east front of the Louvre in Paris (1664).
He painted religious and mythological easel pictures throughout his life.
From 1634-1638 he was head of the Academy of St. Luke in Rome.
Despite a correspondence in feeling between his architecture and his painting, there is little physical connection between them, and he never decorated one of his own churches. | © Encyclopædia Britannica, Inc.














Pietro da Cortona (Pietro Berrettini da Cortona) - Pittore ed architetto, nato il i novembre 1596 a Cortona, morto a Roma il 16 maggio 1669, fu scolaro in Firenze di Andrea Comodi che nel 1612 lo condusse a Roma.
Ivi impressionato, tra altri, da Polidoro, da Annibale Carracci, dal Rubens e particolarmente dallo stile dominante del Bernini e dotato di genio naturale, acquistò ben presto una maniera particolare larga, sciolta, pronta negli scorci, leggiera e ariosa nel colorito, adatta ai grandi spazî e alle vòlte.
Ricco d'immaginazione, incastonando le sue scenografiche composizioni entro monumentali cornici di stucco e oro con figure, cartocci e ghirlande, creò un nuovo sontuoso stile decorativo che da Roma s'irradiò per tutta Europa in svariati sviluppi fino oltre la metà del Settecento.


Protetto dai cardinali Sacchetti e Barberini tra il 1625-1633 dipinse in Santa Bibiana, in S. Salvatore in Lauro, in San Lorenzo in Damaso, nella Chiesa Nuova (sagrestia).
Iniziò quindi la sua opera più vasta, la pittura della vòlta dell'immenso salone centrale di palazzo Barberini con la Glorificazione di detta famiglia. (v. barocca, arte, VI, tav. XLII).
La terminò nel 1637 dopo avere visitato l'Italia settentrionale (dove vide il Correggio), Venezia e probabilmente Mantova, traendone fondamentali elementi per il proprio sviluppo artistico.


Fermatosi a Firenze iniziò a Palazzo Pitti la decorazione della stanza della Stufa, che terminò nel 1640, chiamato da Ferdinando II de' Medici a decorare l'appartamento di parata di quel palazzo.
Quivi egli lavorò fino al 1647, incorniciando con ricchissimi partimenti architettonici e plastici in stucco ed oro le vòlte di cinque sale dipinte con scene mitologiche relative a Venere, a Marte, a Giove, ad Apollo, a Saturno; queste ultime due terminate da Ciro Ferri.
A Roma tra il 1648-1660 dipinse la vòlta, la tribuna e la cupola della Chiesa Nuova🎨.


Frattanto Pietro venne invitato per mezzo del Mazzarino alla corte di Luigi XIV e nel 1650 per mezzo di Velázquez a quella di Filippo IV, ma non poté se non mandare loro alcuni suoi quadri, oggi nei musei di Francia e di Spagna.
Nel 1654 per Innocenzo X terminò la magnifica decorazione della Galleria di palazzo Pamphily in piazza Navona.
Questo papa gli conferì quindi la sopraintendenza ai lavori di musaico in San Pietro dove fino al 1668 egli decorò di musaici le cupole di tre cappelle. Alessandro VII gli commise la decorazione della Galleria del Quirinale condotta dai suoi seguaci.
Inoltre Pietro dipinse altri affreschi e quadri per palazzi e chiese di Roma, Cortona, Arezzo, Siena, Firenze, Imola, Venezia.
Pietro da Cortona fu pure grandissimo architetto di gusto distinto ed equilibrato anche se sontuoso e scenografico.


Tra il 1625-1630 costruì per i Sacchetti il fantasioso Casino del Pigneto, distrutto e noto da incisioni; nel 1634 la mirabile chiesa di S. Luca e Martina;
  • nel 1656, l'elegantissimo prospetto di S. Maria della Pace (v. barocca, arte, VI, tav. XXVII);
  • tra il 1658-1664, la nobile facciata di S. Maria in via Lata.
Gli si attribuiscono anche la cupola di San Carlo al Corso e la cripta di S. Martino ai Monti. Si conservano suoi progetti per Palazzo Pitti e per il convento del Filippini a Firenze, per il Louvre, per una fontana in piazza Colonna, ecc.
Fra i suoi discepoli, furono Ciro Ferri, F. Romanelli, Pietro Testa, Luca Giordano, ecc. (V. tavv. LXVII e LXVIII). | © Treccani