Gaetano Esposito (1858-1911) was an Italian painter born in Salerno.
He first studied under Gaetano D'Agostino, but later enrolled at the Royal Institute of Fine Arts of Naples, where he studied under Filippo Palizzi, Domenico Morelli and Stanislao Lista.
In these studies, he was funded by a stipend from the government of Salerno.
He was influenced by Antonio Mancini, a lifelong supporter, especially in his genre depictions of the activities of the lower classes of Naples.
He also painted portraits.
Gaetano, like other Neapolitan painters such as Morelli, rebelled from an academic temperament.
He was described as Irascible, diffident, and prone the jealousy, he was not one to gain friends among his colleague painters, with the exception of Antonio Mancini... and this lack of affability forced him to have to sell briskly to be able to sustain himself.
He did get commissions in the last decade of the 19th century to decorate the Caffè Gambrinus in Naples, the ceiling (1895) of the Garibaldi Communal theater at Santa Maria Capua Vetere, and the ceiling (1897-1898) of the refurbished Palazzo della Borsa in Naples where he painted allegories of work and history.
He began to concentrate on painting marine vedute, similar to those that had been traditional for the School of Posillipo.
For example, he painted the scenic Palazzo Donn'Anna a number of times At the 1904 Universal Exposition at Saint Louis, he won a gold medal for a large seascape canvas.
His painting of Christ among the children was displayed at the 1880 Turin exposition.
At the 1877 National Exhibition, he displayed "Un triste presentimento", "Una figlia della colpa una cucina tutta fumo". In 1883 at Rome he displayed Da Posillipo.
In 1884 in Turin he exhibited "Brillo", "Tipo napoletano", "Primi palpiti", "Aspetti" and "Colloquio piacevole".
In 1910 a young female pupil, Venturina Castrignani, committed suicide after being romantically rejected by Gaetano.
Tormented by guilt, Esposito himself committed suicide on April 7, 1911, in Sala Consilina in Salerno. | © Wikipedia
Gaetano Esposito (Salerno, 17 novembre 1858 - Sala Consilina, 7 aprile 1911) è stato un pittore Italiano.
Appresi i primi rudimenti della pittura da Gaetano D'Agostino, fu poi allievo dell'Accademia di belle arti di Napoli, dove seguì i corsi di Filippo Palizzi, di Domenico Morelli e di Stanislao Lista. Suoi compagni di corso furono Giuseppe Avallone, Vincenzo Migliaro, Vincenzo Caprile, Giuseppe De Sanctis, Paolo Vetri, Vincenzo Volpe, ai quali era legato anche da affinità di gusto.
Presente in quasi tutte le esposizioni della Promotrice di belle arti di Napoli, a partire dal 1875, - quando presentò uno Studio dal vero, acquistato da Enrichetta Vonwiller - si affermò poi nella Esposizione Nazionale del 1877, con tre quadri di genere.
Alle mostri della Promotrice presentò: nel 1876 i dipinti "Un momento di tristezza" e "Marinaio tunisino"; nel 1882 "Vaǃ" e "Simm'arrivate", opere molto apprezzate da Francesco Netti, che però vi notò il pericolo di una "pittura per la pittura"; nel 1884, fuori catalogo, presrntò "Peppariello", toccato in sorte a Vincenzo
Volpicelli; nel 1885 "Chi vuol bene vede senza essere veduto"; nel 1894 "In chiesa" e "Ricordo di Napoli"; nel 1906 "Grotta delle Ninfe" e "Palazzo Donn'Anna".
Nel 1880, per concorrere al Pensionato Nazionale dell'Accademia di belle arti, eseguì due bozzetti ad olio, "Cristo presentato al popolo" e "Cristo e i fanciulli" (Napoli, Galleria dell'Accademia), oltre alla grande tela, 264x212 cm, "Cristo benedice i fanciulli", che fu esposta a Torino nel 1880 - mostra che diede grande impulso all'arte partenopea - e che fu acquistata dal Ministero della Pubblica Istruzione, per la Galleria dell'Accademia di Napoli.
Utilizzava spesso bambini, nei suoi quadri di genere, lasciandosi influenzare dal gusto per il "patetismo" e per gli abiti stracciati e dalla resa materica del colore di Antonio Mancini.
Il colore, in Gaetano Esposito, pur molto ricco, è levigato, graduato in chiaroscuri preziosi ed accurati, alla maniera di Edoardo Dalbono.
Nei ritratti, in particolare in quelli femminili a pastello, egli fa sfoggio di virtuosismo, nel padroneggiare una tecnica tonale di stampo seicentesco.
Fra i suoi ritratti, si ricordano quello del pittore Pisante, olio su tela, 58,5x75,5 cm, del 1876, quello un po' rude di Vincenzo Migliaro (Napoli, già Collezione Casciaro, ora Banco di Napoli), quello dell'Architetto Curri e quello di Giacinto Gigante, ripreso dal ritratto eseguito da Domenico Morelli nel 1865 che è al Museo di San Martino.
Un dipinto famoso, che risente della sua abilità di ritrattista e nello stesso tempo della sua esperienza di pittore di genere è: In chiesa, che fu esposto a Roma nel 1893, a Monaco di Baviera nel 1896 ed a Milano nel 1897 (già Napoli, Collezione Casella; ora Salerno, in collezione privata).
Opera coeva è "Attesa" (Napoli, già Raccolta Chiarandà e oggi Collezione D'Angelo) che ricorda nella composizione "Le due madri" di Gioacchino Toma.
Negli anni a cavallo dei due secoli, Gaetano Esposito si dedicò a pitture decorative, ad esempio gli affreschi del Caffè Gambrinus, della Camera di Commercio di Napoli e la decorazione del soffitto del Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere, dove dipinse Apoteosi della Poesia.
Fu presente a mostre nazionali e internazionali:
- a Roma nel 1883, con l'opera "Da Posillipo";
- a Torino nel 1884, con "Primi palpiti" ed altre opere;
- a Milano nel 1894 con "Zingari".
Partecipò inoltre a mostre a Venezia nel 1895, a Roma nel 1896, a San Pietroburgo nel 1898, ancora a Roma nel 1901, a Londra nel 1904 ed a Milano nel 1906.
Fu premiato in varie occasioni: a Firenze nel 1896 e nel 1897; a San Pietroburgo nel 1902, dove ottenne la medaglia d'oro per il dipinto Nel porto di Napoli.
Fu presente ad esposizioni della Società Napoletana degli Artisti (che poi cambiò nome in Circolo Artistico), anche se non è segnalato fra gli iscritti dal 1888-1891.
Compare, se pure per breve tempo, fra gli aderenti al Circolo dei Vomeresi, che si formò ai primi del Novecento, in contrapposizione al Circolo Artistico.
Nello studiare la pittura napoletana del Seicento, Esposito fu attratto in particolare da Jusepe de Ribera, detto lo Spagnoletto e da Massimo Stanzione.
Da questi suoi studi deriva una pittura di "valori", che si riscontra in opere come Dallo scoglio di Frisio, dipinto noto anche come "Palazzo Donn'Anna", che fu premiato all'Esposizione di Belle Arti di Roma, del 1893, ed acquistato per la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma.
Quel palazzo barocco, incompiuto e luogo di leggende, dove Esposito aveva fissato la sua dimora di un autentico "deraciné", è stato uno dei suoi temi preferiti e indagati, fino a diventare un'ossessione. Lo ritrasse in varie ore del giorno e in diverse condizioni meteorologiche.
La ricerca degli effetti di luce non intaccò la sodezza plastica delle forme e Gaetano Esposito si mantenne distante da certi "sperimentalismi" dell'arte napoletana del tempo.
La sua vita si concluse prematuramente, a soli 53 anniː ritenendosi responsabile della morte di una sua giovane modella, Venturina Castrignani, di cui non aveva ricambiato l'amore, vi pose fine suicidandosi.