John Poppleton was born and raised in the suburbs of Sacramento, CA. He was introduced to photography during his junior year of high school in 1988.
He pursued all areas of photography very passionately as a hobby until becoming a professional portrait photographer in 1993, after several friends convinced him to photograph their weddings.
It has always been John’s goal to create something original and different but fantasy portraits were never part of the plan.
"I wasn’t looking for it, it found me", recalls John. "Around 2003 Photoshop introduced a new tool called liquify and just to show what it could do I stretched a brides ears and turned her into an elf. ("Lord of the Rings" was in theatres about this time.) It turned out so nice I put a copy in my portfolio and it just evolved from there. But things really took off when the owner of a faerie collectable store asked me to create 12 images for a calendar. That’s what gave me the biggest push".
In 2010, while suffering from a sleepless night in a hotel room bed, John received his inspiration for using black light and he was off on what has become the biggest adventure of his career.
John has received numerous awards🎨 for his wedding and fantasy portraits through the WPPI (Wedding & Portrait Photographers International) and was featured as "Studio of the Month" in their February 2004 publication.
His work has been featured in Bill Hurter’s books "The Best of Wedding Photography - Third Edition", "Master Posing Guide for Wedding Photographers" and "The Best of Senior Portrait Photography" all published by Amherst Media.
His faerie art was also featured in Faerie Magazine’s Winter 2005 issue as well as an eight page article in the Oct. 2011 issue of "Rangefinder" magazine.
John now lives in the quiet little town of Wellsville in Northern Utah, with his lovely wife Becky and their three children.
L'artista Americano🎨 John Poppleton è nato a Sacramento, California, e fin dal primo anno di liceo è rimasto completamente affascinato dalla fotografia e dall'arte.
Bodyscpaes viene dalla fusione della parola "body", corpo, e "scapes", da landscapes, paesaggi. Quelli che l’artista dipinge sui corpi delle modelle sono veri e propri paesaggi, per lo più selvaggi, come il profilo della Savana, le aurore boreali, le forseste e i vulcani, ma anche creazioni del tutto visionarie.
Nel 2010, nel corso di una notte insonne nella camera di un hotel, John ebbe l’idea di usare la lampada di Wood (una sorgente luminosa che emette radiazioni elettromagnetiche prevalentemente nella gamma degli ultravioletti e, in misura trascurabile, nel campo della luce visibile) cominciando quella che sarebbe stata la più grande avventura della sua carriera.
"Ho sempre subito il fascino della meraviglia della natura: mi sono lasciato ispirare dalle gradazioni e dai colori del tramonto, dall'eccitazione e dal batticuore che anticipa l’arrivo di un fulmine…
…dalle maestose cascate che rendono sublime il panorama della montagna, riflettendosi nei laghetti sottostanti. Dal fascino inquietante dell’Aurora Boreale, all'abilità artistica di vedere attraverso l’universo".
Usando materiale temporaneamente fluorescente, le scene sono dipinte direttamente sulla pelle e fotografate in pose che rendono questa particolare arte unica nel suo genere.
L'artista californiano John Poppleton è capace di far diventare i corpi di modelle in vere e proprie opere d'arte.
La tecnica particolare del bodypainting dai colori brillanti e fluorescenti sta nella scelta di colori ultravioletti sui corpi delle modelle che vengono illuminati da una luce nera, ovvero una fonte luminosa che emette radiazioni ultraviolette. Con questa luce John Poppleton fotografa le modelle dopo aver dipinto i paesaggi sul loro corpo e l’effetto finale è veramente sorprendente.