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Napoleone Nani (1841-1899) | Pittore di Genere

Nani, Napoleone - Nacque a Venezia da Luigi e da Elisa Fortes il 18 maggio 1839 e fu battezzato nella parrocchia di S. Geremia. Iscritto all'Accademia di belle arti della città natale dal 1853, subito ottenne premi e riconoscimenti: nel 1854 per gli "elementi di figura", nel 1856 per l’"invenzione della figura palliata" e per i "nudi in disegno" sia aggruppato sia semplice; nel 1858 per l’"insieme storico in cartone" nella sezione pittura.
Già agli inizi degli anni Sessanta iniziò la sua duplice attività d’insegnamento ed espositiva.
Venne nominato nel 1862 aggiunto provvisorio all'insegnamento degli elementi di figura, statuaria e anatomia dell’Accademia di Venezia, dove espose nel 1863 Il figlio del pescatore e, nel 1864, Mezza figura di donna (n. 123; Milano, Archivio studio Paul Nicholls).



Nel 1865 alla Società veneta promotrice di belle arti presentò di nuovo Mezza figura di donna, assieme a Suonatori girovaghi, e Paggio, e vendette, per 493 lire, alla Società promotrice pel fondo soccorso, il dipinto Antonio Foscarini, accusato ingiustamente di fellonia, rifiuta difendersi anziché compromettere l’onore dell’amata donna (ubicazione ignota). Dal catalogo della Promotrice apprendiamo inoltre che a quella data abitava in località Ss. Gervasio e Protasio sulle Zattere.
Ancora alla Promotrice veneziana, l’anno successivo, espose Bagnante; la stessa istituzione, nel 1868, acquistò il suo acquerello Prima delle nozze, per inserirlo nell’album da regalare ai reali Umberto e Margherita di Savoia in occasione del loro matrimonio.
La Promotrice veneziana fu ricca di soddisfazioni per Nani: nel 1869 espose Episodio del carnevale di Venezia, vendette Il dopo pranzo alla signora Maria Giacomoni per 320 lire, e, alla stessa Promotrice, Un ricordo, per 400 lire; nel 1870 presentò ben quattro dipinti: Un bacio, La matassa, Cortile rustico e Una partita a tresiglio, olio che vendette per 700 lire a Cesare Olgeni.



Nel 1870 spostò l’abitazione a S. Maria Gloriosa dei Frari. Nominato professore aggiunto per il disegno della figura all’Accademia veneziana, in sostituzione del defunto Michelangelo Grigoletti, seppe trasmettere agli allievi, tra i quali il più importante fu Giacomo Favretto, il gusto per la scena briosa e d’effetto, arguta e divertente, caratterizzata nel tema e nel titolo dalla presenza velata dell’equivoco, espediente tipico della scena di genere.
In quegli anni realizzò dipinti di genere come L'alloro (Milano, Galleria d’arte moderna), un interno di atelier dove il pittore contempla una sua opera sul cavalletto e viene ironicamente incoronato dalle sue modelle, ma anche sperimentazioni luministiche di interni degne di nota, come Nello studio (Roma, Galleria nazionale d’arte moderna).


Nel 1871 alla Società di belle arti di Verona presentò quattro dipinti: Reminiscenze, che espose anche nel 1872 all’Esposizione nazionale di belle arti di Milano e fu recensito nel 1873 da Yorick: "una fanciulla sorridente a vagar col pensiero sotto un verde pergolato"; Animali, Dispettucci, acquistato dalla Società di belle arti di Verona e Ritorno dal mercato, che ripropose anche nel 1872 a Venezia, dove venne acquistato dal Fondo di soccorso.
Il 1873, anno al quale si fa risalire la nascita della moderna scuola veneziana, fu cruciale per Nani, non solo perché per la prima volta espose in una mostra internazionale, presentando Lo studio di un pittore all'Esposizione universale di Vienna ma anche e soprattutto perché segnò per lui una svolta dal punto di vista sia artistico sia didattico: vinse infatti il concorso bandito dalla Fondazione Querini Stampalia, del valore di ben 10.000 lire, per un dipinto relativo ai moti veneziani del 1848-49, e quello per professore di pittura dell'Accademia di belle arti Giambettino Cignaroli e Scuola Brenzoni di Verona.


Al dipinto, una grande scena di pittura di storia trattata alla maniera moderna raffigurante Manin e Tommaseo liberati dal carcere (Venezia, Fondazione scientifica Querini Stampalia, Museo), lavorò fino al 1876; a Verona si trasferì, insegnando per 25 anni e avendo allievi di grande qualità come Angelo Dall’Oca Bianca e Alessandro Milesi.
Nella Galleria d’arte moderna di questa città sono conservate due sue opere: Il ciabattino (1884) e La modella (1886).
Nel 1874 alla Promotrice genovese espose Testa di donna, dal vero e La sorpresa, probabilmente la prima versione di un soggetto molto fortunato raffigurante due uomini che sorprendono dalla porta semiaperta le modelle in atto di svestirsi in un atelier, che conosciamo da una versione successiva, esposta alla Società di belle arti di Firenze nel 1891.
I due dipinti vennero riproposti anche all'Esposizione di belle arti di Verona nello stesso anno, assieme a Ultimi momenti di un veglione, commissionato dal conte Eustacchio Viola di Venezia (Milano, Archivio studio Paul Nicholls).


Al dipinto, una grande scena di pittura di storia trattata alla maniera moderna raffigurante Manin e Tommaseo liberati dal carcere (Venezia, Fondazione scientifica Querini Stampalia, Museo), lavorò fino al 1876; a Verona si trasferì, insegnando per 25 anni e avendo allievi di grande qualità come Angelo Dall’Oca Bianca e Alessandro Milesi.
Nella Galleria d’arte moderna di questa città sono conservate due sue opere: Il ciabattino (1884) e La modella (1886).
Nel 1874 alla Promotrice genovese espose Testa di donna, dal vero e La sorpresa, probabilmente la prima versione di un soggetto molto fortunato raffigurante due uomini che sorprendono dalla porta semiaperta le modelle in atto di svestirsi in un atelier, che conosciamo da una versione successiva, esposta alla Società di belle arti di Firenze nel 1891.
I due dipinti vennero riproposti anche all'Esposizione di belle arti di Verona nello stesso anno, assieme a Ultimi momenti di un veglione, commissionato dal conte Eustacchio Viola di Venezia (Milano, Archivio studio Paul Nicholls).


Nel 1876 presentò alla Promotrice di Torino per 5000 lire La posa: una modella seminuda attira con un bastoncino l’attenzione di un pappagallo sotto lo sguardo vigile del pittore. Esposto lo stesso anno all'Esposizione di belle arti di Verona, il dipinto venne riprodotto in una fotografia di Riccardo Lotze, e poi ripresentato all'Esposizione nazionale di belle arti di Napoli nel 1877.
Nel 1878 partecipò alla Esposizione di belle arti di Milano con Discussione di un articolo e fu presente a quasi tutte le mostre tenutesi nel 1880: al Circolo artistico veneziano e alla Promotrice di Genova con Studio dal vero e Cortile rustico; all'Esposizione solenne di Firenze con il quadro Un giocoliere, proposto al prezzo di 6000 lire ed esposto anche all'Esposizione nazionale di belle arti di Torino insieme a Madonna con Bambino.
Nel 1881 partecipò all'Esposizione solenne di Firenze e a quella della Società promotrice di belle arti di Genova con un dipinto dal titolo La macchina riposa, il cuore lavora e nel 1883, sempre a Firenze, espose Il mio primo pensiero ai fiori, proposto anche all'Esposizione di belle arti di Roma (sala 5, n. 23).
Nel 1884 realizzò un Autoritratto per la Galleria degli Uffizi e, alla Esposizione nazionale di Torino, presentò Il vizio, uno dei suoi rari dipinti a soggetto sociale e verista, di grande formato, che raffigura una rissa all'interno di un’osteria tra due giocatori di carte.
Riproposta l’anno seguente alla Esposizione internazionale di Anversa, al ragguardevole prezzo di 20.000 lire, l'opera, poi presentata nel 1886 alla Società di belle arti di Verona, nel 1888 all'Esposizione nazionale di Bologna, nel 1889 alla Esposizione universale di Parigi, nel 1892 alla Società promotrice di belle arti di Genova, non venne mai venduta.


Alla Esposizione internazionale di Anversa nel 1885 espose anche Un giudizio, verosimilmente da identificare con l’opera Giudizio di un intelligente, avente per soggetto la pronuncia sulla qualità di un buon bicchiere di vino, esposta l'anno seguente a Verona e recensita dalla critica.
All'Esposizione nazionale di Venezia del 1887 ripropose tre opere già esposte (La modella, Studio dal vero, Giudizio di un intelligente) mentre nel 1888 partecipò all'Esposizione della Società di belle arti di Firenze con Nina perdonami! e all’Italian Exhibition a Londra con La modella, La cuoca e Painful thoughts (Milano, Archivio Paul Nicholls).
Del 1889 è una delle sue opere più famose, In attesa della maestra, esposta alla Promotrice di Firenze: allieve di una scuola di sartoria brindano, fumano e si divertono in un momento di assenza della loro insegnante.


Nel 1891 partecipò alla Triennale di Milano con i dipinti Dorme! e Tra le frondi, entrambi riproposti alla Esposizione nazionale di Palermo e, alla Società di belle arti di Firenze, partecipò con due dipinti di forte impegno, il già ricordato Sorpresa e Un po’ di musica.
Nel 1894 espose alla Triennale di Brera Ricreazione, illustrato e recensito da Luigi Chirtani (Esposizione triennale, 1894): due gentiluomini corteggiano due amabili signore brindando in un interno sfarzoso.
Del 1896 è La modella (Roma, coll. priv.), un interno di atelier dove una pittrice al cavalletto occhieggia ad una bellissima modella nuda.
Nel 1898 partecipò alla prima grande Esposizione d’arte italiana a San Pietroburgo con Trattative di pace e La modella.
Rientrato a Venezia, morì il 29 gennaio 1899. | © Treccani, Dizionario Biografico degli Italiani