"La musica non è un’arte ma una categoria dello spirito umano", scriveva Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844-1900), filosofo, aforista, saggista, poeta, compositore, accademico e filologo tedesco.
Tra i massimi filosofi di ogni tempo, Friedrich Nietzsche ebbe un'influenza controversa e indiscutibile sul pensiero filosofico, letterario e politico del Novecento. La sua filosofia è considerata da alcuni uno spartiacque fra la filosofia tradizionale ed un nuovo modello di riflessione, informale e provocatoria.
Edouard Manet 1832-1883 - Carmen in Bizet's opera
In ogni caso si tratta di un pensatore unico nel suo genere, sì da giustificare l'enorme influenza da lui esercitata sul pensiero posteriore, e la considerazione che alcuni nutrono verso di lui come antesignano dell'esistenzialismo, della filosofia continentale, del postmodernismo e del post-strutturalismo.
Coerentemente con i suoi assunti, diede grande rilievo al mito, alla poesia e alla musica, cimentandosi in gioventù anche come poeta e compositore, attività in cui, peraltro, a parere della critica, non attinse risultati paragonabili agli esiti della sua speculazione filosofica.
Nietzsche scrisse vari saggi sulla morale, la religione, in particolare quella cristiana, la società moderna, la scienza, rivelando la sua passione per la
filosofia, la critica letteraria e musicale, per la metafora, l'aforisma e l'ironia.
Dopo gli scritti favorevoli alla musica di Wilhelm Richard Wagner 1813-1883, compositore, librettista, direttore d'orchestra e saggista tedesco, Nietzsche divenne un accanito anti-wagneriano.
Il 27 novembre 1881, assiste per la prima volta al debutto dell'opera "Carmen" di Alexandre César Léopold Bizet 1838-1875, compositore e pianista francese. Rimase entusiasta.
Nel saggio "Il caso Wagner", Nietzsche esaltò la "Carmen" di Bizet, gli elementi esotici della sua partitura e la sua chiarezza strutturale che "costruisce, organizza, termina", definendola un simbolo della vera nuova musica:
""Per la ventesima volta ho ieri assistito al capolavoro di Bizet ed ancora l'ho udito con la stessa gentile reverenza.
Mi sorprende di poter così vincere la mia impazienza.
Ma guardare come un'opera siffatta integri la natura di un uomo.
Essa è malvagia, perversa, raffinata, fantastica, eppure avanza con passo leggero e composto; la sua raffinatezza non è quella di un individuo, bensì di una razza.
Si sono mai uditi sulla scena accenti più tragici, più dolorosi?
E come sono ottenuti?
Senza smorfie, senza contraffazioni di alcun genere, in piena libertà dalle bugie del "grande stile".
Io mi sento diventar migliore quando questo Bizet mi parla.
Il mio udito si sprofonda in quella musica; ne percepisco le origini; mi par di assistere alla sua nascita e tremo davanti ai pericoli che ci accompagnano a qualunque audacia; mi trovo incantato dai felici ritrovamenti che Bizet stesso ignora.
Sopra quest'opera la fatalità sta sospesa; la felicità di essa è corta, fulminea, e non conosce dilazioni.
Io invidio a Bizet il coraggio di questa sua sensibilità eccezionale, che prima di adesso non aveva trovato mezzo per esprimersi nella musica colta d'Europa; il coraggio di questa sensibilità meridionale, brunita, arsa dal sole...
Ah finalmente l'amore, l'amore ricondotto indietro verso la natura!...
L'amore come destino, come un destino cinico, innocente, crudele, l'amore esatto nella sua forma natura.
Io non conosco altro esempio dove la tragica ironia che costituisce il nocciolo dell'amore sia stata espressa con tale severità, con formula così terribile come nell'ultimo grido di José: Oui, c'est moi qui l'a tuée, Carmen, ma Carmen adorée"...
Il caso Wagner, Der Fall Wagner, in lingua tedesca, è un saggio di Friedrich Nietzsche, originariamente pubblicato nel 1888, con il sottotitolo Il problema di un musicista.
È una critica a Richard Wagner ed il preannuncio della rottura dell'amicizia tra il filosofo ed il musicista, reo, a parere di Nietzsche, di essersi lasciato coinvolgere eccessivamente dal movimento völkisch e dall'antisemitismo.
La sua musica non è più rappresentata come un "affetto filosofico", e Wagner è ironicamente paragonato a Georges Bizet.
Nondimeno, Wagner è presentato solo come un particolare sintomo di una più vasta "malattia" infettante l'Europa, ossia il nichilismo.
Al di là degli aspetti più schiettamente polemici, Nietzsche si rivela in quest'opera quale competente critico musicale, e vi si rinvengono altresì le premesse fondative di ulteriori riflessioni sulla natura dell'arte e sulla sua relazione con la futura salute dell'umanità.
Statue of Carmen outside Maestranza Bullring, Sevilla
Statue of Carmen outside Maestranza Bullring, Sevilla
Opera Carmen - Manifesto del 1872
French soprano Emma Calvé (1858-1942)
Maria Callas 1923-1977 canta l'Habanera
Opera Carmen alla Scala di Milano, 1972
Libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, 1927
Carmen di Bizet - Fyodor Fedorovsky
Carmen è un'opera lirica in quattro atti, di Alexandre César Léopold Bizet 838-1875, compositore e pianista francese, su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy.
Tratta dalla novella omonima di Prosper Mérimée 1845, ne apporta delle modifiche salienti tra cui l'introduzione dei personaggi di Escamillo e Micaela ed il carattere di Don José, nel romanzo descritto come un bandito rozzo e brutale.
Al libretto collaborò lo stesso Bizet che scrisse anche le parole della celebre habanera "L'amour est un oiseau rebelle".
La sua prima rappresentazione avvenne all'Opéra-Comique di Parigi il 3 marzo 1875.
Inizialmente l'opera non ebbe grande successo così che Bizet, morto tre mesi dopo la prima rappresentazione, non poté vederne la fortuna.