Trattato della Pittura
Parte prima | Capitolo 24
Poiché noi abbiamo concluso la poesia essere in sommo grado di comprensione ai ciechi, e che la pittura fa il medesimo ai sordi, noi diremo tanto di piú valere la pittura che la poesia, quanto la pittura serve a miglior senso e piú nobile che la poesia, la qual nobiltà è provata esser tripla alla nobiltà di tre altri sensi; perché è stato eletto di volere piuttosto perdere l'udito ed odorato e tatto, che il senso del vedere; perché chi perde il vedere, perde la veduta e bellezza dell'universo, e resta a similitudine di uno che sia chiuso in vita in una sepoltura, nella quale abbia moto e vita.
Or non vedi tu che l'occhio abbraccia la bellezza di tutto il mondo?
Egli è capo dell'astrologia; egli fa la cosmografia; esso tutte le umane arti consiglia e corregge; muove l'uomo a diverse parti del mondo; questo è principe delle matematiche, le sue scienze sono certissime; questo ha misurato le altezze e grandezze delle stelle; questo ha trovato gli elementi e loro siti; questo ha fatto predire le cose future mediante il corso delle stelle; questo l'architettura e prospettiva, questo la divina pittura ha generata.
O eccellentissimo sopra tutte le altre cose create da Dio!
Quali laudi saran quelle che esprimere possano la tua nobiltà?
Quali popoli, quali lingue saranno quelle che appieno possono descrivere la tua vera operazione?
Questo è finestra dell'umano corpo, per la quale la sua via (?) specula, e fruisce la bellezza del mondo; per questo l'anima si contenta dell'umana carcere, e senza questo essa umana carcere è suo tormento; e per questo l'industria umana ha trovato il fuoco, mediante il quale l'occhio riacquista quello che prima gli tolsero le tenebre.
Questo ha ornato la natura coll'agricoltura e dilettevoli giardini.
Ma che bisogna ch'io m'estenda in sí alto e lungo discorso qual è quella cosa che per lui non si faccia?
Ei muove gli uomini dall'oriente all'occidente; questo ha trovato la navigazione, ed in questo supera la natura, perché i semplici naturali sono finiti, e le opere che l'occhio comanda alle mani sono infinite, come dimostra il pittore nelle finzioni d'infinite forme di animali ed erbe piante e siti.