Textual description of firstImageUrl

Jean-Auguste-Dominique Ingres | Gli aforismi

I capolavori non sono fatti per sbalordire. Sono fatti per persuadere, per convincere, per entrare in noi attraverso i pori.
In arte si arriva a un risultato notevole solo piangendo. Chi non soffre non crede.
Studiate il bello in ginocchio.
Chi non vorrà attingere ad altra intelligenza che alla sua, si troverà ben presto ridotto alla più miserabile di tutte le imitazioni: a quella delle sue stesse opere.



La lode tiepida di una cosa bella è un'offesa.
La principale e la più importante parte della pittura, è di sapere ciò che la natura ha prodotto di più bello e di più adatto a quest'arte, per farne la scelta, seguendo il gusto e la maniera di sentire degli antichi.
Il disegno è la probità dell'arte.
Se dovessi mettere un'insegna sopra la mia porta, scriverei: scuola di disegno e sono sicuro che farei dei pittori.


Il colore aggiunge ornamenti alla pittura; ma non ne è che l'ancella, poiché non fa che rendere più amabili le vere perfezioni dell'arte.
I riflessi stretti nell'ombra, i riflessi che seguono i contorni sono indegni della maestà dell'arte. Il dubbio stesso è biasimo se colpisce le meraviglie degli antichi.
Non c'è niente di essenziale da trovare nell'arte dopo Fidia e dopo Raffaello, ma c'è sempre da fare, anche dopo di loro, per mantenere il culto del vero e per perpetuare la tradizione del bello.




Il pittore Francese Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867) è considerato uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo in pittura.

Riportiamo di seguito il giudizio del poeta francese Charles Baudelaire, che nel 1848 ebbe modo di osservare:
«Talento, avaro, crudele, collerico, sofferente, straordinario miscuglio di qualità in contrasto, messe tutte quante al servizio della natura, e la cui stranezza non costituisce di certo una fra le cause minori del suo fascino: fiammingo nella stesura, individualista e naturalista nel disegno, volto all’antico per congenialità, idealista per ragionamento».


Due, in particolare, sono i modelli artistici che hanno ispirato Ingres: Jacques-Louis David e Raffaello.
Pur subendo significativamente l'influenza del neoclassicismo di David, Ingres si discostò parzialmente dal modello del maestro, del quale rimproverò l'enfasi, la mancanza di spontaneità ed i quadri ancora ricchi di elementi barocchi, e pertanto superflui, come le composizioni gremite, i panneggi svolazzanti, e la molteplicità di punti di fuga.
Come osservato da Marco Fabio Apolloni, David fu per Ingres «un classico non beatamente venerato, ma amato e odiato, copiato e contestato».
Raffaello, invece, era per Ingres sinonimo di grazia, eleganza, e semplicità, e da lui ne fu influenzato specialmente per quanto concerne la scelta dei colori e del disegno.
Dal punto di vista teorico, invece, Ingres accolse con vivo entusiasmo le teorie di Johann Joachim Winckelmann, le quali miravano a stabilire le norme essenziali dello stile neoclassico: i contorni netti ed essenziali, le composizioni molto equilibrate e simmetriche prive di elementi superflui, lo studio dell'arte antica sono caratteristiche che trovano riscontro immediato nell'attività pittorica di Ingres.


Il pittore conciliò il gusto neoclassico pure con tematiche vicine alla sensibilità romantica, come avviene nel Sogno di Ossian.
Ingres, tuttavia, non visse pedissequamente l'ispirazione neoclassica, che compenetrò con modelli artistici assai eterogenei, quali John Flaxman, Raffaello, Mantegna, Hans Holbein il Vecchio, Jan van Eyck, la scultura greca arcaica, e l'arte ellenistica, bizantina, gotica: fu così che diede vita a uno stile pittorico personale ed immutabile, che si manifesta soprattutto nelle opere dedicate al tema del nudo femminile, come la Grande bagnante, la Grande odalisca, la Sorgente, e il Bagno turco.
Nei dipinti, infine, Ingres impiega una linea sinuosa che serve a delimitare le aree dove va steso il colore, per lo più di natura fredda (rosso, arancione, marrone sono cromie quasi del tutto escluse nella tavolozza del pittore), ed a gestire la disposizione spaziale degli elementi nel dipinto, che si possono strutturare su costruzioni piramidali (come in Giove e Teti) o stellari (nel caso del Bagno turco).


Speciale menzione meritano le capacità di disegnatore di Ingres, il quale infatti proclamava la supremazia del disegno rispetto al colore.
I disegni di Ingres non sono solo studi preparatori, ma autentici punti d'arrivo, dove egli appare vigoroso e fecondo: non a caso, molti dei disegni eseguiti dal maestro francese godono di un'esistenza autonoma e hanno bisogno di una traduzione in pittura.


Riportiamo di seguito un commento di Ingres in merito:
«Disegnare non significa semplicemente riprodurre dei contorni [...] il disegno non consiste semplicemente nel tratto: il disegno è anche l'espressione, la forma interna, il piano, il modellato. Che cosa resta d'altro? Il disegno comprende i tre quarti e mezzo di ciò che costituisce la pittura. Se dovessi mettere un cartello sulla mia porta, scriverei Scuola di disegno: sono sicuro che formerei dei pittori».