Hatshepsut (Hat-shep-soot) (1507–1458 BCE), the first important female ruler known to history, lived a thousand years after the pyramids were built and seventeen centuries after the Egyptians had begun writing their language in hieroglyphs.
She ruled Egypt for two decades (ca. 1473-1458 B.C.) during Egypt's Dynasty 18. Although less familiar to modern audiences than her much later successor, the notorious Cleopatra (51–30 B.C.), Hatshepsut's achievements were far more significant.
Ruling first as regent for, then as co-ruler with, her nephew Thutmose III (who ruled for another thirty-three years after her death), Hatshepsut enjoyed a relatively peaceful reign, at the beginning of the New Kingdom.
During this time, she restored monuments destroyed during the disruptive Second Intermediate Period, when northern Egypt was controlled by a dynasty of Asian princes and southern Egypt by a dynasty of Egyptians based in Thebes. She renewed trade with western Asia to the east, the far-off land of Punt to the south, and the Aegean Islands to the north.
The resulting economic prosperity was reflected in the art of the time, which is characterized by remarkable innovations in sculpture and decorative arts and produced such architectural marvels as Hatshepsut's mortuary temple at Deir el-Bahri.
For reasons that are still unclear, twenty years after Hatshepsut died her nephew had her statues smashed and her name and image erased from all monuments.
In spite of this deliberate destruction, the memory of a female ruler persisted for more than a thousand years. In the third century B.C., an Egyptian priest named Manetho, who was writing a history of Egypt, included a twenty-one year reign for a female pharaoh in early Dynasty 18.
Sphinx of Hatshepsut
Period: New Kingdom
Dynasty: Dynasty 18
Reign: Joint reign of Hatshepsut and Thutmose III
Date: ca. 1479-1458 B.C.
Geography: From Egypt, Upper Egypt, Thebes, Deir el-Bahri, Senenmut Quarry, MMA excavations, 1926-28
Medium: Granite, paint
Dimensions: H: 164 cm (64 9/16 in.); L: 343 cm (135 1/16 in.); Wt: 6758.6 kg (14900 lb.)
Credit Line: Rogers Fund, 1931
Accession Number: 31.3.166
This colossal sphinx portrays the female pharaoh Hatshepsut with the body of a lion and a human head wearing a nemes headcloth and royal beard. The sculptor has carefully observed the powerful muscles of the lion as contrasted to the handsome, idealized face of the pharaoh. It was one of at least six granite sphinxes that stood in Hatshepsut's mortuary temple at Deir el-Bahri. Smashed into many fragments at the order of Hatshepsut's nephew and successor Thutmose III and dumped in a quarry close by, this beast was recovered by the Museum's Egyptian Expedition and reassembled. It weighs more than seven tons.
Part of a second sphinx of Hatshepsut is on display in gallery 115. The sphinx has a long history in Egyptian art, the most famous example being the great sphinx at Giza which represents the Fourth Dynasty King Khafre who lived almost a thousand years before Hatshsepsut. Sphinxes representing other pharaohs may be seen throughout the Egyptian galleries. | © The Metropolitan Museum of Art
Hatshepsut (1513/1507 a.C. circa - 16 gennaio 1458 a.C.) è stata una regina egizia, quinta sovrana della XVIII dinastia.
Fu la seconda donna a detenere con certezza il titolo di faraone dopo Nefrusobek della XII dinastia (ca. 1806 - 1802 a.C.).
Anche altre donne potrebbero aver regnato, da sole o come reggenti, sull'Egitto: per esempio Neithotep, intorno al 3100 a.C. Fu incoronata nel 1478 a.C. e regnò ufficialmente al fianco di Thutmose III - di cui era zia e matrigna - asceso al trono l'anno precedente all'età di soli due anni.
In precedenza, Hatshepsut era stata la "Grande sposa reale", cioè moglie principale e regina consorte, di Thutmose II, padre di Thutmose III.
È generalmente considerata dagli studiosi come uno dei migliori faraoni della storia egizia, avendo inoltre regnato molto più a lungo di ogni donna appartenente a tutte le altre dinastie native dell'Egitto.
L'egittologo statunitense James Henry Breasted la definì
«La prima grande donna della storia di cui noi abbiamo notizia»!
Hatshepsut fu l'unica figlia di re Thutmose I (regno: 1506 - 1493 a.C. circa) e della "Grande sposa reale" Ahmose. Il suo fratellastro Thutmose II era figlio di Thutmose I e di una sposa secondaria di nome Mutnofret, che portava il titolo di "Figlia del re" ed era forse figlia del faraone Ahmose I (regno: 1549 - 1524 a.C.). Hatshepsut e Thutmose II ebbero una figlia di nome Neferura. Thutmose II ebbe il futuro Thutmose III (1479 de iure/1458 de facto - 1425 a.C.) da una sposa secondaria di nome Iside.
- Famiglia
Si ignora la data esatta della nascita di Hatshepsut; si può supporre che abbia visto la luce nell'allora capitale dell'Egitto, Tebe, nel 12º anno del regno di Amenofi I (1525 - 1504 a.C.).
Si ritiene che Amenofi I abbia avuto un solo figlio, il principe Amenemhat, morto durante l'infanzia (anche se altre fonti arrivano a negargli anche questa paternità). Quindi suo successore designato fu Thutmose I, padre di Hatshepsut, apparentemente una figura prominente dell'esercito. Non è chiaro se vi fosse un grado di parentela fra Amenofi e Thutmose; comunque si è ipotizzato che Thutmose potesse esser figlio del principe Ahmose-Sipair, zio paterno di Amenofi I. Amenofi I potrebbe essersi associato Thutmose al trono come coreggente prima di morire, dal momento che il cartiglio del primo appare accanto a quello del secondo su una barca rituale rinvenuta presso il terzo pilone a Karnak. Altri testi sembrano suggerire che Amenofi I si sia associato al trono il figlioletto Amenemhat, prima che questi gli premorisse. In un caso o nell'altro, le evidenze archeologiche sono troppo lacunose per giungere a conclusioni definitive.
Indubbiamente Thutmose legittimò il proprio diritto a regnare sposando una probabile sorella di Amenofi I, Ahmose, con la quale generò Hatshepsut e sua sorella Nefrubiti. Non è chiaro se i principini Amenmose, Uadjmose e Ramose fossero figli di Ahmose o di una sposa secondaria di nome Mutnofret. Di questi, solo Hatshepsut raggiunse l'età adulta, così come l'altro fratellastro Thutmose, suo futuro sposo e figlio di Thutmose I e della sposa secondaria Mutnofret (a differenza di Amenmose e Uadjmose, questo figlio di Mutnofret è certo).
- Nipote, figlia e sposa di faraoni
Il padre di Hatshepsut, Thutmose I, riuscì a espandere l'impero egizio con un'abilità quasi senza precedenti - nell'arco di soli tredici anni di regno. Questo grande faraone è passato alla storia per essere riuscito a condurre le sue truppe fino a un altro importantissimo fiume dell'antichità: l'Eufrate. Alla sua morte prematura, Hatshepsut era nella posizione migliore per succedere al trono, dal momento che i suoi fratelli erano morti: sembra infatti che Thutmose I l'abbia appuntata come sua erede.
Questa sua volontà sulla successione non fu tuttavia esaudita, poiché il trono passò a Thutmose II il quale, a differenza di Hatshepsut, era di sangue reale solo da parte di padre: a ben vedere, l'autentica erede, in linea di sangue, dei fondatori della XVIII dinastia era la regina Ahmose, figlia dell'eroico liberatore del Paese, re Ahmose I, e appunto madre di Hatshepsut. Hatshepsut dovette accontentarsi di diventare "Grande sposa reale" del fratellastro, il che costituì forse un duro colpo al suo orgoglio.
La giovane regina era discendente diretta dei grandi faraoni che avevano liberato l'Egitto dagli antichi occupanti hyksos; portava anche il titolo eccelso di "Divina Sposa di Amon", che la segnalava come portatrice del sangue della veneratissima regina Ahmose Nefertari, sua nonna o bisnonna, allora già deificata. Thutmose II si rivelò un sovrano scialbo e debole, perfino malfermo di salute, e non lasciò segni della propria personalità.
È verosimilmente in questo periodo che attorno alla forte personalità di Hatshepsut si sarebbe radunata una cerchia di sostenitori abili e potenti come Hapuseneb e Senenmut.
- Thutmose III: scalata di Hatshepsut al potere
Il gracile Thutmose II regnò brevemente, forse solo tre anni, spegnendosi in giovane età. Quando morì, il terzo giorno del primo mese di Shemu - cioè a febbraio - del 1479 a.C., forse non ancora trentenne, i suoi unici due figli oggi conosciuti erano ancora in tenerissima età.
Come si era già verificato nella generazione precedente, la "Grande sposa reale", Hatshepsut, non aveva generato alcun principe ereditario, bensì una figlia: ciò comportò una crisi di successione, così descritta dal funzionario Ineni su un muro della sua cappella:
« [Thutmose II] uscì verso il cielo e si unì agli dei. Il figlio [Thutmose III] si levò al suo posto a Re dei Due Paesi. Egli governò sul trono di colui che lo aveva generato. [...] La "Sposa del dio" Hatshepsut dirigeva gli affari del Paese secondo la propria volontà. L'Egitto con il capo abbassato lavorava per lei».
Il principino Thutmose, figlio di Thutmose II e di una semplice concubina o sposa secondaria di nome Iside divenne il nuovo faraone Menkheperra Thutmose, oggi noto come Thutmose III.
Non doveva avere nemmeno tre anni: a motivo della sua età, la regina vedova Hatshepsut assunse la reggenza dell'Egitto e posticipò indefinitamente il matrimonio tra il piccolo faraone e la propria unica figlia Neferura, la sola che avrebbe potuto legittimare pienamente il diritto di Thutmose III a regnare. Una situazione del genere non era rara: la storia egizia annoverava già varie regine reggenti, anche se Hatshepsut fu la prima a ricoprire tale incarico senza essere la madre del re.
Durante i primi anni di regno di Thutmose III, Hatshepsut preparò una sorta di "colpo di Stato" destinato a rivoluzionare la società tradizionale egizia.
Messo da parte il funzionario Ineni, un tempo potentissimo, fra i fautori del regno di Thutmose II, Hatshepsut investì i suoi fedeli Hapuseneb e Senenmut di onori e incarichi prestigiosi. Hapuseneb fu probabilmente il politico più rilevante di questa fase della scalata di Hatshepsut al potere, e riunì in sé le cariche di visir e Sommo sacerdote di Amon.
Con essi, la Reggente iniziò un'opera di propaganda tesa a dimostrare come il padre, Thutmose I, l'avesse nominata sua diretta discendente e quindi nel diritto di salire al trono. A coronamento di tale opera di propaganda Hatshepsut si nominò coreggente insieme a Thutmose III attribuendosi quindi tutte le prerogative e i titoli della sovranità.
Sulla durata del periodo di coreggenza le fonti sono incerte: secondo alcuni l'atto sarebbe avvenuto dopo soli due anni di reggenza, mentre secondo altri sarebbe da datare al settimo anno di regno.
- Regno
Durante il suo regno Hatshepsut s'impegnò nell'opera, già iniziata dai suoi predecessori, di ristabilire i contatti e l'influenza egizia sui Paesi stranieri, influenza che era venuta meno durante il "periodo Hyksos".
La prima spedizione, 9º anno di regno, nel Paese di Punt, probabilmente situato sulla costa della Somalia, è rimasta documentata dai rilievi del tempio funerario di Deir el-Bahari.
La spedizione composta da 5 navi della "lunghezza di 70 piedi" ritornò portando numerosi tesori tra cui mirra e alberi d'incenso che vennero piantati nel cortile del tempio funerario della regina.
In un rilievo, proveniente sempre dalla stessa località, rimane anche la grottesca descrizione della regina del paese di Punt riportata come particolarmente corpulenta.
Si presume, anche se non ci sono pervenute testimonianze in merito, che durante il regno di Hatshepsut vi siano state campagne militari, o almeno azioni per mantenere i risultati ottenuti dalle campagne di Thutmose I in Nubia, Palestina e Siria. Nel 15º anno di regno la regina celebrò la festa Sed (Heb Sed) che, secondo la tradizione, avrebbe dovuto essere celebrata solamente in occasione del 30º anno di regno.
Prima di assumere il potere regale, tuttavia, per Hatshepsut era stata già predisposta una tomba nello Uadi Sikket Taqa el-Zaide (ad ovest della Valle dei Re), scoperta nel 1916 da Howard Carter e oggi contrassegnata dalla sigla WA D.
Sul sarcofago in quarzite gialla, oggi al Museo egizio del Cairo), l'iscrizione:
"La principessa ereditaria, grande di favori e di grazia, Signora di tutte le terre, figlia del re, sorella del re, la Grande Sposa e Signora delle Due Terre Hatshesput".
Successivamente, a seguito dell’assunzione del trono, la tomba venne abbandonata e dimenticata.
Secondo una leggenda popolare Hatshepsut sarebbe da identificare con Bithia, la principessa che trovò Mosè galleggiare sul Nilo, ma tale leggenda è stata largamente screditata dagli egittologi e dagli studiosi della Bibbia. | © Wikipedia