Dino Pelagatti (1932-2016) nasce a Livorno il 2 Agosto del 1932.
Inizialmente influenzato dallo stile dei pittori Post Macchiaioli, nel corso degli anni ha rinnovato la tecnica delle sue raffigurazioni creando uno stile personalizzato e contemporaneo.
Gli anni della guerra vengono percepiti dal giovane Pelagatti come una difficile esperienza umana perché con la sua famiglia non abbandonò mai Livorno. Nel dopoguerra risultò difficile per Pelagatti rendere mestiere vero e proprio la pittura a causa del forte orientamento popolare verso pittori Macchiaioli e Post Macchiaioli già affermati.
Dopo un primo tentativo di diventare pittore, Pelagatatti decise quindi di abbandonare la vocazione, convinto di non riuscire. Con la partecipazione al Premio Rotonda nel 1970 riprese la strada della pittura che divenne sua principale occupazione dal 1971. Intorno al 1973 il pittore, considerandosi sufficientemente maturo, intraprese una fase evolutiva caratterizzata dalla rappresentazione di nuovi soggetti e nuove atmosfere incentrandosi sullo studio della figura umana.
Pelagatti ha una visione del mondo particolare: è una soluzione di continuità tra il reale e l’ideale. Nel suo lavoro egli affronta un ventaglio di soggetti: ampie scene di ambienti esterni affollati, figure in posa, composizioni di oggetti, animali, scene campestri o di lavoro.
Questo repertorio si è rinnovato nel tempo ma l’artista non lo ha mai alterato con evidenza né ha mai modificato completamente il proprio stile. Soggetto principale dei suoi dipinti è la sua città natale, Livorno che ritrae numerose volte; tuttavia nel suo repertorio sono presenti anche opere che ritraggono Veneziae Milano.
Altro soggetto fondamentale per Pelagatti è la natura: dalle marine alle campagne e agli animali, ritratti con svariate gamme di colori. Il pittore utilizza colori accesi passando da sfumature di rosa, a tonalità gialle, blu, verdi e rosse.
Dagli anni ’90 ci sono variazioni tecniche: allargamento delle pennellate per costruire gli elementi strutturali del quadro e utilizzo del pennello a punta fine, necessario per definire il dipinto. La tecnica usata dall’artista è caratterizzata da una pittura agile e corsiva incline a manifestarsi nell’azione resa visibile dal gioco della luce. Inoltre esegue opere con il pastello, esaltandone sempre i colori accesi.