Vincenzo Irolli (1860-1949) was an Italian painter.
Vincenzo Irolli enrolled at the of Naples Institute of Fine Arts, where his masters included Gioacchino Toma, in 1877 and graduated three years later.
The work he presented regularly at the exhibitions of the Naples Società Promotrice di Belle Arti as from 1879 comprised portraits and Genre scenes.
He became a member of the Circolo Artistico Napoletano in 1890 and worked with Giovanni Migliaro and other local artists on decorations for the Caffè Gambrinus at the end of the decade.
A regular participant in major national events, he also presented work at the Salon in Paris, where he won great success, and at international exhibitions, including London, 1904, Munich, 1909 and Barcelona, 1911, where he was awarded a bronze medal.
Alongside intense maternal figures, portraits of children and colorful scenes of everyday life, he also depicted religious subjects, as in the ten works presented at the Mostra di Arte Sacra of 1936 in Naples.
In 1884 in Turin, he exhibited Amore e dovere and Le Maddalene d'oggi; in 1880 in Milan and in 1887 in Venice, he exhibited numerous drawings from reality.
Vincenzo Irolli (1860-1949) è stato un pittore Italiano. Si avvicinò alla pittura già all'età di diciassette anni, dopo essere stato all'Esposizione Nazionale di Napoli del 1877, dove poté ammirare i "Parassiti" di Achille D'Orsi ed il "Corpus Domini" di Francesco Paolo Michetti.
Allievo dell'Accademia delle Belle Arti di Napoli dal 1877, studiò sotto la direzione dei maestri Gioacchino Toma e Federico Maldarelli, manifestando subito capacità artistiche di rilievo.
Nel 1879 vinse il primo premio alla XV Mostra della Promotrice Salvator Rosa, evento che lo rese noto al grande pubblico, e ne favorì una notevole fortuna artistica e commerciale.
Passò gli anni giovanili nella casa paterna di Calvizzano, recandosi spesso a Napoli presso il mercante d'arte Ragozzino, che curava la distribuzione delle sue opere.
A causa delle ristrettezze economiche del periodo, gli anni della giovinezza fra il 1883-1895 furono per Irolli caratterizzati da un lavoro serrato su soggetti di facile commerciabilità.
Tali opere venivano cedute ad un rivenditore di colori della zona di piazza Bellini a Napoli, il quale provvedeva a farli copiare ad artisti di minor talento, ma ugualmente bisognosi, e a rivenderli in massa al grande pubblico.
Tale produzione fu in seguito collettivamente attribuita ad Irolli, e non mancò di danneggiarne la reputazione presso i critici d'arte.
Irolli è stato un pittore Verista, la cui opera si è spesso soffermata su figure di popolane, bambini e scene di vita quotidiana, e nella quale alcuni ravvisano influenze del grande pittore napoletano Antonio Mancini (1852-1930).
Irolli è stato un pittore Verista, la cui opera si è spesso soffermata su figure di popolane, bambini e scene di vita quotidiana, e nella quale alcuni ravvisano influenze del grande pittore napoletano Antonio Mancini (1852-1930).
La sua impronta tradizionalista non lo fece amare dai critici del tempo, più interessati al movimento modernista, ma Irolli non fece mai nulla per adattare la propria pittura ai tempi. Anzi, teneva nel suo studio un quadro raffigurante un pittore intento a finire un brutto quadro cubista, di gran moda al tempo, dando prova di garbata ironia nei confronti delle nuove tecniche.
Il disprezzo della critica contemporanea lo portò ad arrivare alla Biennale di Venezia più che sessantenne, sebbene le sue opere fossero da tempo ed ampiamente conosciute ed apprezzate all'estero, specie in Germania.
Oggi alcuni suoi dipinti sono esposti nelle Gallerie d'Arte Moderna di Torino, Milano, Palermo, al Museo di Capodimonte di Napoli ed al "Petit Palais" di Parigi.
Negli anni 1889-1890 collabora con Luca Postiglione, Pietro Scoppetta, Vincenzo Volpe, Eduardo Matania, Attilio Pratella, Giuseppe Alberto Cocco, Giuseppe Casciaro, Giuseppe Chiarolanza, Gaetano Esposito, Vincenzo Migliaro e Vincenzo Caprile alla decorazione del Caffè Gambrinus a Napoli.
Nel 1890 diviene socio del Circolo Artistico Politecnico di Napoli, rimanendovi iscritto fino al 1920.
Accanto all'opera pittorica, Irolli fu anche intellettuale di livello, ed annoverò tra le sue amicizie figure come Ferdinando Russo e Salvatore Di Giacomo.