Egisto Lancerotto (August 21, 1847 - May 31, 1916) was an Italian painter**, mainly of genre scenes of Venice.
He was born in Noale. His father, a bureaucrat in that town, was transferred to Venice when Egisto was young. Lancerotto attended the Venetian Accademia di Belle Arti, where his professors were Napoleone Nani, Michelangelo Grigoletti, Federico Moja and Pompeo Marino Molmenti. The latter was likely his strongest influence.
Egisto began his career painting with figure paintings, and moved on to large historical paintings in period dress. One of his major works, Ballo di nozze, exhibited in 1887 at Venice.
Gubernatis states that he understood the venetians of the street and the campiello, the worker, the porter, the gondolier, the elegant in tatters, the tobacco-smoking old man, the dirty and spoiled young man, and with a singular and rare acumen and keen discernment of their desires, instincts, and appetites.
Among his main works: Delusione sent to Salon of Paris, but lost en route: Le regate at Venice; Popolani at Venice; La festa degli sposi; Scuola di pittura; Da Mestre at Venice exhibited in 1881; Mezza festa; Breve respiro; Barcaiolo, exhibited at Turin in 1880; A pié d' un ponte; L'Albo, exhibited at Milan in 1881; Esposizione artistica; Loto della pollastra; Capitolo primo, exhibited at Rome in 1883; La Zingara; Preparativi for the notte del Redentore at Venice, sent to the Exhibition of Milan of 1884; Assedio di Florence; Convegno, exhibited at Turin; After the dispute; Fiori di maggio; and Monte Rosa.
Lancerotto died in Venice in 1916. | © Wikipedia
Egisto Lancerotto (Noale, 21 agosto 1847 - Venezia, 31 maggio 1916) è stato un pittore Italiano.
Egisto Lancerotto trascorre la sua infanzia a Noale fino al 1853, quando il padre Giuseppe, impiegato dell'Impero Asburgico nel Distretto di Noale, fu costretto a trasferirsi a Venezia per motivi di lavoro.
Questo cambiamento fu motivato dalla soppressione del distretto, in seguito alle vicende legate all'attività del patriota risorgimentale Pietro Fortunato Calvi nativo di questo Comune (che sarà poi ripreso da Egisto in uno dei quadri della collezione comunale).
A Venezia Lancerotto frequenta l'Accademia di Belle Arti, dove trova come insegnanti Napoleone Nani, Michelangelo Grigoletti, Federico Moja e soprattutto Pompeo Marino Molmenti, che maggiormente influenzò l'opera pittorica del giovane.
A tale periodo risalgono, tra l'altro, le due figure maschili e "L'Assedio di Firenze" di proprietà comunale. La predisposizione del nostro andava però alle "scene di genere" dove prevalevano le rappresentazioni di vita quotidiana.
Questo filone "verista" lo fece conoscere al grande pubblico negli anni ottanta attraverso le grandi mostre di Milano, Torino, Venezia dove trova numerosi acquirenti. Sono riconducibili a quegli anni alcuni dipinti del lascito noalese quali: "Felicità Materna", "Scuola di Pittura", "Caccia al Selvatico".
Di quegli anni sono alcune opere tra i più riusciti quali "I piccoli pittori", "La regata Veneziana" ed il trittico "Scuola di Pittura". La critica non sempre accolse e stimò i lavori di Lancerotto, soprattutto per quel suo ripetere soggetti, scene e atteggiamenti.
Ebbe modo di esporre a più riprese nella città di Verona che molto apprezzò la sua pittura e dove riscontrò un discreto successo di vendita.
La sua ingente attività e presenza alle mostre lo rendono sempre più conosciuto, spingendolo a esposizioni fino a Firenze, Roma, Genova, Bologna.
Non per questo trascurò rassegne internazionali come quella Universale di Parigi nel 1878 ed a quella del 1889, Anversa nel 1885, Londra 1884 e 1888, Nizza e Monaco di Baviera.
La città che più spesso vide le opere di Lancerotto è certamente Ferrara, grazie all'attività della società "Benvenuto Tisi de Garofalo", promotore di belle arti, la cui sede era presso Palazzo dei Diamanti. Questo rapporto, iniziato nel 1877, durò fino alla sua morte. Grazie al carteggio conservato presso l'Archivio di Stato di Ferrara è stato possibile ricostruire l'attività e la vita di Egisto.
Sulla base di questi documenti si può attestare che Lancerotto abbia svolto per alcuni anni, l'attività di insegnamento all'Accademia di Venezia, in qualità di assistente ai corsi di pittura e che qui avesse inizialmente uno studio proprio, trasferito poi al Lido.
I rapporti con la fondazione "Tisi" contribuiscono in maniera importante a mantenere gli affari commerciali, invero non sempre all'altezza delle aspettative dato che qualche volta Lancerotto scrive al Segretario Droghetti per lamentarsi delle offerte ricevute, ritenute inadeguate rispetto all'effettivo valore del quadro.
All'inizio degli anni '90 la sua pittura diventa troppo veloce, corriva e di scarsa qualità, evidentemente il desiderio di vendere lo induceva a una sovraproduzione.
I rapporti con i propri familiari furono certamente buoni, sia con i genitori che con le sorelle Angela, Teresa e Caterina. Particolarmente significativi furono i ritratti che Egisto eseguì loro; quelli del "Padre Giuseppe" e della "Madre Marianna" figurano nella Civica Quadreria Noalese e si distinguono per la vivacità e l'intensità degli sguardi.
Nel 1897 Lancerotto partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, tale avvenimento costituì una consacrazione della fama per l'artista, ma al contempo ne segnò anche il declino: la vetrina internazionale evidenziava infatti il prorompere di una pittura più moderna che andava imponendosi.
Per un breve periodo Lancerotto abbandonò la città lagunare (1905), che certamente gli era prodiga di riconoscimenti, e soggiornò in Brianza, testimoniato da almeno due quadri conservati a Noale "In Brianza" e "Matrimonio in Brianza". Tele di questo periodo si trovano tra l'altro presso la "Galleria Civica d'Arte Moderna di Milano" ed al Quirinale, a Roma.
Iscrittosi giovanissimo all'Accademia di Belle Arti di Venezia, esordì con il dipinto Episodio dell'assedio di Torino (Noale, Municipio), dal vivace colorismo di ispirazione favrettiana. Negli anni a venire, espose a Vienna, Parigi, Monaco di Baviera e fu presente regolarmente, all'Internazionale di Venezia.
Negli anni '80 del XIX secolo si orientò verso scene di vita veneziana, riproducendone il folklore, ed assolate scene impressioniste. Predilesse il dipinto di genere, gli interni con figure ed i ritratti femminili, che ritrasse con maliziosa femminilità.
La città di Noale ha voluto onorare la memoria del pittore di origine noalese, istituendo un museo, ancora in fase di allestimento, in cui è rappresentata la produzione dell'artista con 24 disegni e 70 tele, in prevalenza ritratti e scene di vita quotidiana.
Lancerotto ldovette la sua fama proprio alle raffigurazioni di vita popolare e alla capacità di fermare con pochi tocchi il lento fluire del tempo, secondo quel “verismo” che lo contraddistinse e lo portò ad esporre alla Biennale di Venezia. | © Wikipedia