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Botticelli | Venus and the Three Graces..

Title: Venus and the Three Graces Presenting Gifts to a Young Woman, also known as Giovanna degli Albizzi Receiving a Gift of Flowers from Venus.
Year: 1483-1486.
Type: Fresco, detached and mounted on canvas.
Dimensions: 211 cm × 283 cm (83 in × 111 in).



This fresco is from the Villa Lemmi, a property near Florence that belonged to the Tornabuoni family, allies of the Medici. This decorative work may have been commissioned from Botticelli to mark the marriage of a member of this influential Florentine Dynasty - could the young woman of the title be Nanna di Niccolò Tornabuoni?
Escorted by the Three Graces, Venus is shown placing a gift in the cloth container held out to her by the bride-to-be.

A Neoplatonic visual repertoire

In the simplest of settings the young woman on the right, hieratically portrayed and clad in a scarlet robe, receives a bouquet of flowers from Venus.
Seen in profile, the goddess is accompanied by the delicately curvaceous Three Graces in their transparent, swirling dresses.
A Cupid rounds off the composition on the far right, while on the left an enigmatic fountain serves to situate the scene in some imaginary garden.
Botticelli is influenced here by the Neoplatonic theories then being preached at the Medici court by Marsilio Ficino. Goddess of love, Venus also embodied the quest for the knowledge that brings immortality for the soul.
The Graces, according to Seneca, stand for the threefold aspect of generosity: the giving, receiving, and returning of gifts or benefits.



Ideal Beauty and the world of ideas

Through the intervention of Venus, the woman on the right is being given access to Ideal Beauty and the world of ideas.
She represents the mere mortal: almost cumbersomely tall, she stands in marked contrast with the impression of lightness emanating from the Graces.
Her direct, impenetrable gaze seems to skim over the deities without actually registering them. The material character of the gift she is receiving matters little: the artist's emphasis is on the act of giving.
This fresco represents the culmination of Botticelli's development of philosophical concepts: stripped of all excess ornament, it offers us a world of ideas in which line and color shape the absolute domain of beauty.

The Villa Lemmi frescoes

This fresco is one of a set of three discovered under a coat of whitewash in the loggia of the Villa Lemmi in 1873.
The Louvre purchased two of them; the third, being too badly damaged, remained in situ. Its companion piece shows a young man being introduced to the Liberal Arts.
Some commentators have tried to link these two fragments to the marriage of Lorenzo Tornabuoni and Giovanna degli Albizi in 1486, but given a probable earlier date (c. 1483) for the fresco cycle and the lack of precise knowledge as to who owned the villa, we cannot be certain that the two young people portrayed are indeed the couple concerned. | © Musée du Louvre



Venere e le tre Grazie offrono doni a una giovane è un affresco staccato (211 x 284 cm) di Sandro Botticelli, databile al 1486 circa e conservato nel Museo del Louvre di Parigi.
Con il Giovane introdotto tra le Arti Liberali forma il ciclo di villa Lemmi Tornabuoni, residenza suburbana presso Firenze, del quale fa parte anche un affresco frammentario ancora in sede.

Storia

Non è chiaro quando la serie venne fatta affrescare, anche perché l'identificazione dei personaggi non è univocamente stabilita.
L'ipotesi più probabile è che l'opera sia stata commissionata per il matrimonio tra Lorenzo Tornabuoni e Giovanna di Maso degli Albizzi, celebrato il 15 giugno 1486.
Gli affreschi si trovavano dopotutto in una loggia che verosimilmente poteva essere stata destinata alla festa nuziale.
Già scialbati, vennero riscoperti nel 1863 dagli allora proprietari Lemmi in condizioni di conservazione non ottimali.
Staccati e trasportati su tela, furono messi in vendita sul mercato antiquario e pervennero al Louvre nel 1882.

Descrizione e stile

In una specie di giardino, come farebbe pensare la fontana sulla sinistra, incedono le Tre Grazie che accompagnano al centro Venere, la quale fa omaggio floreale a una giovane in abiti moderni.
La scena, impregnata di tematiche legate all'Accademia neoplatonica, si svolge di notte, forse perché secondo la letteratura medioevale, compreso anche Dante, gli incontri tra uomini e figure allegoriche o mitologiche possono avvenire solo in sogno.
A destra in basso, sulla quale di quella che pare una colonna, un putto regge uno stemma scomparso, dove forse si trovava l'arme dei Tornabuoni o degli Albizi, eliminata probabilmente dai successivi proprietari della villa.
Il disegno è armonico, delicato; le linee sono elegantissime e creano nel gonfiarsi delle vesti e nel fluire armonico dei capelli delle donne, dei giochi decorativi, sinuosi e aggraziati. Innegabile è la ricerca di bellezza ideale e armonia, che si attua nel ricorso in via preferenziale al disegno e alla linea di contorno (derivato dall'esempio di Filippo Lippi).
In ogni caso l'attenzione al disegno non si risolve mai in effetti puramente decorativi, ma mantiene un riguardo verso la volumetria e la resa veritiera dei vari materiali, soprattutto nelle leggerissime vesti. Il colore chiaro e nitido, derivato dalla particolare tecnica dell'affresco, intride di luce le figure, facendone risaltare la purezza penetrante della bellezza.
Tipica dell'artista è la vena leggermente malinconica, ma serena, che serpeggia negli sguardi. | © Wikipedia