Bruno Catalano (Khouribga, 1960) is a French sculptor, most renown for creating sculptures of figures with substantial sections missing.
Originally from Morocco, Bruno is the third and last child of a Sicilian family. In 1970 the Catalano family left Morocco for France. In 1982 he started working at the Société Nationale maritime Corse Méditerranée. He stayed there 4 years until 1986. He cites his experience as a sailor as central to his inspiration.
Catalano was acquainted with sculpting in 1981 in Marseille where he enrolled in Françoise Hamel’s modeling classes. After two years of education, he opened his own art practise in 1985 and secured an oven in which he would bake his first clay figure. Later Catalano began to make big bronze sculptures. His first works were compact and conventional but the later series become increasingly expressive. In 2004 a flaw in one of his characters - a depiction of Cyrano - prompted him to dig and hollow out the chest. A new path of work ensues. An exhibition took place in Marseille in September 2013, to celebrate its status as the European Capital of Culture with ten life-size sculptures exhibited at the port of Marseille.
Bruno Catalano è nato nel 1960 nel sud della Francia ed ha iniziato la sua attività da scultore all’età di 30 anni, nel 1990.
Le sue opere, realizzate in bronzo, grazie al successo internazionale che hanno avuto, fanno parte di collezioni pubbliche e private presenti ormai in tutto il mondo: Francia, Belgio, Inghilterra, Cina, Svizzera e Stati uniti.
Ha avuto molto successo ed è diventata famosa soprattutto la sua serie di sculture intitolata "Les voyageurs", ossia "I viaggiatori"; queste opere consistono essenzialmente in personaggi, più precisamente viaggiatori, svuotati o incompleti, a seconda dell’interpretazione: aspettano con pazienza, camminano di fretta o cercano qualcosa che solo loro sanno, con l’immancabile valigia dietro.
Ad una prima occhiata, lo stile di Catalano può certamente destabilizzare ed in questo modo catturare l’attenzione dello spettatore; quest’ultimo, però, non è uno spettatore passivo, ma egli può, anzi deve, in un certo senso completare la scultura con la propria immaginazione. In questo modo nasce quello speciale rapporto privato e personale tra l’osservatore e l’opera d’arte, dove l’uno completa l’altro e viceversa.
Catalano impiega dai 15-20 giorni per realizzare una scultura modellando l’argilla prima, la colatura in bronzo poi.
Le sue statue sono corpi vuoti, sembrano aver perso ogni organo vitale. Le sagome si completano con il tessuto urbano, facendo intravedere paesaggi e scorci a seconda della nostra immaginazione.
Mentre le statue classiche possono essere viste da diversi punti di vista, quelle di Catalano stravolgono il concetto di "tutto tondo" a cui siamo abituati.
Le sue sculture, ampliano il concetto di tridimensionalità arrivando ad una quarta dimensione che crea il vuoto nello spazio.
Ciò che le accomuna, poi, è la presenza di un bagaglio a mano, e non a caso le troviamo nei luoghi di transito, porti di mare, piazze, aeroporti.
Gli uomini e le donne di Bruno Catalano, "Les Voyagers", sono cittadini del mondo.
Da qui la sua evidente attenzione per il tema del viaggio, dei viaggiatori, del significato simbolico ed intrinseco del viaggio, inteso come arricchimento e come perdita; nei loro viaggi perdono qualcosa di se stessi per lasciare a noi spettatori di immaginare cosa c’è nei loro vuoti.
Hanno il passo stanco, aggravato dal peso della valigia, camminano per la città o aspettano seduti su una panchina.
Malgrado il loro vuoto, però sono corpi in grado di restare in piedi, hanno lo sguardo interiore e procedono con passo incerto. La decisa mancanza di volume invita lo spettatore a perdersi nello sfondo o, in alternativa, a completare il disegno.
Ma il vuoto è proprio lì, all'altezza degli organi vitali e bisogna imparare a conviverci.
“Nel mio lavoro, sono alla ricerca del movimento e dell’espressione dei sentimenti; faccio emergere dall’inerzia nuove forme e riesco a levigarle fino a dare loro nuova vita. Proveniente dal Marocco anche io ho viaggiato con valigie piene di ricordi che rappresento cosi spesso nei miei lavori. Non contengono solo immagini ma anche vissuto, i miei desideri: le mie origini in movimento” - Bruno Catalano