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Johan Barthold Jongkind | Landscape painter



Johan Barthold Jongkind (born June 3, 1819, Lattrop, Neth.- died Feb. 9, 1891, Côte-Saint-André, France) painter and printmaker whose small, informal landscapes continued the tradition of the Dutch* landscapists while also stimulating the development of Impressionism*.
Jongkind first studied under local landscape painters at The Hague. In 1846 he moved to Paris and worked under the genre painter* Eugène Isabey and François Picot.






He exhibited at the Salon in 1848 and again in 1852, when he received a medal*.
His paintings were appreciated by Camille Corot* and Charles-François Daubigny, but his work owes more to the atmosphere-conscious 17th-century Dutch landscapists than to his French contemporaries.
He chose as subjects scenes along the banks of the Seine River, picturesque old quarters of Paris, the seacoast of Normandy, and views of the Dutch canals.
When his work was not accepted for exhibition at the Salon of 1863, he joined in the Salon des Refusés and met Claude Monet*, the pioneer of Impressionism*, who learned much from Jongkind’s rendering of atmosphere and his study of fleeting effects of light and reflections.
In 1878 Jongkind settled at Côte-Saint-André (Isère), where he continued to paint the scenes of seacoasts and ports for which he is famous.
Suffering from a persecution complex, Jongkind dissipated most of his earnings on drink and spent a good deal of time avoiding creditors. He died in a mental institution. | © Encyclopædia Britannica, Inc
































Johan Barthold Jongkind (Lattrop, 3 giugno 1819 - La Côte-Saint-André, 9 febbraio 1891) è stato un pittore Olandese*.
Johan Barthold Jongkind nacque il 3 giugno 1819 a Lattrop, vicino a Rotterdam. Ottavo di dieci figli, i suoi genitori furono Gerritt Adrianus Jongkind, un notabile funzionario delle tasse di Vlaardingen e Wilhemina van der Brught.
Studiò pittura inizialmente nei Paesi Bassi: l'influenza della tradizione paesaggistica fiamminga, in particolare di Rembrandt*, sarà un dato costante in tutte le sue opere.
Nel 1843 si trasferì in Francia e frequentò l'atelier di Eugène Isabey, dove fu particolarmente attratto dalla tecnica dell'acquerello.
Nel 1848 i suoi dipinti furono accettati al Salon e nel 1852 ottenne il primo riconoscimento.
I primi anni parigini di Jongkind furono tormentati da difficoltà economiche: nonostante la medaglia ottenuta al Salon del 1852, i suoi quadri faticarono a trovare acquirenti; ebbe inoltre problemi di natura psicologica, che lo portarono per un breve periodo all'alcolismo.
La sua arte non risentì di queste traversie interiori, anzi proprio in quegli anni acquistò una sicurezza stilistica che gli permise di realizzare, senza difficoltà, scorci arditi e complessi.
Nel 1863 partecipò al Salon des Refusés; nello stesso anno si recò con Isabey a Honfleur, attratto dai paesaggi costieri della Francia settentrionale. La natura selvaggia della Normandia lo affascinò a tal punto che vi ritornò altre volte fino al 1865.
Fu in questi anni che frequentò Claude Monet*, Edouard Manet e Eugène Boudin, con i quali ebbe lunghe discussioni d'arte che influenzeranno le loro successive esperienze artistiche, e Charles Baudelaire, che ammirò la poesia delle sue vedute.
I dipinti di questo periodo sono caratterizzati da freschezza e vivacità: attento osservatore della natura, usa pennellate vigorose e precise per rendere con straordinaria abilità la luminosità delle onde del mare e delle nuvole nel cielo.
Negli anni seguenti compì lunghi viaggi in Francia e in Belgio; a partire dal 1880 fissò il suo atelier a Isère, sul lago di Ginevra.
Si recò frequentemente a Parigi, ma rimase quasi del tutto isolato (non partecipò a nessuna delle otto mostre degli impressionisti), preferendo la calma dei villaggi sulle rive del lago di Ginevra. Continuò ad eseguire paesaggi e vedute di Parigi, stilisticamente vicino a Jean-Baptiste Camille Corot* e Vermeer*, e numerosi acquerelli; solo negli ultimi anni riuscì ad avere un discreto successo economico e un buon numero di affezionati collezionisti.
Pur non lasciandosi coinvolgere dalla moda della pittura en plein air e rielaborando in studio i bozzetti preparatori schizzati dal vivo, tuttavia molte sue opere possiedono un senso innato del colore e della luce, in grado di trasmettere freschezza e spontaneità.

Questi elementi saranno poi rielaborati in una sintesi innovativa da tutti gli impressionisti e da Monet* in particolare.

Jongkind morì il 9 febbraio 1891 a La Côte-Saint-André, nei pressi di Grenoble.

Mentre fu in vita Jongkind non ricevette molti riconoscimenti, forse perché preferì vivere e dipingere appartato.

Dopo la sua morte, invece, parallelamente alla riscoperta critica degli impressionisti*, il suo ruolo venne rivalutato e apprezzato.

Camille Pissarro* dichiarò che:
"il paesaggio senza Jongkind avrebbe avuto un aspetto del tutto differente".
Anche Manet* lo ammirò, considerandolo:
"il padre della scuola dei paesaggisti".
Il più direttamente influenzato dalla sua personalità fu però Monet*:
"la sua pittura era moderna; egli è stato il mio vero maestro e a lui io devo l'educazione finale del mio occhio artistico".