Antonietta Simonovna Raphaël Mafai (1895 - 5 September 1975) was an Italian sculptor and painter of Jewish heritage and Lithuanian birth, who founded the Scuola Romana (Roman School) movement together with her husband Mario Mafai.
She was an artist characterised by a profound anti-academic conviction, also affirmed by her sculptures which, especially after World War II, dominated her output.
They highlighted the tender and vibrant carnality present in stone, with works such as Miriam dormiente (Sleeping Miriam) and Nemesis.
A rabbi's daughter, Raphael moved to London with her mother after her father's death.
There she attended the British Museum, and came to know Jacob Epstein and Ossip Zadkine, the renowned French sculptor of Russian origin and member of the Expressionist movement.
However, Antonietta in those days concentrated on studying music, and eventually graduated in piano at the Royal Academy of Music and teaching solfeggio in the East End.
At her mother's death in 1919, she moved to Paris and in 1924 to Rome. In 1925 Antonietta attended the Accademia di Belle Arti, befriended artist Mario Mafai and went to live with him, in a long-lasting relationship.
They had three daughters: Miriam (1926), a journalist, partner of Communist politician Giancarlo Pajetta; Simona (1928) member of the Italian Senate and author; and Giulia (1930), a scenographer and costume designer.
In 1927, Raphael and Mafai moved to an apartment in via Cavour in Rome which quickly became a meeting point for literati including Giuseppe Ungaretti and Leonardo Sinisgalli, as well as young artists including Scipione, Renato Marino Mazzacurati and Corrado Cagli.
This represented the birth of the Scuola Romana.
In 1929, Raphael exhibited for the first time at I Sindacale of Lazio, supported by art historian Roberto Longhi.
In 1930 she and Mafai went to Paris, and there she began to concentrate on sculpture rather than painting.
In 1932 she was in London and met Jacob Epstein.
She then moved permanently to Rome and started working on her masterpiece Fuga da Sodoma (Escape from Sodom), working as a guest of sculptor Ettore Colla in his studio for a year.
Between 1936 and 1938 she exhibited at the Sindacali.
Her plastic shapes, during this phase, show a lack of influence from any Italian sculpture movement of the period, but there are distinct references to Emile-Antoine Bourdelle.
Due to the Fascist racial laws and their implementation, Raphael escaped to Genoa together with her husband and daughters.
The family was assisted and kept safe by art collector Emilio Jesi and philanthropist Alberto Della Ragione.
During World War II (from 1943-1945) Raphael stayed in Rome with her daughter Giulia, then moved again to work in Genoa with an influential group of older sculptors, though one that did not have a common style.
This included Edoardo Alfieri, Nanni Servettaz, Raimondi, Camillo Maine, Lorenzo Garaventa, Sandro Cherchi, Agenore Fabbri, Roberto Bertagnin (brother-in-law of Arturo Martini) and Luigi Navone.
In 1948, Raphael exhibited at the Biennale di Venezia, after a difficult period of financial restrictions.
As from 1952 art critics began fully appreciating Raphael's work and selected pieces were exhibited at the Galleria dello Zodiaco in Rome.
In 1956 she travelled to China, where she exhibited in Beijing her artwork together with Aligi Sassu, Agenore Fabbri, Giulio Turcato and others - continuing other exhibitions throughout Europe, Asia, and the Americas.
At the 8th Rome Quadriennale of 1959-1960, dedicated to the Scuola Romana, many of her works were presented to the public, placing her among the greater exponents of this School.
By this stage, Raphael was working almost exclusively on sculpture, leaving aside painting.
Antonietta Simonovna Raphaël Mafai (Kovno (Lituania) 1895 c. - Roma 1975) pittrice e scultrice.
Dopo la morte del padre Simon, rabbino, si trasferisce con la madre dalla nativa Lituania a Londra.
Qui frequenta il British Museum, conosce (forse) Zadkine ed Epstein, ma soprattutto studia musica.
Si diploma in pianoforte alla Royal Academy ed apre una scuola di solfeggio nell'East End.
Dopo la morte della madre, nel 1919, trascorre un periodo a Parigi e, nel 1924, giunge a Roma.
Nel 1925 frequenta i corsi all'Accademia di Belle Arti ed inizia a dipingere; si unisce a Mario Mafai, da cui avrà tre figlie, Miriam (1926), Simona (1928) e Giulia (1930).
Nel 1926, con Mafai, si trasferisce nella casa-studio di via Cavour, frequentata anche da Scipione e Mazzacurati.
Esordisce nel 1929 alla I Sindacale del Lazio, ed è segnalata da Roberto Longhi.
Nello stesso anno è presente con diciotto dipinti in una collettiva di otto artiste alla Camerata degli Artisti; la critica (C. Pavolini, A. Francini) rileva il "sapore prettamente russo" della sua pittura, tendente all'arabesco "di gusto arcaico e popolaresco", oltre che il respiro internazionale e la portata innovatrice.
Nonostante l’apprezzamento della critica, la Raphaël non avrà nel corso degli ventennio molte occasioni espositive, forse per un eccesso di originalità e di "esotismo".
Nel 1930 parte con Mafai alla volta di Parigi, dove comincia a maturare la sua vocazione per la scultura.
Fra il 1931 e il '32 prosegue, sola, per Londra, dove prende uno studio ed è in contatto con lo scultore Jacob Epstein.
Nel 1932 torna a Parigi, dove rimane sino alla fine del '33.
Stabilitasi definitivamente a Roma, si dedica intensamente alla scultura.
Inizia a lavorare alla Fuga da Sodoma, che riprenderà alcuni anni più tardi durante il soggiorno genovese.
Lavora per circa un anno nello studio dell'amico scultore Ettore Colla.
Tra il 1936 e il ‘38 espone alle Sindacali Il lavoro plastico della Raphael si è svolto, sino a questo momento, in grande concentrazione e solitudine; "Miriam che dorme" e "Simona col pettine" risalgono a questi anni, e in esse si può verificare l'estraneità della Raphaël dalla scultura italiana del tempo.
In questa fase i suoi riferimenti sono piuttosto Maillol e la plastica francese, da Bourdelle a Despiau.
In seguito alle sanzioni antisemite, decide di rifugiarsi con il marito e le figlie a Genova, sotto la protezione di Emilio Jesi e Alberto Della Ragione.
Dopo un nuovo soggiorno romano nel 1943-45, ritorna a Genova con la figlia Giulia, dedicandosi prevalentemente alla scultura.
Rimane nel capoluogo ligure fino al 1952, in una pesante situazione di isolamento e di angustie economiche. Solo nel 1948, con la partecipazione alla Biennale di Venezia (cui sarà presente fino al 1954) la sua opera riceve qualche sia pur limitato apprezzamento.
Bisogna attendere il 1952 perché la sua opera ottenga i primi importanti riconoscimenti.
In quell'anno vince infatti un premio alla VI Quadriennale (dove sarà regolarmente presente in seguito) ed allestisce un'importante antologica alla Galleria dello Zodiaco di Roma.
Nel 1956 compie un viaggio in Cina, espone a Pechino con Sassu, Turcato, Fabbri, Tettamanti, Zancanaro, e in collettive in Europa, Asia e America.
All'VIII Quadriennale del 1959-60, nella mostra "La scuola romana dal 1930-1945", vengono esposte diverse sue opere che la confermano tra i protagonisti dell'arte italiana fra le due guerre.
Nella seconda metà degli anni Sessanta si dedica sempre più intensamente alla scultura, realizzando fra l'altro la fusione in bronzo delle sue opere più impegnative. | © Archivio della Scuola Romana