Girl with a Pearl Earring / Meisje met de parel is Vermeer’s most famous painting.
It is not a portrait, but a ‘tronie’ - a painting of an imaginary figure. Tronies depict a certain type or character; in this case a girl in exotic dress, wearing an oriental turban and an improbably large pearl in her ear.
Johannes Vermeer was the master of light. This is shown here in the softness of the girl’s face and the glimmers of light on her moist lips. And of course, the shining pearl. | © Mauritshuis Museum in Hague
Girl with a Pearl Earring, oil painting on canvas (c. 1665) by Dutch artist Johannes Vermeer🎨, one of his most well-known works. It depicts an imaginary young woman in exotic dress and a very large pearl earring. The work permanently resides in the Mauritshuis museum in the The Hague.
An observant and deliberate painter, Vermeer produced only 36 known works in his lifetime, while many of his contemporaries completed hundreds.
Like his peers, he mostly depicted scenes of ordinary life, later called “genre” painting, often of women at daily tasks. Notable examples include Girl Reading a Letter at an Open Window (c. 1657) and The Music Lesson (c. 1665).
He occasionally signed his paintings. While Girl with a Pearl Earring bears “IVMeer,” it is undated. Historians believe Vermeer painted the small piece (17.52 × 15.35 inches [44.5 × 39 cm]) around 1665, during the period in which he executed a group of paintings with a shared pearl motif.
Girl with a Pearl Earring represents a young woman in a dark shallow space, an intimate setting that draws the viewer’s attention exclusively on her. She wears a blue and gold turban, the titular pearl earring, and a gold jacket with a visible white collar beneath. Unlike many of Vermeer’s subjects, she is not concentrating on a daily chore and unaware of her viewer.
Instead, caught in a fleeting moment, she turns her head over her shoulder, meeting the viewer’s gaze with her eyes wide and lips parted as if about to speak.
Her enigmatic expression coupled with the mystery of her identity has led some to compare her to the equivocal subject in Leonardo da Vinci’s Mona Lisa🎨 (c. 1503-19).
Unlike the Mona Lisa, however, Girl with a Pearl Earring is not a portrait but a tronie, a Dutch term for a character or type of person.
A young woman might have sat for Vermeer, but the painting is not meant to portray her or any specific individual in the same way that Leonardo’s piece portrayed an existing person (likely Lisa Gherardini🎨, the wife of a Florentine merchant).
Vermeer’s subject is a generic young woman in exotic dress, a study in facial expression and costume.
The work attests to Vermeer’s technical expertise and interest in representing light.
The soft modeling of the subject’s face reveals his mastery of using light rather than line to create form, while the reflection on her lips and on the earring show his concern for representing the effect of light on different surfaces.
Although now a highly regarded artist, Vermeer was not well known outside of his native city of Delft during his lifetime or in the decades after.
Historians credit the 19th-century French critic Étienne-Joseph-Théophile-Thoré (under the pseudonym of William Bürger) for reassessing the artist’s work, which eventually led to Vermeer’s distinguished reputation.
Even so, Girl with a Pearl Earring only became one of Vermeer’s more famous pieces around the turn of the 21st century, with the 1995 blockbuster exhibition at the National Gallery of Art in Washington, D.C., and the publication of the best-selling novel Girl with a Pearl Earring by Tracy Chevalier in 1999.
The book fashioned the painting’s subject into a housemaid named Griet who works in Vermeer’s home and becomes his paint mixer.
It was adapted into an Oscar-nominated film in 2003 starring Scarlett Johansson as the fictional Griet and Colin Firth as Vermeer.
As the Mauritshuis building underwent renovation in 2012, Girl with the Pearl Earring traveled to Japan, Italy, and the United States. It drew crowds in each location, attesting to its now firm place in audience regard.
When Girl returned to the Netherlands in 2014, the Mauritshuis announced it would no longer lend out the painting, assuring visitors that the museum’s main attraction would always be on view in its home. | Alicja Zelazko © Encyclopædia Britannica, Inc.
La Ragazza col turbante, o Ragazza con l'orecchino di perla è un dipinto a olio su tela (44,5×39 cm) di Jan Vermeer, databile al 1665-1666 circa e conservato nella Mauritshuis dell'Aia.
Si tratta di uno dei dipinti più noti dell'artista, anche grazie ad un romanzo ed un film del 2003 di cui è stato oggetto.
Viene talvolta soprannominato la "Monna Lisa olandese".
Tra i generi della pittura olandese i tronien, ovvero ritratti in costumi storici od esotici usate spesso per raffigurare personaggi del passato, biblici o antichizzanti, erano abbastanza frequenti, e risulta che Vermeer vi si dedicò diverse volte. Nell'inventario dei beni della sua famiglia nel 1676 figurano "tronien dipinte alla moda turca" e ancora nel catalogo dell'asta Dissius (1696) si parla di tronien di sua mano ai numeri 22, 23 e 24.
Nessuna di queste tracce è però collegabile con sicurezza al dipinto della Mauritshuis, che è documentato con sicurezza solo dal 1881, quando fu messo all'asta all'Aia da un certo signor Braams e acquistato per una cifra irrisoria (2 fiorini più 30 centesimi di commissione) dal collezionista Arnoldus des Tombe su suggerimento dello storico dell'arte Victor de Stuers. Fu infine donato nel 1903 al museo con un lascito testamentario del des Tombe.
La datazione si basa su dati iconografici e stilistici, e viene collocata a ridosso della Donna con brocca d'acqua e dei tronien a fondo scuro realizzati da Michael Sweerts ad Amsterdam nel 1660-1661.
Numerosissimi gli apprezzamenti nel tempo. Tra questi Jan Veth scrisse nel 1908: «Si potrebbe dire che questo, più di qualsiasi Vermeer, sia dipinto con polvere di perle».
Duante la chiusura del museo per il completo restauro, la Ragazza col turbante è stata il principale oggetto di una serie di mostre di successo nel mondo: nel 2012 al Museo nazionale di arte occidentale di Tokyo, nel 2013-2014 negli Stati Uniti (High Museum di Atlanta, De Young Memorial Museum di San Francisco e Frick Collection di New York), nel 2014 a Bologna in Italia. Nel giugno 2014 è infine tornata nella sua sede originaria, trovando però posto in un punto di maggior preminenza.
Descrizione e stile
- Dettaglio
Su uno sfondo scuro, una fanciulla rappresentata con mezzo busto di profilo ruota la testa di tre quarti verso lo spettatore, in favore della luce che spiove da sinistra.
Indossa un mantello color rame e una camicia bianca di cui si vede solo il colletto, oltre a un inusuale turbante fatto di una fascia azzurra che avvolge la testa e un drappo giallo annodato che pende dalla nuca fino alle spalle, terminando in frange azzurrine.
Sebbene possa assomigliare alle figure di muse o di sibille, l'assenza di alcun attributo iconografico impedisce una reale identificazione.
Il volto della ragazza, intriso di luce, mostra una rara bellezza: labbra rosse carnose e dischiuse, naso sottile e dritto, occhi grandi e vivi. La luce delle pupille è poi richiamata dall'orecchino con una grossa perla, che brilla sulla penombra del collo. La perla è dipinta utilizzando poche pennellate a goccia, separate l'una dall'altra: è l'occhio umano che ha l'illusione di vederla intera.
L'artista catturò con viva immediatezza l'espressione sfuggente, carica di un'innocente languidezza. Il fondo scuro mette in risalto le zone di luce, col colore applicato in pennellate dense ed uniformi, poco sfumate, tranne nell'incarnato delicato e in alcune zone dove sono presenti piccoli punti, come nel contorno della bocca.
- La perla
L'orecchino con perla del quadro, che cattura quasi da solo la centralità della luce di cui è pervaso il dipinto, è di grandi dimensioni ed è a forma di goccia. Sebbene la ragazza che lo indossa appaia di modeste condizioni, tale monile era al tempo di Vermeer prerogativa delle dame aristocratiche dell'alta borghesia. Nel XVII secolo le perle erano una preziosa rarità: venivano importate dall'estremo oriente.
Nel caso della perla raffigurata nel dipinto, si tratta di un esemplare di grandi dimensioni che, a parere di alcuni studiosi, in natura non esisterebbe Potrebbe anche trattarsi di un'imitazione in vetro soffiato di produzione veneziana.
- Omaggi
La suggestiva leggenda che circonda questo quadro - e che colora con una punta di sentimentalismo la biografia di un grande pittore del quale si sa tuttora ben poco, e che poco ha lasciato: una trentina di dipinti in tutto e tutti di piccole dimensioni - è stata rievocata per la -letteratura nel 1986 dal libro La ragazza col turbante (tradotto in nove lingue) della scrittrice Marta Morazzoni e poi anche nel 2003 per il cinema da un film dal titolo La ragazza con l'orecchino di perla, interpretato dall'attrice Scarlett Johansson ed ispirato al romanzo omonimo del 1999 della scrittrice Tracy Chevalier.