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Emile Claus | Il pittore Luminista

Oggi si celebra il 175° compleanno della figura più brillante del Luminismo, il belga Emile Claus (27 settembre 1849 - 14 giugno 1924).
Dalla sua casa idilliaca lungo il fiume Leie, Claus dipinse capolavori che continuano ad affascinare gli amanti dell'arte in tutto il mondo.
Émile Claus nacque in un piccolo villaggio delle Fiandre occidentali, sulle rive della Lys, sedicesimo figlio di una famiglia di commercianti rurali.



Sin da piccolo si appassionò al disegno e la domenica faceva tre chilometri a piedi per andare all'Accademia di Warengen (la città più vicina) per imparare a disegnare.
Ma il padre Alessandro e la madre Celestine Verbauwhede non erano affatto contenti ch'egli intraprendesse la carriera d'artista e lo inviarono come apprendista in Francia, in una panetteria di Lilla.
Emile imparò il francese, ma non il mestiere del fornaio.
Lavorò un poco anche alle Ferrovie del Belgio e come rappresentante.
Poi la svolta.


Per lettera, il giovane Claus si appellò al famoso compositore Peter Benoit, che viveva nella vicina Harelbeke, affinché convincesse suo padre. E così avvenne. Claus poté iscriversi all'Accademia di Belle arti di Anversa.
Conseguito il diploma, egli restò a vivere ad Anversa e decise di dedicarsi interamente alla pittura.


Espose per la prima volta nel 1875 a Bruxelles, presentando due opere di genere, poi, nel 1879, si imbarcò per il Nordafrica, tre anni prima di Théo van Rysselberghe.
La luminosità della terra africana lo colpì profondamente, al punto che, al suo rientro, la luce divenne la vita delle sue tele e il centro della sua stessa vita.
Iniziò allora a dipingere fondando le sue composizioni e le sue atmosfere sulla luce, scomponendo l'iride e utilizzando le tonalità cromatiche della rifrazione.


La sua pittura, venata di realismo (Il vecchio giardiniere del 1885 e Le sarchiatrici del lino del 1887), divenne luminosa, satura di luce.
Nel 1889 Claus affittò un atelier a Parigi, utilizzandolo per tre anni durante l'inverno, mentre passava le estati ad Astene, un borgo sulle rive della Lys nei pressi di Deinze, nelle Fiandre orientali, in una villa cui aveva dato nome "Villa Zonneschijn" (Sun shine).


Il suo amico Camille Lemonnier ci parla della sua vita febbrile di passione che lo esaltava, rivivendo i tempi eroici dell'arte, a contatto con i maestri dell'impressionismo che, in quegli anni, trionfava.
Claus fece amicizia con il connazionale Évariste Carpentier, che lo ospitò dal 1874-1877, riservandogli una parte del suo studio, e in particolare con Henri Le Sidaner, pittore intimista e simbolista.
Queste amicizie, assieme ad altri elementi dell'ambiente culturale in cui viveva, ebbero grande influenza su di lui, al punto da fargli rompere con il passato e quindi con la sua vecchia e convenzionale maniera di dipingere.
Fu un periodo di grande lavoro e di notevoli successi: le grandi mostre internazionali lo reclamavano con entusiasmo ed i Musei acquistavano i suoi quadri.


Nel 1904 fondò il Circolo "Vita e luce", al quale aderirono James Ensor, Georges Lemmen e il suo allievo George Morren.
Un anno dopo espose a Bruxelles, al Circolo Artistico, presentando ben 52 lavori, che lo consacrarono come colui che, nelle Fiandre, aveva aperto all'arte una prospettiva nuova, creando una nuova generazione di pittori che, sino ad allora, avevano ignorato la pittura stessa.


Le sue frequentazioni richiamano nomi altisonanti della cultura: lo scultore Auguste Rodin, il naturalista Émile Zola, il poeta belga Cyriel Buysse, e ancora Émile Verhaeren, Paul de Mont e il premio Nobel Maurice Maeterlinck.
Assai importante nella sua vita fu la pittrice Jenny Montigny, sua allieva. Nonostante la notevole differenza di età (Claus aveva 26 anni più di lei), ebbero una relazione che durò per tutta la vita.


Durante la Grande Guerra Émile e Jenny ripararono a Londra, per poi tornare nel 1918 nella loro amata Astene.
E ad Astene Claus morì il 14 giugno del 1924, all'età di 75 anni, fedele alla sua visione assolata della natura, meritandosi così l'appellativo di "pittore del sole".


Le sue ultime parole furono: «..bloemen, bloemen, bloemen..» (..fiori, fiori, fiori..).
Il giorno prima di morire aveva ritratto a pastello un mazzo di fiori che gli era stato inviato dalla regina Elisabetta del Belgio.
Fu sepolto nel giardino della sua villa di Astene.
A Bruxelles gli è stata intitolata una strada. | © Wikipedia