Ambrogio Antonio Alciati | Dama in rosa, 1921 | Museo Borgogna
Il dipinto venne esposto nel 1921 alla mostra della galleria Pesaro di Milano, con il titolo Ritratto di signora, dove ottenne ottimi riscontri di critica: “Quella leggiadra figura di giovane donna, dal taglio del quadro alla grazia e semplicità della posa, dalla serena e un po’ sognosa espressione del volto alla delicata gamma di tinte dell’abbigliamento, è una delizia” (in “Emporium”, novembre 1921, p. 312).
Successivamente la tela fu presentata a Vercelli alla Esposizione artisti vercellesi.
Mostra di oreficeria del 1922 dove venne acquistata dal Museo.
Ambrogio Antonio Alciati | Dama in rosa, 1921 | Museo Borgogna
Nella produzione figurativa dell’artista emerge come tema portante il ritratto femminile dell’alta borghesia realizzato con una pittura di tocco che rimanda alla lezione del maestro Cesare Tallone o di Mosè Bianchi ed a influenze internazionali con riferimenti a Eugène Carrière.
Sono esposte nella stessa sala, oltre all’Autoritratto, due grandi tele che testimoniano le diverse declinazioni del suo stile, nel passaggio dalla pittura quasi monocroma di soggetto veristico-sentimentale di Tempi tristi (1910) ad una pittura vibrante e dalle tonalità accese in Dama in nero (1917).
In Dama in rosa e Dama in nero il pittore si sofferma, oltre che sulla resa delle trasparenze e cangianze dei tessuti, sulla psicologia dei personaggi andando al di là del tradizionale ritratto di rappresentanza.
I dipinti già di proprietà del museo sono esposti insieme a un nucleo di sette opere di Alciati donate nel 2021 da Giulio D’Astore in memoria della moglie Amelia Alciati (Milano 1925- Roma 1918), figlia dell’artista. | Fonte: © Fondazione Museo Francesco Borgogna