Born in Vercelli, Italy, in 1878, Antonio Ambrogio Alciati (1878-1929) moved with his mother and his sister to Milan in 1897 to attend the Brera Academy of Fine Arts, where his teachers were Vespasiano Bignami, Giuseppe Mentessi and Cesare Tallone.
Tallone helped him to perfect his portrait painting technique, and introduced him into wealthy Milan middle class society.
Between 1902-1910 he painted a series of pictures inspired by romantic and family subjects, while also working on the decoration of churches and villas in Lombardy.
In the ten years from 1910 his style underwent an evolution as he abandoned the use of shaded tones and a dull, almost monochromatic range of colors, gradually acquiring greater constructive vigor and a variety of bright colors.
During the first world war he worked only sporadically as an artist, but in 1920 he was appointed teacher of painting and life drawing at the Brera Academy, the Chair once held by Tallone.
He was by this time a well-established portrait painter, his work much sought-after particularly by the Lombard upper middle-class.
His last personal exhibition was in Vercelli in 1922, on the occasion of the Exhibition of Vercelli Artists.
He died in Milan in 1929 after a short illness.
Ambrogio Alciati nasce a Vercelli il 5 settembre 1878. A sei anni rimane orfano del padre, decoratore, e viene allevato dalla madre che dipinge ex-voto ed insegne.
L’Ospizio dei poveri di Vercelli, che gli ha permesso di ottenere la licenza elementare, nel 1891 gli consente di frequentare la scuola serale di disegno all'Istituto di Belle Arti.
II suo insegnante Carlo Costa, intuendo le doti artistiche del ragazzo, lo fa iscrivere ai corsi diurni.
Nel 1897 il Municipio di Vercelli gli assegna una pensione di 50 lire mensili per poter iscriversi all’Accademia di Brera.
Con la madre e la sorella si trasferisce a Milano.
Gli anni dell’Accademia (1897-1901) sono fondamentali per la sua Formazione. Sono suoi insegnanti Vespasiano Bignami, Giuseppe Mentessi e Cesare Tallone. Quest’ultimo lo aiuta a perfezionarsi nel ritratto e lo introduce fra la ricca borghesia milanese.
Dal 1902-1910 esegue una serie di quadri d’ispirazione romantica ("Spasimo", Gli amanti", "Il bacio") e familiari (i ritratti della madre). Nel 1904 espone per la prima volta alla Permanente di Milano e nel 1907 alla Biennale di Venezia.
Nel 1906 vince il premio "Gavazzi" con "l’Annunciazione". Nel 1908 manda alla Quadriennale di Torino cinque ritratti che ottengono le lodi della critica. Si dedica intanto alla decorazione di chiese e ville lombarde.
1910- La Galleria d’Arte Moderna di Milano acquista il dipinto "La madre".
1911 - Le opere inviate alla Mostra Internazionale di Roma mostrano l’evolversi del suo stile, che nel secondo decennio del secolo abbandona le tonalità sfumate e la gamma spenta che rasenta il monocromo, acquistando gradatamente un maggior vigore costruttivo e un vivace cromatismo.
Nel 1914 vince il premio "Principe Umberto" con il ritratto della bambina Ada Binda.
Durante la prima Guerra Mondiale la sua attività si fa saltuaria, ma a questo periodo risalgono alcuni dei suoi lavori più belli ("II cappello nero", 1916).
Il 1920 lo vede nominato insegnante straordinario di pittura e di disegno del nudo all'Accademia di Brera, ottenendo la cattedra già occupata da Cesare Tallone.
È ormai un ritrattista affermato, la cui opera è ricercata soprattutto dall'alta borghesia lombarda.
E' a Vercelli per una "personale" nell'ambito dell’"Esposizione artisti vercellesi", tenutasi nel 1922, dopo la quale non espone più.
Si sposa nel 1924 con Raffaella di Malta, dalla quale ha una figlia, Amelia, che ritrae in molte opere. Si dedica in questi anni anche alla pittura di paesaggi.
Muore a Milano dopo una breve malattia, 1’8 marzo 1929.