From: Thyssen-Bornemisza National Museum
Da: Thyssen-Bornemisza National Museum
The American painter Martin Johnson Heade (1819-1904) started out as a portraitist and took up landscape painting late in life.
He spent three years travelling around Europe during his formative years.
This first Grand Tour marked the start of an itinerant lifestyle which he continued to lead throughout his entire existence.
From 1840 to 1859 he lived in Philadelphia, New York, Saint Louis, Chicago, Trenton and Providence.
His second trip to Europe at the end of the 1840s brought about a shift in his style towards a more sophisticated type of genre painting.
He moved to New York about 1859; there he came into contact with other landscape artists such as his lifelong friend Frederic E. Church and began to paint landscapes.
Despite exhibiting his work at the National Academy of Design on several occasions, he never became a member and nor was he particularly involved in the New York art scene.
Heade’s mature style, characterised by great precision and luminosity and influenced by the work of Lane, whom he may have known, was later dubbed Luminism.
The numerous scenes conveying the calm and splendour of the salt marshes are the compositions that have earned him greater fame.
This marshy ground provided Heade with the opportunity to capture changes in the atmosphere and light.
Possibly encouraged by his friend Church, Heade travelled to Central and South America (Brazil, Colombia, Panama and Jamaica) three times between 1860 and 1870.
During these trips he painted exotic flowers and birds, in addition to scenery.
The combination of these motifs resulted in his original still-life paintings of orchids and humming birds in tropical settings, which are acknowledged as the most original part of his oeuvre.
In 1883, at the age of sixty-four, Heade married and moved to Saint Augustine, Florida, where he continued to paint the tropical flowers that grew there.
He died there years later, completely forgotten by the art world.
Da: Thyssen-Bornemisza National Museum
Il pittore Americano Martin Johnson Heade ha iniziato come ritrattista e ha iniziato a dipingere paesaggi in tarda età .
Ha trascorso tre anni in giro per l'Europa durante i suoi anni formativi.
Questo primo Grand Tour segnò l'inizio di uno stile di vita itinerante che continuò a condurre per tutta la sua esistenza.
Dal 1840 al 1859 visse a Philadelphia, New York, Saint Louis, Chicago, Trenton e Providence.
Il suo secondo viaggio in Europa alla fine degli anni Quaranta dell'Ottocento determinò uno spostamento del suo stile verso un tipo più sofisticato di pittura di genere.
Si trasferì a New York intorno al 1859; lì entrò in contatto con altri paesaggisti come il suo amico di una vita Frederic E. Church ed iniziò a dipingere paesaggi.
Nonostante abbia esposto i suoi lavori alla National Academy of Design in diverse occasioni, non ne è mai diventato membro e non è stato particolarmente coinvolto nella scena artistica di New York.
Lo stile maturo di Heade, caratterizzato da grande precisione e luminosità venne influenzato dal lavoro di Lane, che potrebbe aver conosciuto, fu in seguito soprannominato Luminismo.
Le numerose scene che trasmettono la calma e lo splendore delle saline sono le composizioni che gli hanno fatto guadagnare maggiore fama.
Questo terreno paludoso ha fornito a Heade l'opportunità di catturare i cambiamenti nell'atmosfera e nella luce.
Forse incoraggiato dal suo amico Church, Heade si recò tre volte in Centro e Sud America (Brasile, Colombia, Panama e Giamaica) tra il 1860-1870.
Durante questi viaggi dipinse fiori e uccelli esotici, oltre a paesaggi.
La combinazione di questi motivi ha portato alle sue originali nature morte di orchidee e colibrì in ambienti tropicali, che sono riconosciute come la parte più originale della sua opera.
Nel 1883, all'età di sessantaquattro anni, Heade si sposò e si trasferì a Saint Augustine, in Florida, dove continuò a dipingere i fiori tropicali che vi crescevano.
Vi morì anni dopo, completamente dimenticato dal mondo dell'arte... | Fonte: © Thyssen-Bornemisza National Museum